Più di 25 anni fa il medico messicano Eugenio Martinez Bravo cercò delle alternative terapeutiche per i suoi pazienti, per ridurre i diversi effetti secondari dei farmaci utilizzati.
La scoperta straordinaria del dottor Martinez si basa proprio su un possibile nuovo meccanismo d’azione che salta completamente il filtro di assorbimento epatico e che risulta quindi veloce e privo di effetti tossici. Il rimedio in microdose viene assunto oralmente con due gocce sopralinguali 4 volte al giorno. La stimolazione delle papille gustative raggiunge l’ipotalamo, da lì la corteccia cerebrale e quindi gli organi effettori bersaglio. Questa via, detta neuro-ormonale o sensorio-ipotalamo-corticale-bersaglio, risulta molto efficace e rapida, come è stato già ampiamente dimostrato in diversi esperimenti clinici in doppio cieco. I medici messicani, somministrando digitale in microdosi, equivalente a una quantità 12000 inferiore a quella usata normalmente, a pazienti affetti da insufficienza cardiaca, tachicardia, aritmia, hanno osservato miglioramenti sintomatici significativi in pochi secondi. Contemporaneamente anche l’elettrocardiogramma rivelava dei cambiamenti positivi.
La mancanza di effetti collaterali è l’elemento più interessante, perché ci dà la possibilità di abbattere la maggior parte dei danni iatrogeni che si osservano in terapia. Infine, un altro enorme vantaggio di questa tecnica si profila essere l’assoluta mancanza di dipendenza fisica, che ci permette di usare a lungo le microdosi senza rischi di astinenza ma anche di trattare altre dipendenze. Però, si possono preparare microdosi solo di farmaci che hanno un solo principio attivo, per evitare effetti sgradevoli, ed è sconsigliato il loro uso nei bambini molto piccoli perché le diluizioni si ottengono con alcool a 95 °C.