I mezzi di contrasto sono sostanze impiegate prevalentemente nell’ambito della diagnostica radiologica per immagini, come la radiologia tradizionale, angiografia, TAC, così come per la risonanza magnetica nucleare (RMN). In particolare, vi è la possibilità di rendere visibili alcuni dettagli che, diversamente, non riuscirebbero a emergere in modo così nitido. Vi sono, però, delle effetti collaterali del mezzo di contrasto; o meglio, alcuni soggetti potrebbero manifestare dei sintomi avversi, vuoi per motivi allergici vuoi per reazioni imprevedibili.
In base alla severità dei sintomi è possibile distinguere reazioni in lievi che sono solitamente transitori e comprendono dolore, nausea, vomito e sudorazione intensa; moderate, come l’orticaria, episodi di vomito frequenti, edema delle palpebre, dispnea, dolore addominale e/o toracico; gravi, manifestazioni rare che possono comprendere alterazioni del ritmo cardiaco e della pressione sanguigna, dispnea grave, edema laringeo e polmonare oltre a sintomi neurologici quali convulsioni e perdita di coscienza. Ad oggi, però, le reazioni avverse ai mezzi di contrasto sono eventi piuttosto rari.
Dal punto di vista della pratica clinica è fondamentale, accingendosi a prescrivere un esame con contrasto per via endovenosa, avere informazioni su eventuali pregresse reazioni avverse avvenute in precedenti esami. Non vanno trascurate condizioni patologiche in atto o antecedenti, per esempio asma bronchiale, allergie alimentari o a farmaci, che possono predisporre a reazioni indesiderate. Va sempre raccolta, un’accurata anamnesi farmacologica. Ugualmente importanti sono un attento esame clinico del paziente e la valutazione di alcuni parametri di laboratorio, quali funzionalità renale, epatica, tiroidea, emocoagulativa ed elettroforesi proteica del siero.