Qualche anno fa lessi un bel servizio su “Il Corriere della Sera”, dal coinvolgente titolo “LIBRIAMOCI”, che anticipava una valida iniziativa che si tenne in tutta Italia, sulla quale feci una riflessione su Positanonews e che riprendo qui di seguito attualizzandola e proponendola per i miei territori dell’anima: Cilento e Costa d’Amalfi. La recupero nella speranza che la decisione sia bene accetta dalla opinione pubblica e dalla classe dirigente, politica ed imprenditoriale sia di Amalfi che dell’intera Costiera, come di Capaccio Paestum e dell’intero Cilento, dove, nell’una e nell’altra costa è in atto una vivace campagna elettorale, non solo per eleggere il Parlamento Europeo ma anche per rinnovare sindaci e consigli comunali. Lo avverto come un dovere di cittadino e di uomo di cultura che ha speso il meglio delle sue risorse fisiche ed intellettuali per i suoi territori dell’anima. Se così non sarà ne prenderò atto con rammarico e dedicherò per il futuro le mie energie ad altre zone e ad altri temi. Pubblico qui di seguito l’articolo che rimonta a qualche anno fa, ma che ritengo attualissimo…
Da alcuni anni a questa parte, in genere nel mese di novembre, si tiene nella capitale una bella iniziativa culturale, dal titolo originale e coinvolgente già nel titolo “ROMA SI LIBRA”, la rassegna dedicata agli editori indipendenti di Roma e del Lazio. Inizialmente si teneva in quattro piazze, tra le più belle del centro storico: Navona, Farnese, Capranica, Mignanelli. Poi ha allargato il target dei destinatari e da alcuni anni si rivolge ai piccoli editori di tutto il territorio nazionale ed è diventata una vera e propria Fiera del Libro. È cresciuta nel consenso di editori, autori, giornalisti, lettori di ogni età e di ogni ceto sociale e che di anno in anno popolano stand per presentazioni di libri, dibattiti, conferenze stampa o, semplicemente per curiosare e che per tre giorni fanno da protagonisti ad una straordinaria Festa della Cultura. Io, che da quando è nata, ne sono frequentatore assiduo ed entusiasta, posso testimoniare che il successo è crescente di anno in anno. Ho la fortuna di conoscere uno dei gli organizzatori che mi onora di sua amicizia. L’ho incontrato qualche giorno fa e, tra un caldo scambio di idee sul tema, il mio autorevole interlocutore, conoscendo il mio legame con la Costa di Amalfi ed il Cilento (Capaccio Paestum in particolare) mi ha sollecitato e solleticato a realizzare un evento del genere nei miei territori dell’anima, puntando sui mercati dei Paesi del Mediterraneo sull’onda della prestigiosa storia che sia Amalfi come Capaccio Paestum hanno recitato sulle opposte sponde del “mare nostrum”.
Ci siamo appassionati entrambi all’idea e ne abbiamo discusso per ore al tavolo di un confortevole locale del Centro, frequentato in genere da letterati e giornalisti del settore.
Mi è venuto in mente un bel libro di Ermanno Cavazzoni, dal titolo inquietante e provocatorio
insieme “Gli scrittori inutili”, in cui l’autore sostiene la tesi che, per quanto attiene alla lettura, noi italiani abbiamo abitudini da branco e quando ci troviamo insieme siamo uno spettacolo deprimente. I libri più venduti? Solo quelli che passano in TV, indipendentemente dal loro valore. I premi letterari? Una fiera delle vanità foraggiata spesso con i soldi pubblici, in cui c’è il trionfo del comparaggio tra critici (!), editori, quelli che contano e spesso pagano, ed intellettuali che vivono di proventi, da giurati di professione. Risultato? Premio assicurato al giornalista star che fa fortuna e gonfia il portafogli con le ultime sugli intrighi dei Palazzi del Potere.
Ho analizzato la situazione delle due coste, Amalfitana e Cilentana ed ho fatto partecipe con calore delle mie riflessioni l’amico interlocutore: Da Cetara a Positano c’è una sola libreria degna di questo nome, ad Amalfi. Altrove il deserto o quasi, a parte il miraggio di qualche pubblicazione in due o tre edicole. Eppure sul territorio vive una popolazione di circa 30.000 abitanti. C’è una consistente rete di istituti scolastici di ogni ordine e grado con migliaia di studenti, desiderosi di apprendere, per innata sete e fame di cultura, ma anche per acquisire professionalità e competere sui mercati. Senza contare che sulla Costa passano e spesso soggiornano centinaia di migliaia di turisti che hanno voglia di leggere un buon libro sotto l’ombrellone a carezza ventilata di mare o sulla terrazza di una struttura alberghiera spalancata sull’orizzonte sconfinato di cielo e di mare. Ci rinunziano. Sono costretti a rinunziarci per impossibilità di rifornirsi di materia prima: il libro appunto. Mi si dirà che non mancano le iniziative che promuovono la cultura e che fanno notizia sulla stampa. Ma quale cultura e quali libri? Quelli dell’ultima furbata di stagione per veri o presunti scandali megafonati sulle riviste patinate della stessa Casa Editrice, che pubblica il libro? Quelli del divo/a della televisione che cazzeggia (mi si lasci passare il termine) con il potente di turno (politico, economista, manager, calciatore, ecc.) con complice simpatia apparente e strisciante servilismo nella sostanza? E, poi, finita la festa del narcisismo dei vanesi, addio ai libri, anche a quelli più innocui e futili che non stimolano le menti alla riflessione e non gonfiano i cuori di emozioni. E questo che è un autentico dramma lo si registra in tutti i settori della cultura. Qualche esempio? Maiori ha organizzato per anni un dignitoso premio cinematografico intitolato al Maestro del neorealismo, Roberto Rossellini, ma non ha un cinema. Minori ha dato vita, per ben dieci edizioni ad un Premio di Letteratura Enogastronomica, ma non dispone ancora di una biblioteca di settore. Ravello è conclamata “città della musica”, ma non ha un negozio di strumenti e/o di partiture musicali. Nei pomeriggi d’estate ha animato fino a qualche anno fa gli elitari “thè con l’autore”, piuttosto frequentati, ma non ha una libreria dove acquistare i libri presentati.
