Enuresi è il termine scientifico che indica la perdita di urina involontaria. Quando avviene durante la notte viene definita comunemente “pipì a letto”. Si tratta di un disturbo diverso rispetto all’incontinenza urinaria e alla pollachiuria. L’enuresi notturna è considerata normale fino all’età di 5-6 anni, età in cui di solito si raggiunge il controllo della minzione. D’altro canto, non è raro che si manifesti fino all’età adolescenziale e si stima che interessi l’1% degli adulti. Fare la pipì a letto provoca un disagio psicologico e sociale abbastanza rilevante.
La maggior parte dei casi risulta da una combinazione di fattori, tra cui fattori genetici e storia familiare di enuresi. Vi può essere anche un ritardo nello sviluppo fisico, con capacità della vescica ridotta o sottosviluppo degli allarmi del corpo che segnalano la necessità di urinare. Anche l’eccessiva produzione di urina durante la notte può concorrere: nella maggior parte delle persone, la secrezione di vasopressina (o ADH) riduce la quantità di urina prodotta durante la notte. Ancora, la difficoltà a svegliarsi durante la notte: spesso, i bambini enuretici hanno un sonno profondo, nel senso che non possono risvegliarsi facilmente durante il riposo notturno e sono incapaci di riconoscere il riempimento vescicale, quando hanno bisogno di urinare. Anche problemi emotivi, eventi stressanti e ansia possono concorrere. Infine, la stitichezza cronica: movimenti intestinali irregolari possono irritare la vescica, poiché limitano la sua espansione.
Il rimedio farmacologico contro l’enuresi notturna è prevalentemente la desmopressina, che compensa la carenza di ormone vasopressina responsabile della riduzione di filtrazione renale durante il sonno. Va assunta dal bambino, a partire dai 9 anni di età, poco prima del riposo notturno.