La nuova amministrazione comunale di Capaccio Paestum sarà eletta in sede di ballottaggio previsto per domenica 9 giugno. Pertanto da oggi incomincia una nuova campagna elettorale che va analizzata prevalentemente sui temi concreti dello sviluppo. Come tutti sanno, quello che succede a Capaccio Paestum interessa tutto il vasto territorio dei comuni vicini che vengono chiamati Kora Pestana. Proprio per questo io ripropongo, integralmente, qui di seguito un testo che pubblicai sui questo stesso giornale nel febbraio del 2016 perché lo ritengo attualissimo. Invito perciò candidati ed elettori a dibattere con serietà i temi proposti.
Su pressione affettuosa, sull’onda della profonda stima reciproca, del Cavaliere Franco Palumbo, sindaco di Giungano, sono ritornato, dopo decenni, alla BIT, la Fiera Internazionale del Turismo di Milano, che è una delle più importanti di Europa e del mondo. Avrei dovuto parlare del futuro del Turismo nella Kora Pestana, ma la mancanza di tempo non mi ha consentito di articolare il discordo in maniera organica. Ci provo ora, con la legittima ambizione di dare un contributo, spero utile, agli amministratori locali, agli operatori e a tutta la più vasta società civile. Per Kora Pestana si intende, comunemente, quel territorio che dalla pianura trasmigra verso le colline e, su su le montagne, che hanno subito l’influenza culturale, civile ed economica di quello straordinario punto di approdo e snodo di civiltà, che fu Paestum, sulle rotte del Mediterraneo. Pertanto c’è stato nel corso dei secoli della storia, e c’è ancora, un rapporto di dare ed avere tra Poseidonia/Paestum e Ogliastro, Cicerale, Giungano e Trentinara, lungo il bacino del Solofrone, da un lato, Altavilla, Albanella, Roccadaspide, lungo il Calore, dall’altro. Peccato che sulla parte finale del bacino del Calore incomba il pericolo dello sfregio ambientale del dissennato e sciagurato progetto della Centrale Biomassa (a tal proposito, con amore responsabile per il mio territorio di origine, auguro successo alla battaglia di tardiva e disperata resipiscenza dell’Amministrazione d Capaccio Paestum); su quello del Solofrone, invece, si vola alto con il progetto di ampio respiro a proiezione di futuro: IL PATTO DEL FIUME. Onore al merito ai sindaci che lo hanno varato su intuizione e input del loro collega di Giungano. Si tratta, comunque, di due bacini, che hanno storia e storie dense di prismatica ruralità, di creatività artigianale, di folclore ricco, vario, colorato, caldo di profonda umanità nel rispetto della sacralità e della cultura dei luoghi. È l’humus ideale per far nascere, crescere e sviluppare “Il turismo del futuro”, innestato sulla innovazione, sulla originalità della offerta, che rifugge dalle formule stantie e desuete della promozione usurata. Nella pratica del turismo, infatti, non interessa più l’andare ALTROVE, ma lo stare ALTRIMENTI e, quindi, COME e con chi si sta e COSA si fa, come sostengono acutamente gli studiosi dei fenomeni sociali. Di qui la necessità di QUALIFICARE, DESTAGIONALIZZARE, DIVERSIFICARE l’offerta della vacanza, FACENDO RETE con una PROGETTUALITA’ di COMPRENSORIO. Ricordo a me stesso che sono oltre cento milioni in Italia, in Europa e nel mondo i TURISTI che i sociologi, primo fra tutti il prof. Domenico De Masi, definiscono CONSAPEVOLI, vale a dire attenti e motivati nella scelta della vacanza tra varie opzioni. Cercano una giornata al mare, pulito ed attrezzato, nella buona stagione, o una escursione tra i monumenti di pregio e specificità ambientali, nella bassa, un pasto di qualità a base di tipicità territoriali in un ambiente accogliente, un concerto o una serata letteraria in un contenitore di prestigio. Si tratta di un segmento di cultura medio/alta, di spiccata sensibilità e di discrete possibilità economiche. Paestum e, soprattutto, il vasto territorio della sua Kora potrebbero soddisfare appieno queste esigenze se solo si attrezzassero al meglio. Ed è per questo cha la città e tutto il territorio circostante nel suo insieme si deve dare uno “stile di vita” all’insegna della cortese eleganza, con sobrietà e senza ostentazione, con naturalezza e disinvoltura, senza sbavature, con semplicità e spontaneità. E l’ospite deve sapere cogliere e sentire che tutto questo è connaturale ai Pestani. E nel territorio, lungo il Solofrone, ci sono tre punti forza su cui puntare: LA VIA DELL’AMORE ed IL VOLO, a Trentinara; SPARTACO e IL MUSEO DELL’ARTIGIANATO, a Giungano; La DIETA MEDITERRANEA che, sull’onda della grande cultura mitologica, io ho ribattezzato IL CIBO DEGLI DEI lungo tutto il percorso del Solofrone da Giungano alla foce. 1) E’ già una realtà e registra un grande successo, a Trentinara, LA VIA DELL’AMORE, che, recuperando ed esaltando un’antica leggenda di amore e morte, conduce i visitatori lungo il percorso attrezzato work in progress di circa un kilometro in volo su un dirupo nel delirio di piacere di uno spettacolo mozzafiato con il sottofondo dei versi d’amore dei poeti di ogni epoca e di tutte le letterature siglati su artistiche colorate mattonelle di ceramica. 