In menopausa, la diminuzione degli estrogeni può provocare alcuni disturbi e sintomi, sia di natura neurovegetativa, quali vampate di calore, sudorazioni profuse, palpitazioni e tachicardia, sbalzi della pressione arteriosa, disturbi del sonno, vertigini, secchezza vaginale e prurito genitale, sia di natura psicoaffettiva, quali irritabilità, umore instabile, affaticamento, ansia, demotivazione, disturbi della concentrazione e della memoria, diminuzione del desiderio sessuale. Inoltre la donna, privata della copertura estro-progestinica, diventa più fragile in termini di salute: minore densità ossea, più problemi osteoarticolari, cardiovascolari e urogenitali.
Un prezioso aiuto per affrontare questo nuovo ciclo di vita è offerto dalla medicina naturale. Infatti è noto che dal mondo vegetale derivano alcune sostanze, i fitoestrogeni, in grado di simulare l’azione degli estrogeni umani. Sono estrogeni deboli, non steroidei, presenti come precursori poi metabolizzati nei principi attivi. Tra le piante ricche in fitoestrogeni ci sono sicuramente la Soia e la Cimicifuga, che esplicano effetti benefici sui sintomi più visibile della menopausa, quali l’umore instabile, le vampate di calore e l’ipersudorazione, oltre che sull’organismo, riducendo il rischio di osteoporosi e di malattie cardiovascolari.
Ci sono anche piante che contengono progestinici naturali, quali l’Agnocasto o l’Igname selvatico, o Wild Yam con il termine americano, che armonizzano l’assetto ormonale femminile riducendo l’irregolarità del ciclo mestruale e migliorando i disturbi neurovegetativi in menopausa. Il benessere che se ne può ricavare è tangibile su sintomi quali ansietà, depressione e disfunzioni vasomotorie, come emerge da vari studi clinici.