Il paracetamolo è un farmaco “da banco” (OTC) comunemente utilizzato nei bambini come antipiretico e antidolorifico. Nonostante il suo diffuso utilizzo e gli anni di ricerca il suo esatto meccanismo d’azione è sconosciuto.
Infatti il paracetamolo non è da considerarsi un vero e proprio FANS, dal momento che non possiede attività antiaggregante e la sua attività antinfiammatoria è molto piccola. Esiste una isoforma di ciclo-ossigenasi espressa a livello cerebrale (COX-3) che potrebbe essere il bersaglio preferenziale del paracetamolo. L’inibizione di questo enzima potrebbe dar conto di una parte dei rilevanti effetti analgesici e antifebbrili, per azione centrale sui nuclei cerebrali,del paracetamolo.
Recentemente sulla rivista Canadian Family Physician è stato pubblicato un articolo in cui viene focalizzata l’attenzione sull’uso di questo farmaco in età pediatrica.
Per diversi decenni, i ricercatori hanno allertato i medici sulla potenziale associazione tra paracetamolo e sviluppo di asma. Tuttavia, in un recente studio prospettico di coorte realizzato in Australia, non è stato osservato un rischio più alto di successiva malattia allergica.
Dopo diverse segnalazioni relative ad errori di somministrazione di alte dosi di paracetamolo nei bambini, alcune ditte farmaceutiche hanno deciso di modificare i loro prodotti in base all’età dei pazienti. Però, molte preparazioni OTC possono contenere paracetamolo come principio attivo; pertanto, i genitori potrebbero somministrare inavvertitamente paracetamolo determinando un sovradosaggio del farmaco.
Inoltre voglio ricordarvi che nei pazienti in trattamento con anticoagulanti orali (warfarin), la somministrazione di dosi di paracetamolo uguali o superiori a 2 g/die per più giorni richiede un controllo dell’indice INR più frequente rispetto ai tempi previsti per incremento del rischio emorragico.