La vitiligine è una patologia della pelle caratterizzata da una ridotta presenza, o da una totale mancanza, di melanina in alcune aree della cute. Le zone cutanee maggiormente interessate dalla vitiligine sono le unghie e le aree degli occhi, dei genitali e dell’ano, ma può anche colpire le mani, il viso e il collo. Il sintomo caratteristico della vitiligine consiste nella comparsa di chiazze.
Un ruolo molto importante nell’eziologia della vitiligine è svolto da una componente autoimmune. Infatti, le cellule della difesa dell’individuo reagiscono in maniera anomala, attaccando i melanociti e alterando la loro capacità di produrre melanina.
Il trattamento farmacologico di prima linea intrapreso contro la vitiligine è quello a base di corticosteroidi o di farmaci immunosoppressori per via topica. Al recente congresso mondiale di dermatologia sono stati presentati dati incoraggianti circa il trattamento della vitiligine con creme a base di ruxolitinib, farmaco che agisce interrompendo la cascata dei mediatori infiammatori alla base delle reazioni immunitarie.
La kellina è uno dei metaboliti che si ricavano dai semi e dalle foglie della Amni visnaga. La kellina può essere utilizzata tramite applicazioni topiche nel trattamento della vitiligine. Infatti, assieme all’irradiazione UV, è in grado di stimolare l’attività dei melanociti. In un recente studio la kellina è stata applicata assieme ad un trattamento con luce a 308-nm, che è una lunghezza d’onda che induce l’apoptosi dei linfociti T e stimola la proliferazione dei melanociti. Dopo 1 anno di trattamento, il 45% ha ottenuto un’eccellente ripigmentazione (oltre il 75%), e il 25% una buona ripigmentazione (tra il 25 e il 50%). Il miglior risultato si è ottenuto quado si sono trattate faccia, collo, mani e addome, con risultati che si sono mantenuti.