Il Sistema integrato “zerosei”, di educazione e di istruzione garantisce a tutte le bambine e i bambini, dalla nascita ai sei anni, pari opportunità di sviluppare le proprie potenzialità di relazione, autonomia, creatività e apprendimento per superare disuguaglianze, barriere territoriali, economiche, etniche e culturali. Le linee pedagogiche del sistema 0-6 garantiscono i diritti dei piccoli, sanciti dalla Convenzione internazionale del 20 novembre 1989.
Il Sistema Integrato 0-6 di Educazione e di Istruzione si rappresenta una sorta di “accorpamento” tra le scuole d’infanzia e gli asili nido. Crea innovativi poli per l’infanzia necessari per seguire i percorsi dei piccoli dalla nascita fino al loro ingresso nelle scuole elementari. La Delega 0-6, in sostanza, riforma radicalmente la scuola d’infanzia. La realizzazione di questo progetto è connessa ai primi fondi stanziati con la manovra finanziaria per il 2018 la Legge di Stabilità 2017 che prevedeva 200 milioni extra. Viene richiesta da parte del corpo docente il possesso di una laurea. Oggi per insegnare in questo grado di scuola è necessario essere in possesso precisamente della laurea specialistica in Scienze della formazione primaria. L’attività di educatore, invece, nell’Asilo Nido richiede il diploma di laurea triennale in Scienze dell’educazione. Insegnanti di ruolo non laureati potranno continuare ad insegnare normalmente in quanto la delega 0-6 non è retroattiva. Questo sistema integrato nasce dalla “Buona scuola”. Competenze, in termini gestionali, vengono mantenute ancora alle amministrazioni comunali e ai privati. La novità sta nel fatto che viene aggiunto il troncone triennale all’ impianto 3-6 anni. Sempre nell’ottica di una continuità verticale che vede integrato il sistema 0-6 anni. E’ stata approvata in Conferenza Unificata l’intesa relativa al Piano di azione nazionale pluriennale per il Sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita ai sei anni per il quinquennio 2021-2025. L’intesa sarà propedeutica alla delibera da sottoporre al Consiglio dei Ministri. Il Sistema integrato di educazione e di istruzione garantisce a tutte le bambine e i bambini, dalla nascita ai sei anni, pari opportunità di sviluppare le proprie potenzialità di relazione, autonomia, creatività e apprendimento per superare disuguaglianze, barriere territoriali, economiche, etniche e culturali, così è dettato e garantito dal Decreto legislativo 65 del 2017. Le finalità di questo sistema si riconoscono in una serie di punti:la promozione della continuità del percorso educativo e scolastico; la riduzione degli svantaggi culturali, sociali e relazionali promuovendo la piena inclusione di tutti i bambini e rispettando e accogliendo tutte le forme di diversità; nel sostenere la primaria funzione educativa delle famiglie; nel favorire la conciliazione tra i tempi di lavoro dei genitori e la cura dei bambini; nel promuovere la qualità dell’offerta educativa anche attraverso la qualificazione universitaria (è istituita una Laurea in Scienze dell’educazione a indirizzo specifico) del personale educativo e docente, la formazione in servizio e il coordinamento pedagogico. Il Sistema integrato intende poi agevolare la frequenza dei servizi educativi. Comprende le sezioni primavera e le scuole dell’infanzia. La vera novità del decreto legislativo 65 del 2017 sta nei Poli per l’infanzia. Questi accolgono in un unico edificio o in edifici vicini strutture sia del segmento 0-3 sia del segmento 3-6 per un migliore utilizzo delle risorse attraverso la condivisione di servizi, spazi e risorse. La legge di bilancio ha lievitato la somma di 60 mila milioni di euro annuali per il lustro 2021-2025. Al Sistema integrato vengono destinati risorse pari a 309 milioni di euro annui. Nuova costruzione, ristrutturazione, restauro, riqualificazione funzionale ed estetica, messa in sicurezza, risparmio energetico e fruibilità degli edifici per i servizi educativi del Sistema 0-6; spese di gestione, dei servizi educativi per la prima infanzia e delle scuole dell’infanzia; formazione continua in servizio del personale educativo e docente e la promozione dei coordinamenti pedagogici territoriali sono le voci di destinazione delle risorse del Fondo per il Sistema integrato. Per il triennio a partire dal 2021, in termini preventivi, saranno informate le Regioni sull’ammontare delle risorse assegnate. In tal modo sarà possibile potere effettuare una programmazione pluriennale, secondo modelli standard condivisi dalla Conferenza Unificata. “Successivamente, riferisce il Ministero, la comunicazione preventiva del budget avverrà anche per gli anni 2024 e 2025. Inoltre, il Piano offrirà strumenti di autovalutazione e programmazione alle Regioni e alle Province autonome, per misurare il livello di raggiungimento degli obiettivi strategici. È confermato l’impegno dei Comuni e delle Regioni a cofinanziare il Sistema, almeno per il 25% del budget regionale assegnato. Viene istituita una quota perequativa di solidarietà, strutturale e stabile, pari al 20% del totale nazionale, destinata