Positano, da un decennio a questa parte, è invasa dai vip (!) per “Sole, mare e cultura”, ma non dispone di una libreria, come la località di prestigio internazionale consentirebbe e consiglierebbe. Una coraggiosa amica milanese aveva tentato di correre l’avventura, ma dovette rinunziarci dopo pochi mesi.
La mia analisi amara e in parte spietata, ma tragicamente vera, ha inizialmente lasciato ammutolito l’amico interlocutore, che poi si è ripreso e con baldanza e calore ha sostenuto che questo terreno vergine è l’ideale per correre l’avventura e vincere la scommessa. Mi ha convinto. Ed eccomi qui a sostenere la sua tesi: di questo passo non andremo lontani, perché una società che non investe in cultura non ha futuro.
Di qui a qualche settimana la Divina Costiera da un lato e Paestum, dall’altro lato si risveglieranno dal letargo lungo dell’autunno/inverno e cominceranno, si spera, a programmare iniziative/eventi per l’altrettanto lunga stagione turistica. E, se cominciassimo proprio dai libri ad animare almeno i weekend dei prossimi mesi?
Io provo a suggerire qualche idea con spirito propositivo:
1 – EDITUR – Fiera del libro turistico, un settore che è cresciuto a dismisura negli ultimi anni e che potrebbe portare in costiera editori, autori e giornalisti di settore e, naturalmente, visitatori rivitalizzando, soprattutto per il futuro, i mesi di bassa stagione;
2 – SALAM – che è l’acronimo di Salotto Letterario Amalfitano, ma anche il saluto delle popolazioni arabe e che, proprio per questo dovrebbe puntare sulla presentazione di libri di una letteratura emergente, quella euro/mediterranea, con conseguente dibattito sul meticciato/ibridazione delle culture e delle civiltà, di cui la Costa di Amalfi è storicamente straordinaria testimone;
3 – LA LETTERARIETÀ DELLA COSTA – una serie di weekend a tema che, riscoprano, ripropongano ed esaltino testi che hanno fatto la storia della letteratura di viaggio in Italia e in Europa (c’è solo l’imbarazzo della scelta). Naturalmente il tema è vasto nella sua prismaticità e può investire anche altre forme d’arte (Cinema, pittura, fotografia, musica, ecc.);
4 – MEETING DEI PREMI NOBEL DEI PAESI DELL’AREA MEDITERRANEA, che, anno per anno, affronti un tema con un dibattito ampio, di caratura internazionale;
Ritengo che la città deputata a queste iniziative sia e, secondo me, debba essere Amalfi, (ma anche Ravello, sede ideale per il Meeting dei Nobel), perché è e resta la città/leader del territorio, perché ha strutture adeguate per l’accoglienza e per gli eventi, perché ha uno straordinario appeal nel nome. Ma ciò non toglie che l’iniziativa possa diventare itinerante.
So che mancano le risorse economiche e che non si può contare sui finanziamenti degli enti pubblici sovracomunali. Però le iniziative proposte sono, quasi tutte, “a costo zero” o giù di lì. Per i pochi spiccioli da impegnare si potrebbe e, secondo me, si dovrebbe, poter contare sulla munificenza degli operatori, che, sull’esempio del mecenatismo dei padri, potrebbero assicurare non solo l’ospitalità di qualche personaggio di riguardo ma anche qualche contributo per le spese di organizzazione.
Al momento non vedo altre strade per attivare un minimo di processo concreto di destagionalizzazione, felice, naturalmente, di salutare con entusiasmo idee e proposte più valide delle mie.
Per intanto continuo a pensare: “AH,SE AMALFI SI LIBRASSE!!!”, alludendo non solo alla festa dei libri ma anche ai voli delle grandi idee che scatenano emozioni e fanno sognare. E quale occasione migliore di un fecondo e produttivo dibattito sul tema fra quanti governano le piccole città e i deliziosi paesi per ipotizzare ed approvare le linee guida di una POLITICA COMUNE DELLA E PER LA CULTURA per l’intero territorio costiero?
Io mi sono impegnato con il mio autorevole e colto interlocutore romano a sostenere con determinazione e calore l’idea. Cosa che sto facendo su questo giornale. Se qualche autorevole sindaco o assessore alla cultura e al turismo farà sua la mia scommessa ne sarò felice. Diversamente mi rassegnerò ad una ennesima sconfitta, orgoglioso, però, di averla subita nel segno dell’amore per la mia “città del cuore (Amalfi)” e per il mio territorio dell’anima, “la Costa Divina”, e anche per la mia terra di origine, Capaccio Paestum, che considero da sempre la mia Itaca.