Patrizio Bianchi: “La Shoah è un crimine le cui colpe ricadono non solo sulla Germania nazista, ma come ben ha dimostrato la ricerca storica, su altri governi nazionalisti che furono complici e collaboratori. Dalle ceneri dell’Olocausto è poi risorta un’Europa più solidale, più unita e ancor più da rafforzare, anche per onorare la memoria delle vittime, nel segno della pace, dell’uguaglianza e dei valori di tolleranza, convivenza civile e rispetto della dignità delle persone”. La pubblicazione “Riconoscere e combattere la distorsione della Shoah” si rappresenta raccomandazione per quanti rivestono responsabilità politiche, porta la nota in premessa del Ministro dell’Istruzione. “La memoria, scrive Elie Wiesel, ha la sua lingua, la sua testura, la sua segreta melodia, la sua archeologia, e le sue limitazioni; essa può essere anche ferita, rubata, e svergognata; ma sta a noi salvarla ed impedire che venga svenduta, banalizzata e resa sterile. Ricordare significa prestare una dimensione etica a tutti gli sforzi e a tutte le aspirazioni”.
La Shoah è il genocidio perpetrato dalla Germania nazista nei confronti del popolo ebraico. L’Olocausto, a partire dalla seconda metà del XX secolo, sta a significare il genocidio di cui furono responsabili le autorità tedesche e i loro alleati nei confronti degli ebrei d’Europa. Con più larga interpretazione vuole additare lo sterminio di tutte le categorie di persone dai nazisti ritenute “indesiderabili” o “inferiori” per motivi politici o razziali. Ebrei, slavi, neri europei furono tutti vittime dell’Olocausto. Prigionieri di guerra sovietici, oppositori politici, massoni, minoranze etniche come rom, sinti e jenisch, gruppi religiosi come testimoni di Geova e pentecostali, omosessuali e portatori di handicap mentali e/o fisici furono tutti vittime dell’olocausto. Nell’arco di tempo compreso fra il 1933 e il 1945 si registrarono fino a 17milioni di vittime, quasi sei milioni soltanto ebrei. Elie Wiesel, datando l’effetto creativo della sua penna 2003 scrisse: “La memoria ha la sua lingua, la sua testura, la sua segreta melodia, la sua archeologia, e le sue limitazioni; essa può essere anche ferita, rubata, e svergognata; ma sta a noi salvarla ed impedire che venga svenduta, banalizzata e resa sterile. Ricordare significa prestare una dimensione etica a tutti gli sforzi e a tutte le aspirazioni”. E’ un pensiero scelto che apre il lavoro “Riconoscere e combattere la distorsione della Shoah”. Lo stesso porta note in premessa del Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. L’IHRA (Alleanza Internazionale per la Memoria dell’Olocausto) ha inteso realizzare questa pubblicazione sotto la Presidenza di turno della Germania e con il contributo di una task force di esperti internazionali, fra i quali alcuni rappresentanti italiani. “Riconoscere e combattere la distorsione della Shoah” mira giustamente a richiamare l’attenzione dei centri decisionali su un fenomeno pericoloso e insidioso. Una lettura impropria dell’avvenimento storico Shoah può provocare lo sviluppo di forme di antisemitismo. Tale distorsione della vicenda sicuramente metterebbe a rischio il contesto sociale democratico. L’Alleanza Internazionale per la Memoria dell’Olocausto venne alla luce nel 1998, a seguito della sensibilità di Hans Göran Persson. Fu fondata con l’obiettivo di garantire la memoria dell’Olocausto. L’Italia ne fa parte dal 1999 e partecipa alle sue numerose ed importanti attività con una delegazione, nominata con decreto del Ministero dell’istruzione, in virtù del principio che solamente grazie ad una memore consapevolezza dell’amara esperienza dell’Olocausto si potranno formare anticorpi culturali e morali tali da dare concretezza al “grido del mai più”. “L’impegno del Ministero che ho l’onore di guidare è forte e consolidato, scrive nella premessa Patrizio Bianchi, . Da anni si realizzano seminari di formazione per i docenti presso lo Yad Vashem e si organizzano Viaggi della Memoria ad Auschwitz-Birkenau. Inoltre, in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI), è annualmente bandito il concorso “I giovani ricordano la Shoah”, rivolto agli allievi del primo e secondo ciclo di istruzione. L’approccio italiano educativo didattico rispetto alla Shoah ha natura multidisciplinare ed è stato codificato in Linee guida emanate nel 2018 sotto la Presidenza italiana dell’IHRA. Ma se la Scuola e l’Università sono i luoghi preposti per definizione a formare coscienza e a costruire conoscenza, il tema dell’antisemitismo e gli ammonimenti che la Shoah ci esorta a non dimenticare debbono coinvolgere la società civile nel suo insieme, le istituzioni tutte, i Corpi dello Stato affinché vigilino e sappiano reagire di fronte ad ogni manifestazione di ignoranza, banalizzazione, minimizzazione di un vero e proprio crimine. È un crimine le cui colpe ricadono non solo sulla Germania nazista ma anche, come ben ha dimostrato la ricerca storica, su altri governi nazionalisti che furono complici e collaboratori. Dalle ceneri dell’Olocausto è poi risorta un’Europa più solidale, più unita e ancor più da rafforzare, anche per onorare la memoria delle vittime, nel segno della pace, dell’uguaglianza e dei valori di tolleranza, convivenza civile e rispetto della dignità delle persone. Le Raccomandazioni sono state tradotte e commentate, in un’apposita introduzione, dalla delegazione italiana, alla quale manifesto, insieme all’intero mondo della scuola, il mio più sentito apprezzamento. È ora opportuno promuovere una continua