prevalentemente alle Regioni del Mezzogiorno: più di 60 milioni di euro saranno assegnati annualmente in aggiunta alle Regioni che hanno una copertura di servizi educativi (ad esempio asili nido), rispetto alla popolazione residente da zero a tre anni, inferiore alla media nazionale. L’intesa prevede direttive nazionali per il raggiungimento di obiettivi strategici coerenti con le Linee pedagogiche per il Sistema 0-6. Saranno predeterminate, a livello nazionale, quote di risorse che Regioni e Province autonome dovranno programmare da destinare alla formazione e al coordinamento pedagogico territoriale (oltre 15 milioni di euro annuali, il 5% del contributo statale di norma destinato a questo scopo da ogni Regione e Provincia autonoma) e alle sezioni primavera e ai Poli per l’infanzia (di norma, il 5% delle risorse del contributo statale nelle Regioni e nelle Province autonome con una copertura dei servizi educativi per l’infanzia, rispetto alla popolazione residente da zero a tre anni, inferiore alla media nazionale). Viene garantita una governance partecipata con i territori. Infatti, dopo la campagna di consultazione sulle Linee guida pedagogiche, con il Piano pluriennale per il Sistema integrato vengono istituiti tavoli interistituzionali, indetti dagli Uffici Scolastici Regionali, con la partecipazione di Regioni e ANCI. Inoltre, in accordo con gli Enti locali, verrà realizzato un sistema informativo nazionale, già finanziato dal Ministero dell’Istruzione per 1,5 milioni di euro”. Importante punto di riferimento per il Sistema integrato sono le linee pedagogiche. Diversi documenti colgono il senso unitario fra nidi, servizi educativi e scuole dell’infanzia. Le linee hanno la finalità di cogliere favorevolmente: i contributi delle scienze dell’educazione; gli apporti delle migliori consuetudini educative; le indicazioni delle specifiche normative europee e italiane. “Siamo ambiziosi – ha sostenuto il Presidente della Commissione del sistema integrato “zerosei”, Giancarlo Cerini, sul quotidiano Il Sole 24 Ore (1 aprile 2021) – vogliamo arrivare al 40%, ancora più degli europei e abbiamo bisogno di creare e rafforzare strutture che siano belle, luminose e accoglienti, dei veri e propri campus, sarebbero degli spazi bellissimi per bambini e genitori: così faremo crescere anche la domanda dei genitori per i servizi, che non è scontata, e sarebbe un’ottima risposta ai diritti dei bambini”. Viviamo una condizione sociale colma di crisi pedagogica, il sistema integrato, con le sue linee pedagogiche, vuole affrontare le problematiche della scuola aperta, delle relazioni sociali, della vicinanza, dell’accoglienza. Il documento delle Linee pedagogiche vuole considerare queste sfide in considerazione di una visuale costruttiva e con strutture a misura dei piccoli orientata verso spazi futuri più sostenibili. Con le linee pedagogiche del sistema vengono garantiti i diritti delle bambine e dei bambini, sanciti dalla Convenzione internazionale del 20 novembre 1989. Tanto precisa la fondamentale indicazione pedagogica del sistema integrato “zerosei”: Oggi tutti sanno “quanto critiche e allarmanti – recita la prima parte delle Linee pedagogiche – siano le condizioni di vita dell’infanzia, anche in alcune realtà italiane, ed è evidente come il rispetto dei diritti dei bambini non si risolva in una semplice dichiarazione formale, ma è necessario che essi vengano tradotti in scelte legislative e amministrative, in coerenti prassi organizzative, educative e di cura che offrano una concreta garanzia del loro perseguimento. Tale compito spetta alla Repubblica nelle sue diverse articolazioni, dallo Stato alle Regioni e agli Enti locali, in stretta e continuativa collaborazione tra loro. Si tratta di progettare insieme, nel rispetto delle competenze istituzionali, condizioni di apprendimento e di socializzazione che garantiscano ad ogni bambino il diritto soggettivo all’educazione e consentano a ciascuno di sentirsi riconosciuto e accolto nella propria unicità e diversità”. La Commissione nazionale per il Sistema integrato di educazione e di istruzione, istituita ai sensi dell’articolo 10 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, ha approvato le Linee pedagogiche per il sistema integrato “zerosei”. Diciamo che non è un manuale pedagogico sullo sviluppo infantile. Diciamo che non è un curricolo operativo per lo stesso progetto. Raccoglie, come cornice, invece, specifici documenti programmatici nazionali riferibili ai distinti segmenti del sistema integrato. Vengono rispettati gli ordinamenti regionali e nazionali. La chiusura e l’isolamento dovuti alla drammatica esperienza pandemica ci hanno resi ancora più consapevoli della rilevanza dei piccoli, di quanto necessario e urgente è il bisogno di tutela, insieme alla loro naturale richiesta della opportunità di crescita, del bisogno fondamentale di socialità, di gioco e di apprendimento in spazi di qualità e sicurezza. Le linee pedagogiche del sistema sollecitano a trovare giuste dinamiche risolutive a questi attuali e urgenti bisogni.
Emilio La Greca Romano