Le mie poesie di oggi ricordano ed esaltano l’impegno politico e civile con la speranza di risvegliare la ripresa della riscossa affievolita nell’animo dei miei conterranei.
LA CHIAMAVANO TOFA I CILENTANI
La chiamavano tofa i cilentani
La conchiglia soffiata per giustizia
A contrastare assalti di predoni
A dissodar terre di padroni
Sazi d’ozio, di boria e latifondi.
S’è franta l’eco a letti di torrenti
Poveri d’acque, ricchi di sudori
VENGO DAL SUD
Son nato nella terra dei briganti
bestemmiati
Amati.
Sotto la sferza del padrone
Ha riso
Mio padre.
Nutrito di sudore
in grembo a mia madre
Ho pianto
alle bocche sguaiate dei pozzi
bevendo giustizia
nei sogni
gustando domani
migliori di ieri
CI SARANNO TUTTI
Ci saranno tutti
Il giorno della verità:
l’accetta disperata
le trincee degli alberi
l’urlo smorzato in gola
al poliziotto
la rosa di sangue al petto
del sindacalista
i cocci dei vetri al davanzale
del latifondista.
E ci sarò la terra,
creata da Dio,
la terra,
capo di accusa
ACHTUNG
Achtung! Achtung!
Taglia la nebbia
Il grido laceranre
Alla stazione del Nord.
Rimblza sui cenci
Di speranza
All’angolo della sala d’aspetto
Di seconda classe.
Achtung! Achtung!
Laggiù al paese
I grilli cantano alle stelle
La litania di sempre,
Un cuore freme
Tra cespiti di mandorli fioriti,
Achtung! Achtung
La voce metallica
Accompagna
Il sibilo del treno
Senza amore