Il 3 febbraio di nuovo in partenza con destinazione El Calafate città della Sierra Nevada. Sveglia all’alba e partenza dall’aeroporto di Ushuaia. Siamo praticamente i primi ad arrivare e in aeroporto non c’è movimento. Dopo un po’ tutto si rimette in moto e i passeggeri, quasi tutti turisti, si dirigono alle porte d’imbarco. Anche gli shop riaprono e i ritardatari si affollano per acquistare gli ultimi souvenir prima della partenza.
Atterriamo dopo poco più di un’ora all’aeroporto di El Calafate, 20 km per arrivare in città per una strada arsa, priva di vegetazione, intorno il “deserto”. In città, invece c’è vita: case colorate dai tetti spioventi abbellite da piante di rose di tanti colori e cespugli di lavanda e di ginestre. Un passaggio in albergo e poi subito in giro per la città a scovare quel che c’è da vedere. Scopriamo il grande lago Argentino increspato da un forte vento e di un colore in parte azzurro e in parte blu tendente al nero. La lunga passeggiata che costeggia il lago rilassa. Su un grosso spiazzo adibito ad arena, un gran numero di cavalli si preparano per un rodeo da tenersi nel pomeriggio. È particolare l’esibizione di cavalli che al pelo vengono montati da cavalieri che con coraggio cercano di rimanere in groppa il più possibile prima di essere disarcionati: il pubblico è molto coinvolto sia dallo spettacolo sia dagli stand enogastronomici situati intorno alle gradinate.
Domenica 3 partenza in pullman, dell’agenzia Tiempo Libre, per il Parco Nazionale Los Glaciares dove troveremo il ghiacciaio Perito Moreno. Costeggiando il grande lago Argentino, ricco di insenature, a destra e a sinistra ci accompagna la grande tundra, un deserto arido, secco dove prevale il colore giallo con poche macchie di arbusti verdi per difendersi dal forte vento e dalla pioggia che durante l’anno è abbondante. Incontriamo una famiglia di bonachio e poi i condor. E ancora ampie diramazioni del lago. Mentre procediamo all’interno del parco notiamo una vegetazione di arbusti che prendono il nome di “calafate” con frutti violacei che la guida dice che sono buonissimi, simili ai mirtilli. Il grande ghiacciaio Perito Moreno appare improvvisamente ai nostri occhi. È una grande barriera di bianco che, man mano ci si avvicina, assume la dimensione di un immenso iceberg che emerge dal lago. Alle sue spalle, all’orizzonte, si ergono catene di montagne rocciose dalle punte aguzze e anch’esse imbiancate.
Uno spettacolo immenso, affascinante, unico… Ma il bello comincia, scesi dal pullman ci incamminiamo lungo la passeggiata panoramica costruita in sicurezza proprio a ridosso del fronte meridionale del Perito Moreno. Sulla passerella in ferro c’è un andare vieni di gente nella continua ricerca dell’angolazione giusta per immortalare se stessi a pochi passi dall’imponenza della natura imprigionata nell’immensa ed eterna massa del ghiacciaio che si erge dall’acqua del lago con costoni di ghiaccio di oltre 100 metri. L’erosione delle onde spinte dal vento contro la base provoca, nelle ore più calde, continui smottamenti che fragorosamente avvertono gli astanti che si girano nella direzione da cui proviene il rumore.
Lunedì, la 4 giornata ad Al Calafate, la dedichiamo a fare un trekking di 15 km costeggiando il lago. Percorriamo il sentiero situato tra la strada e il lago. Ci fanno compagnia tanti uccelli acquatici come cicogne, anatre che nel loro piccolo mondo nuotano, pescano, volano… su lunghe strisce di terra dalla quale emergono verdi e appetitosi prati d’erba, gongolano decine di cavalli allo stato brado che, ogni tanto, sollevano la testa per avanzare ancora un po’ a cercare il suo verde “filo d’Arianna” inconsapevole del fatto che non lo condurrà da nessuna parte. Nel pomeriggio a zonzo per El Calafate alla scoperta dei mercatini dove sono esposti prodotti di artigianato artistico locale che invitano a comprare… Martedì 6 si riparte per Buenos Aires non prima però di essere passati ad ammirare, ancora una volta, il mondo acquatico e tranquillo del lago incastonato in un deserto dove l’acqua la fa da patrona!