Ce la posso fare … con questa frase monca ho chiuso la mia 1 ma settimana di preparazione alla mia prima maratona.
L’idea mi frullava da tempo ma tergiversavo perché convinto di non avere fatto abbastanza per meritarmela.
Il primo passo l’ho fatto iscrivendomi alla XV Transmarathon del parco che ho portato a compimento con legittimo orgoglio. A seguire, senza soluzione di continuità, ero già iscritto alla 10 tappa del Circuito Cilento di Corsa, la Maratona degli ulivi a Pisciotta. Una corsa di oltre 16 Km, di cui la prima metà in salita. In quella occasione mi sono ripromesso che se riuscivo a correrla senza interrompere la corsa mi sarei iscritto alla maratona di Torino che si correrà il 4 novembre.
Nonostante la fatica nelle gambe delle 4 gare precedenti, riesco nel proposito e all’arrivo, comunico al mia amico, Rosario Pingaro, la mia intenzione. “È troppo presto” mi risponde. Il dubbio di un amico che mi farà riflettere.
Intanto, mi aspetta una settimana impegnativa che si concluderà con la prima edizione di Exodus, una gara di 10 Km che si corre nell’area archeologica di Paestum. La mia prestazione non è esaltante ma mi accontento. Ho ancora 2 gg per fare l’iscrizione … ma il pensiero non mi lascia in pace. Dico a Gina di effettuare il versamento della quota d’iscrizione. Lei lo fa lunedì 3 settembre. Da questo momento ci sono dentro fino al collo! Lo comunico a Sergio Civita che, come Rosario, non è convinto …
Inizio il 2 settembre una settimana intensa di allenamento: “il dado è tratto” … si va a Torino!
Ormai sono già entrato nella parte e aspetto la prova del 9 della mia prima “lunga” prevista per sabato 8 settembre. Nei giorni che precedono mi concentro alla ricerca di un’andatura che mi faccia sentire a mio agio.
Incontro difficoltà nella smaltire fatica e tossine accumulate nelle settimane precedenti, ma lentamente entro nella condizione giusta.
La notte prima dell’esame finale della “lunga” faccio sogni agitati. So bene che una cosa è pensare, un’altra mettersi in strada e macinare Km correndo.
Scelgo un percorso che conosco perché l’ho fatto camminando ed anche correndo: da Vuccolo Maiorano a Spinazzo e ritorno passando per via Torricelle e percorrendo in andata e ritorno la pedemontana che da Capodifiume porta a alla rotonda che immette sulla Capaccio Pæstum.
Obiettivo correre per 2:30 ore.
Mi metto al piccolo “trotto” e in atteggiamento resiliente, con una certa apprensione, perto per affrontare il mio primo impegno lungo di una storia che dovrebbe portarmi a Torino in condizioni di terminare la mia prima maratona.
Mi faccio accompagnare dalla lettura delle Metamorfosi di Ovidio, tradotte e lette da ….. Ne ascolto una puntata su Ad Alta Voce ogni 5 Km.
Passo davanti ai miei luoghi quotidiani per i primi 5 Km, poi svolto verso la sorgente di Capo di fiume e mi allungo costeggiando il canale della bonifica.
Il percorso scelto mi garantisce pochi dislivelli da superare e acqua nei punti strategici. L’andatura da crociera che mi sono imposto mi consente controlli sistematici del mio stato fisico. La temperatura è un po’ alta e l’umidità esercita una certa pressione, ma mi adatto alla situazione.
Faccio la 1^ sosta per rinfrescarmi alla cappelletta eretta a ridosso della rotonda che smista il traffico sulla Capaccio – Paestum. Mi bagno abbondantemente e poi riprendo la corsa con metà Spinazzo dove arrivo senza grossi problemi a marcare il 12° Km.
A questo punto arriva la telefonata di Ginetta che chiede notizie delle mia condizioni fisiche e, soprattutto, dove dovrebbe venire a prendermi.
In un attimo prendo la decisione di tornare a casa a correndo evitando di impegnarla. Questa si rivelerà un’ottima scelta anche per le altre lunghe in calendario. Infatti, da un lato sono autonomo del decidere quando e dove correre, dall’altro ho ben chiaro l’obiettivo che voglio raggiungere quando sono a metà gara.
Inforco via Torricelle con una certa “baldanza” e giungo sulla Capaccio Paestum a ridosso della stazione di Paestum. Riprendo la strada del ritorno che a questo punto mi porterà a casa percorrendo ancora una decina di Km.
Rifaccio sosta alla stessa fonte del primo rifornimento, e riparto alla volta di Capo di Fiume.
Quando arrivo alla “sorgente” sacra agli antichi Dei, il mio orologio segna 18 Km e 2 ore e 10’ di tempo impiegato. So già che per arrivare a casa mancano poco più di 5 Km, per cui sono in dirittura finale del primo sforzo prolungato.
Ora è solo questione di tempo ma sono certo che i luoghi “amici” mi faranno compagnia nell’ultimo sforzo. Alla fontanella di Vuccolo Maiorano bevo abbondantemente e poi riprendo la “corsa” verso casa.
Pregusto già al soddisfazione di aver fatto il mio primo passo verso Torino. Altri ne arriveranno ma poggeranno tutti su questa esperienza che, tutto sommato, è stata meno complicata di come me l’aspettavo.