La decisione di incaricare Mario Draghi, di formare un governo di “alto profilo”, certifica la sconfitta della politica e ciò non è sicuramente un fatto positivo per la vita degli italiani. Con tutto il rispetto per Draghi, sia come uomo, sia come un eccelso economista e, con tutta l’ammirazione, per la sua storia professionale, di altissima caratura e per il suo esemplare profilo di uomo delle Istituzioni, per me, le vicende politiche, devono essere risolte dalla politica e non da artifizi che stridono con la politica, altrimenti la politica e la democrazia, non avrebbero necessità di esistere. Ciò detto, veniamo alla mia osservazione, sulla procedura per l’incarico a Draghi. Il governo Conte, non è stato mai sfiduciato dal Parlamento, per cui il Presidente Mattarella, prima di incaricare Draghi, avrebbe dovuto rinviarlo alle Camere, (nonostante le dimissioni presentate), per meritarsi una eventuale bocciatura, da parte del Parlamento, che è il solo luogo dove si esercita la democrazia, in nome del popolo sovrano. Se in Parlamento, i governi devono ottenere la fiducia, per poter avere una legittimazione ad operare, così anche in Parlamento, dovrebbero avere anche una sfiducia, per poter legittimamente decadere. Da ciò deriva che, solo dopo aver avuto dal Parlamento, la certificazione della bocciatura del governo Conte, ( ripeto, mai avvenuta), il Presidente della Repubblica, avrebbe dovuto incaricare una persona di sua fiducia, che poteva benissimo essere Draghi, per affrontare i problemi più gravi ed urgenti sul tappeto e per condurre il Paese, alle elezioni, da fare prima dell’estate. Con l’incarico ieri dato a Draghi, l’Italia è tornata indietro di dieci anni e precisamente, all’autunno del 2011, quando, per un’altra crisi di governo, fu incaricato Mario Monti, che all’inizio fu accolto, come il salvatore della Patria e poi fu letteralmente crocifisso. Auguro a Draghi, di non subire la stessa sorte, perché il mondo politico è bugiardo e traditore. Con l’incarico a Draghi, si scoprono anche le tombe e si vede chi vuole andare al voto e chi vuole continuare a rimanere per prendere 14 mila euro netti al mese, oltre a vari benefici, fino alla primavera del 2023. I partiti, ora, dovranno scoprire le loro carte, tenute finora rigorosamente coperte e non possono più continuare a bleffare, per cui non ci sono piu alibi, alle vere intenzioni di tutti i politici italiani, che dicono una cosa e ne pensano un’altra. Fuori la verità, senza nessuna ipocrisia.
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