La democrazia americana, la più grande e più potente democrazia del mondo, non è una democrazia in salute, ma è una democrazia malata e cerco di articolare il motivo delle mie convinzioni. Il sistema elettorale americano risale all’anno di grazia 1788 e, da allora, non è stato mai aggiornato, nonostante il notevole lasso di tempo passato fino ad oggi ( 222 anni). Alla fine del 1700 esisteva una realtà direi primordiale, mentre oggi esiste una realtà tecnologica, per cui quel sistema è antiquato, molto articolato e farraginoso e fuori dalle esigenze della vita di oggi e non consente sempre di avere subito un vincitore la sera delle elezioni, come è già successo nell’anno 2000 ( tra Bush e Al Gore) e come è successo anche ieri sera ( tra Trump e Biden) e per di più è soggetto a ricorsi e controricorsi tra i due sfidanti, come già annunciato da Trump di voler far ricorso alla Corte Suprema Americana, per contestare la eventuale vittoria di Biden ed il contenzioso può durare per più settimane, ( nel 2000, durò 36 giorni), prima di conoscere chi ha vinto le elezioni. Per me, quindi, non si può più guardare all’America, come un modello di democrazia efficiente, con l’aggravante poi, che quando si hanno personaggi che hanno la visione della politica come quella di Trump, parlare di democrazia significa offendere nel senso più ampio del termine, il concetto e l’essenza stessa della parola democrazia. Trump, infatti, ha riportato la democrazia americana, durante i quattro anni della sua presidenza, ai tempi del più violento Far West visto al cinema, perché ha una concezione padronale del potere (democratico), che in alcuni momenti, ha esercitato oltre i limiti stabiliti dalla costituzione americana, favorendo una spaccatura nel Paese, tra i suprematisti bianchi e la razza negra, per cui ribadisco che, per i motivi innanzi esposti, la democrazia americana, è una democrazia profondamente malata e Trump ha contribuito a renderla sempre ed ancora più razzista.
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