diffusa azione divulgativa sul territorio italiano, con il coinvolgimento dei diversi livelli di governo, perché tali temi non siano mai tralasciati. Si tratta di un lavoro corale in continuità con l’accoglimento nell’anno precedente, da parte del Consiglio dei Ministri, della Definizione operativa dell’IHRA sull’antisemitismo, questo ultimo atto accompagnato dalla nomina di una Coordinatrice nazionale per contrastare tale perdurante fenomeno con l’impegno di tutti noi cittadini. Come avvenuto finora, nell’elaborazione delle prossime strategie il pensiero va costantemente rivolto alle generazioni future, affinché sappiano evitare gli errori di quelli che li hanno preceduti. Si tratta di iniziative che, anno dopo anno, accrescono la consapevolezza storica e ravvivano il ricordo. Sebbene la presente pubblicazione – articolata e complessa nei contenuti – sia “prima facie” rivolta ai settori strategici della struttura politica e sociale del nostro Paese, il mondo della scuola resta un prezioso baluardo per formare le coscienze dei nostri giovani, grazie all’istituzionale funzione educativa e alla progettazione didattica”. Il Ministro Bianchi, nella sua nota, indirizza poi lo sguardo verso i Direttori generali, i Dirigenti, i Dirigenti Scolastici e tutti coloro che operano con responsabilità decisionale nel mondo della scuola, sia a livello nazionale che regionale e locale, affinchè “siano implementate, pur sempre nel rispetto del principio dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, misure sempre più efficaci, in termini di programmazione didattica, formazione dei docenti e attività laboratoriali”. Patrizio Bianchi si augura poi che questa strategia sia realizzata in “un’ottica strutturale e sistemica”. Spera nell’investimento di maggiori risorse ed energie, nel processo di arricchimento della documentazione, sulla diffusione delle pubblicazioni. Con l’adozione di queste modalità le svariate agenzie di formazione avranno modo di interagire con la vasta contestualità dell’informazione e della cultura, in maniera funzionale e costruttiva. Il tutto, secondo questo orientamento, si rappresenterà garanzia certa per la crescita consapevole delle nuove generazioni e lo sviluppo della coscienza critica della nostra società. Tutti i Paesi membri dell’IHRA si sono impegnati “a indirizzare i propri sforzi per promuovere l’educazione, la memoria e la ricerca sulla Shoah e il genocidio dei Rom e dei Sinti per contrastare l’influenza della distorsione storica, il discorso d’odio e l’incitamento alla violenza e all’odio”. Così recita l’Articolo 8 della Dichiarazione Ministeriale IHRA 2020. Gli eventi della Shoah hanno lasciato una cicatrice sull’umanità e oggi il nostro mondo continua a fare i conti con la sua eredità. L’Alleanza Internazionale per la Memoria della Shoah (IHRA) identifica in tutto il globo i problemi più urgenti del post-Shoah, mettendoli sotto i riflettori per permettere ad esperti e coloro che rivestono responsabilità politiche di promuovere iniziative volte alla loro risoluzione. L’IHRA sollecita input da diverse discipline e diverse aree geografiche, e si assicura che le sue raccomandazioni siano sostenute dalla ricerca, supportate da buone pratiche e comunicate in maniera efficace. Come parte di questa strategia, gli esperti dell’IHRA e i rappresentanti politici focalizzano i loro sforzi sul combattere la distorsione della Shoah e salvaguardare le testimonianze e la documentazione storica. Tutto ciò è possibile grazie allo sviluppo di reti di comunicazione e alla condivisione di buone pratiche che vengono rese accessibili a coloro che hanno il potere di determinare orientamenti e decisioni nei vari Paesi. In questo modo, l’IHRA si assicura che la memoria della storia rimanga intatta, pur in relazione all’azione politica attuale. Ogni Paese ha un rapporto diverso con il suo passato. Ciononostante, molti Paesi affrontano sfide comuni nel garantire e far progredire educazione, ricerca e memoria della Shoah. L’IHRA fornisce uno spazio di dialogo per i Paesi Membri dove si può discutere sulle esperienze nazionali specifiche e lavorare insieme per sviluppare buone pratiche internazionali che tengano anche conto dei contesti nazionali distinti. In seno all’IHRA, più di 300 esperti e persone che rivestono responsabilità politiche, provenienti da più di 40 Paesi, si uniscono per discutere e promuovere problemi legati alla Shoah che hanno una rilevanza nella politica contemporanea. Tra i delegati dell’IHRA ci sono i maggiori esperti al mondo della Shoah. A capo di ciascuna delegazione nazionale dell’IHRA v’è un rappresentante governativo di alto livello, spesso del Ministero degli Affari Esteri, del Ministero dell’Istruzione o del Ministero della Cultura. Questa collaborazione ha portato alla definizione e alla costruzione di un ampio portafoglio di materiali, inclusi raccomandazioni, materiali educativi, definizioni e atticostitutivi, ricerche pubblicate. Così Heiko Maas: “Nessuno ha il diritto di negare o sottovalutare il peggiore crimine nella storia dell’umanità: la Shoah. Il motivo della nascita della Task Force Internazionale sulla Distorsione della Shoah è quello di voler contrastare le bugie pericolose e i fatti distorti diffusi sulla Shoah. Dobbiamo imparare dal passato. Lo dobbiamo a ciascuna vittima e a ciascun sopravvissuto. Sappiamo dove possono portare l’odio e la narrativa dell’odio se troppe persone scrollano le spalle e guardano altrove: Sta a noi tutti difendere la democrazia”.
Emilio La Greca Romano