Anche la morte di Maradona sta diventando un’occasione in cui la miseria umana sta dando, ancora una volta, il meglio di sé, perché ognuno, in occasione della sua morte, si sente in diritto di sputare sentenze di condanna, sul comportamento di un uomo che, di tutto quello che ha fatto nella sua vita, ne deve dare conto solo a sé stesso, perché non ha mai fatto del male a nessuno. Vorrei sapere, come si fa a giudicare Maradona, dal punto di vista morale, quando, del concetto di moralità, in questa società che distrugge i valori e mortifica le coscienze, si è perso il vero significato, perché moltissime persone, a tutti i livelli, dimostrano, ogni giorno, di conoscere solo a chiacchiere, quella che noi continuiamo a chiamare moralità. Detto questo, vorrei chiedere, a questi moralisti da copertina, se, nei fatti, è moralità vedere imprenditori ricevere contributi dallo Stato e poi portare all’estero la sede fiscale per non pagare le tasse in Italia o vedere famosi personaggi dello spettacolo e dello sport, occultare guadagni, per frodare il fisco e potrei continuare all’infinito con altri numerosi esempi. Da ciò, deduco che il concetto di moralità viene usato, in modo strumentale, sul comportamento degli altri, quando vogliamo dare un giudizio che non ci compete e non guardiamo invece nell’interno delle nostre coscienze, per vedere se abbiamo sempre rispettato la nostra idea di moralità. Molte persone, riguardo ai giudizi espressi su Maradona, avrebbero fatto più bella figura a tacere e a rispettare in silenzio, prima la morte dell’uomo con le sue debolezze e poi la vita del Campione con la sua inarrivabile classe, pura come l’acqua di una sorgente. I morti, meritano rispetto e non giudizi morali, che appartengono solo ai vivi, perché con la morte ci si purifica di tutti gli errori che si sono fatti nel corso della vita e ci si accinge a vivere in eterno un’altra vita, a noi sconosciuta. Gesù disse: “chi è senza peccato, scagli la prima pietra” e questo invito, lo giro a tutti coloro che hanno criticato Maradona, con la certezza che non vedrò in giro volteggiare molte pietre, perché l’uomo, fin dai tempi di Caino, ha avuto sempre peccati da farsi perdonare e non ha nella sua bisaccia molto pietre da scagliare.
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