Normalmente, se una coppia non riesce a concepire un figlio dopo più di 12 mesi di rapporti sessuali liberi, è possibile fare delle analisi di approfondimento per indagare la fertilità e lo stato della salute riproduttiva dell’uomo e della donna: infatti, l’infertilità deriva sia da cause maschili che femminili.
Tra gli esami per la fertilità femminile si trovano esami di primo livello e indagini più approfondite. Alcuni dei motivi che portano a problemi di fertilità nella donna sono: infezioni, mancata ovulazione, anomalie dell’apparato riproduttivo, pervietà delle Tube di Falloppio. Tra gli esami utili per una prima indagine dello stato di fertilità della donna si trovano quindi gli esami delle urine, per ricercare eventuali infezioni che possono impedire l’instaurarsi di una gravidanza, e il tampone vaginale, per la ricerca di batteri e miceti presenti a livello uretrale, vaginale e cervicale e per impostare l’eventuale trattamento farmacologico.
Indispensabile per il concepimento è la presenza dell’ovulazione. La sua valutazione si fonda, oltre che sul test del muco cervicale, anche sulla misurazione della temperatura basale, sul dosaggio del progesterone ed eventualmente su ecografia e biopsia endometriale. Nella fase di studio della coppia infertile, è opportuno effettuare il dosaggio di ormoni specifici: prolattina, gonadotropina e ormoni tiroidei.
Il Cervical test si fa perché il muco cervicale se risulta filamentoso e spesso anche a metà ciclo può risultare impenetrabile agli spermatozoi e rendere difficile il concepimento. L’isterosalpingografia: è un’indagine strumentale che prevede l’iniezione in utero di un mezzo di contrasto, la cui progressione nelle tube può essere seguita mediante esame radiografico. In tal modo, è possibile valutare la pervietà e la morfologia tubarica e uterina.