2) IL VOLO, una delle attrazioni paesaggistiche più note e frequentate nel Cilento e non solo è, fuori dubbio, la Piazzetta Panoramica di Trentinara che s’apre su di un panorama a tutto tondo, che spazia da monti dell’interno: Cervati, Gelbison, Alburni, Vesole, Chianiello, Antilia ecc. all’infinito del mare dei miti e della Grande Storia del Mediterraneo da Palinuro e Licosa, da un lato, alla Costa d’Amalfi, Punta della Campanella e Capri dall’altro. Questo straordinario punto di osservazione si doterà, entro la primavera, di una “Funivia semplificata” moderatamente pendente, con una campata di 1500 metri è una delle più lunghe d’Italia, con una velocità massima di 120 kmh. Sarà in grado di soddisfare le emozioni per i fruitori audaci con una imbracatura a mo’ di VOLO D’ANGELO. Complimenti al Sindaco per l’idea ed alla ditta Fraiese, che realizzerà il progetto, sul quale ritornerò per una analisi più approfondita. IL VOLO è stato da sempre il desiderio inconfessato o esplicitato dell’uomo attraverso i secoli, come ci conferma il mito di Dedalo ed Icaro. Quello di Trentinara sarà il volo delle emozioni da estasi smemore, dell’amore che gonfia di desideri il cuore, dei sogni audaci, che fecondano l’anima, delle arditezze del pensiero che non conosce confine, della poesia che terremota con “pathos e thumos” ben al di là del “logos”, della libertà che osa oltre il possibile e contagia l’uomo con il “daimon” della divinità. Non a caso la funivia sorvolerà il percorso del Solofrone, là dove l’acqua dirupa nel salto ardito della cascata, che luce d’argento sugli altari di pietra delle falesie d’ambra per ricordare ed esaltare la morte di Spartaco, forse il più grande rivoluzionario di tutti i tempi, che la storia/leggenda vuole perito nella sua ultima battaglia contro Roma, proprio nella gola di Tremonti, tra Trentinara e Giungano. 3) Ed alla figura di SPARTACO ha fatto riferimento il sindaco di Giungano per dare visibilità, voce, protagonismo al riscatto delle zone interne a dimostrazione che sono le “idee che muovono il mondo” prima e più delle risorse economiche, perché esse stesse sono una risorsa incommensurabile, perché mettono in moto cuore anima e pensieri dell’uomo. Spartaco per la portata rivoluzionario del nome sarà il logo della Kora Pestana. E a qualche centinaio di metri di distanza, in un contenitore di assoluto prestigio, fresco di restauro piuttosto recente e, quel che più conta, nel recupero funzionale e nel rispetto dell’arte e della storia, il Convento Benedettino con annesso anfiteatro all’aperto, sarà sistemato. 5) il MUSEO MERCATO PERMANENTE DELLA KORA PESTANA, di cui mi sono ampiamente interessato in un recente articolo. Lungo il corso del Solofrone, a destra e a sinistra, si stende una notevole parte di pianura, fino alla foce tra Paestum ed Agropoli, che da secoli è terra di agricoltura di qualità e di prodotti di eccellenza. Cantano alla brezza storia e storie del territorio gli uliveti dal fogliame bigio, i vigneti di geometrica fattura, i coltivi dove un tempo ondeggiò d’oro il mare delle spighe, o, con la riconversione delle colture, il tabacco a foglie larghe, o i fagioli al palo, i pomodori a siepe, i ceci vanitosi di fiori colorati i meloni gialli e i saporiti bianchi “vernini”, le angurie rosso fuoco, fecondati dall’acqua del fiume. E il fiume che scorre pacioso, ad aver orecchie aduse alle tradizioni, narra di latifondisti arroganti, di lotte eroiche di braccianti al grido disperato di “pane e lavoro”. Ma a spulciare la storia antica e le avvincenti leggente dei miti qui nella pianura da Giungano ad Agropoli, o sulle colline di Cannito, da un lato, e quelle di Cicerale/Monte. Ogliastro con Eredita e Finocchito, dall’altro, noi cilentani, qui nati, abbiamo l’orgoglio di andare quotidianamente A TAVOLA CON GLI DEI: Cerere, Cibele e Demetra, dee del grano e dei cereali, ci inebriamo con Dioniso/ Bacco, tracannando brocche di vino robusto, sangue della Magna Mater Terra, ragioniamo con saggezza con Minerva/Atena, che regalò nome e ulivo alla civiltà del Mediterraneo, di cui siamo figli ed eredi, ci esaltiamo con Artemide/Diana, che ci feconda di bellezza, perché fu pronuba d’amore fra il giovane pastore Aci e la bellissima ninfa Galatea, antesignani dei tanti Aci scesi dai monti dell’interno alla pianura a margine di mare per le strade della transumanza, incontrarono la loro Galatea, dando vita alla primo meticciato del mondo antico nelle nostre zone, e rievochiamo la storia/mito dei “sicofanti”, gustando i fichi zuccherini dell’intero territorio sotto lo sguardo divertito e la bonarietà protettiva e tollerante di Pan e Sileno qui dove nacque una nuova generazione nel segno della ibridazione. Forti di questa storia e di queste tradizioni noi abbiamo la consapevolezza e l’orgoglio di nutrirci del CIBO DEGLI DEI, di cui siamo privilegiati commensali quotidiani. A questo banchetto di cibi genuini, ricchi grandi valori, noi invitiamo i turisti che verranno a stupirsi della nostra BELLEZZA, che porta nel DNA la sacralità degli dei. Ne siano consapevoli, amministratori locali, operatori economici, società civile e, soprattutto, i giovani. E gridino tutti l’orgoglio di identità e di appartenenza con i versi del grande Euripide: “Dimentica la differenza, troverai l’identità. Unisci al gruppo e sarai felice”.