Manca ancora più di un mese al Natale, ma ho letto con grande apprensione, sulla stampa nazionale e sui social, che è già cominciato il “tormentone” del Natale e questo fatto non presuppone niente di positivo, se consideriamo il “tormentone” che abbiamo già vissuto per le vacanze estive. Capisco che nella mente delle persone, c’è il desiderio di festeggiare il Natale secondo abitudini e tradizioni consolidate da tantissimo tempo. Capisco che c’è la voglia di liberare la mente da pensieri che turbano il nostro vivere quotidiano e, col periodo natalizio, si vorrebbero dimenticare momenti di ansia e di paura. Capisco che per il Natale si vorrebbe già pensare ai regali per le nostre persone care, perché sarebbe il modo più bello di manifestare il nostro affetto e la nostra vicinanza. Capisco tutto questo, ma capisco pure che se esasperiamo i nostri desideri oltre quello che la grave situazione sanitaria ci consente di fare, rischiamo di vanificare tutti gli sforzi che stiamo facendo, per tenere sotto un accettabile controllo la pandemia, che dilaga a più non posso in tutte le parti del nostro Paese. Perciò sarebbe necessario controllare i facili entusiasmi per le festività natalizie e già da ora predisporre la mente per ridimensionare a una contenuta euforia i festeggiamenti, per rispetto verso noi stessi e per rispetto verso chi opera per salvaguardare la nostra salute. Festeggiare sì, naturalmente, ma con moderazione e misura, perché lo richiede la situazione sanitaria e lo richiedono anche tutti i disagi che abbiamo vissuto fino ad ora. Se non posizioniamo già da adesso, il nostro sguardo nella giusta direzione, dopo le feste, rischiamo di pagare a caro prezzo le nostre eventuali negligenze e non ci sarebbero giustificazioni agli errori commessi. Chi è dotato di buon senso e lungimiranza mentale, incominci a riflettere già da ora sul suo personale programma natalizio, per non andare incontro ad una euforica confusione in prossimità delle feste e rischiare poi di andare in debito di ossigeno e questo sarebbe per lui il lato più drammatico della sua situazione.
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