La cobalamina o vitamina B12 è una vitamina idrosolubile essenziale nel processo di sintesi del DNA, di emopoiesi e di proliferazione e crescita delle cellule neuronali. Le cliniche più comuni di carenza di vitamina B12 sono: anemia macrocitica e megaloblastica, trombocitopenia; appena cognitivo, anomalie dell’andatura, irritabilità, neuropatia periferica; glossite; iperpigmentazione, ittero.
I fattori di rischio legati alla carenza di vitamina B sono da ricondurre a un insufficiente apporto alimentare o ad alterazioni dell’assorbimento a livello intestinale. Tuttavia, studi recenti hanno stabilito un nesso significativo tra ipovitaminosi B12 e utilizzo prolungato di alcune classi di farmaci tra cui gli inibitori della secrezione (gastroprotettori).
La vitamina B12 assunta con la dieta in presenza di secrezione acida viene liberata dai cibi per poi essere assorbita a livello del tratto intestinale. I farmaci inibitori della secrezione gastrica riducendo la produzione di acido cloridrico potrebbero portare a un malassorbimento della vitamina B12.
Recentemente lam e collaboratori hanno pubblicato i risultati di uno studio dal quale è emersa una correlazione tra l’uso a lungo termine di farmaci inibitori della secrezione gastrica e un aumento del rischio di carenza di vitamina B12. Lo studio è stato analizzato analizzando i dati ottenuti dalle cartelle cliniche di 210.155 soggetti. Dall’analisi dei dati è emerso che una nuova diagnosi di deficit di vitamina B12 era più frequentato in coloro che avevano assunto un inibitore della secrezione gastrica per un periodo minimo di 2 anni rispetto ai non utilizzatori. L’associazione tra utilizzo di farmaci e rischio di deficit di vitamina B12 era più forte nelle donne e nei soggetti più giovani.