L’Influenza Intestinale è un termine di uso comune, con il quale ci si riferisce più propriamente ad una gastroenterite di origine virale. Spesso si fa confusione con l’Influenza vera e propria, che, invece, come noto, colpisce l’apparato respiratorio.
L’influenza intestinale è una patologia frequente. Può colpire persone di qualsiasi fascia di età.
I sintomi più comuni, che si presentano entro 1-2 giorni dall’inizio dell’infezione, sono: crampi addominali, mal di stomaco; gonfiore addominale (meteorismo), eruttazioni; sintomi simil-influenzali; nausea, vomito, diarrea; febbricola, anche linfoadenopatia; nei casi più gravi si possono avere perdite idroelettrolitiche notevoli, con conseguente disidratazione.
I sintomi della vera influenza intestinale spesso regrediscono nel giro di 24 a 48 ore. Ad alto rischio di contrarre la malattia sono gli anziani, le donne in gravidanza, i neonati, i soggetti denutriti, le persone immunocompromesse (HIV/AIDS), pazienti affetti da malattie croniche, pazienti in chemioterapia o in terapia con cortisonici.
Per ridurre il rischio occorre prendere sempre le dovute precauzioni: evitare il contatto con una persona che ha l’influenza intestinale; non condividere bevande, posate, bicchieri e piatti con una persona malata; utilizzare asciugamani separati; disinfettare le superfici contaminate con detergenti a base di candeggina; lavarsi le mani spesso.
Più che farmaci, da riservare al giudizio del medico, sono utili rimedi naturali. La reidratazione è la pietra miliare del trattamento dell’influenza intestinale. In fase acuta è necessario stare a riposo ed evitare di assumere cibi solidi. Passata la fase più critica si potrà riprendere una alimentazione fatta di con cibi leggeri e poco conditi, onde non appesantire lo stomaco.