Un giorno di questo maggio che sembra … marzo: temperature basse, poco sole, pioggia e … di conseguenza pochi turisti. Avevo programmato un salto a Marina di Pisciotta per gustare la cucina di “Angiolina”, locale rinomato per la sua buona cucina di mare. La giornata grigia e non molto bella non ha frenato la mia voglia “gastronomica”. Così, in una statale libera da traffico, in poco più di un’ora sono giunto alla mia meta. Tanta tranquillità e un mare calmo trasmettono una grande rilassatezza. In fondo … era quello che cercavo. Un posto che potrebbe avere lo slogan che, qualche anno fa, aveva un famoso amaro: “contro il logorio della vita moderna”. A riceverci troviamo un ragazzo gentile e cortese che con molta maestria ci fa accomodare. Siamo stati i primi 2 clienti di 5! Vi posso assicurare che in piena stagione non è così, se non si prenota, da “Angiolina” non trovate posto. Notiamo subito l’assenza di Rinaldo, uomo immagine e simbolo del locale. Rinaldo è il figlio di Angiolina, la cuoca che ha dato il nome al locale e che è scomparsa lo scorso anno all’età di 96 anni. Ricordo che in occasione della nostra ultima recensione (nel 2014), la signora Angiolina era ancora in cucina per controllare che il tutto andasse come piaceva a lei. Invece, Rinaldo, attualmente ha tirato un po’ “i remi in barca”. Ha creato una cooperativa con i suoi ragazzi che da anni lo accompagnano e quando prevede che la giornata è “calma”, si assenta volentieri. Probabilmente, lo fa anche per vedere come i giovani, o meglio il futuro del ristorante, se la cava senza di lui. Può stare tranquillo, per quanto riguarda l’accoglienza e la qualità della cucina non è cambiato nulla. Abbiamo mangiato benissimo e continuo a considerare il posto come una delle migliori “tavole di mare” di tutto il Cilento. Comunque, che il locale è rinomato, non l’abbiamo scoperto noi. Da anni riceve ampi consensi e recensioni dalle più importanti guide del settore: i “3 gamberi” dal Gambero Rosso (riconoscimento che è assegnato a meno di 20 locali in Italia, ed è dato a quelle trattorie che valorizzano la più autentica tradizione italiana) e la chiocciola Slow Food che detiene ininterrottamente dal 2005. A tavola, oltre alla consueta lista, ci sono state elencate delle interessanti proposte alternative, dovute alla pesca del giorno. Noi, ci siamo lasciati tentare, come antipasto, dalle crocchette di alici in salsa di agrumi che erano semplicemente deliziose ed avevano un croccante e una leggerezza che facevano intuire la qualità delle materie prime. A seguire, gli spaghetti alle alici in bianco arricchiti con briciole di pane e profumo di limone. Specialità che avevo provato anche in precedenti occasioni ed è una vera e propria delizia per il palato. Che dire del secondo? Un trancio di dentice fresco al limone. È una frase fatta … ma veramente si sentiva il mare che dista a pochi metri dal ristorante. Per concludere, ci è stato proposto un assaggio di totanetti fritti. Non ho più parole per elogiare la qualità di questo posto che non delude mai. Come vino, da una carta ricca e assortita, abbiamo bevuto il Greco di Tufo 2016 di Di Prisco che ha accompagnato il tutto a meraviglia. Complimenti ragazzi, avete avuto la fortuna di avere un grande maestro che ha saputo ben addestrarvi e preparare il locale ad un futuro roseo! In due abbiamo pagato 95 €, veramente spesi molto bene. Ritorneremo.
Trending
- Modelli internazionali per combattere lo spopolamento delle zone interne del Cilento, del Vallo di Diano e degli Alburni
- 30 milioni alle scuole carcerarie, un emendamento alla Legge di Bilancio di Italia Viva
- Premio letterario “Crescere con le favole”, al via la 2° Edizione
- CGIL e UIL, sciopero generale per cambiare la manovra di bilancio
- 335 milioni per le palestre, una nuova cospicua ondata di denaro da destinare alla scuola
- Oggi, alla Camera, la presentazione della Fondazione Giulia Cecchettin. Presente Valditara.
- “Il ragazzo dai pantaloni rosa” fra polemiche e ammonimenti
- #NoiSiamoLeScuole a Savona