30 gennaio… partenza da Buenos Aires e arrivo a Ushuaia, transfert dell’aeroporto per l’hotel in pullman, attraversiamo i primi centri abitati tra strade sterrate e asfaltate, case dai tetti spioventi con coperture in alluminio colorato. Il pullman viaggia su una lingua di terra in mezzo al mare e dopo un po’ arriviamo nella città di Ushuaia ed è tutto un colore. C’è movimento, la cittadina sembra solare, accogliente e vivibile. Dopo la sistemazione in hotel usciamo per una presa di contatto con la città. Prima tappa al Cafè Dalì per assaggiare qualcosa di tipico come formaggi e salmone e… la cameriera, manco a farlo apposta, molto cordiale, ci racconta che ha origini italiane, lei è di Ancona e il fidanzato siculo. Poi ancora in strada mentre un vento fresco soffia e qualche goccia di pioggia cade con il sole che fa capolino tra una nuvola e l’altra. 31 gennaio Escursione al Parco Nazionale Tierra del Fuego Ore 8.00 partenza con un pullman un po’ datato dall’albergo destinazione il Parco della Tierra del Fuego. Dopo circa mezz’ora, scendiamo per una breve escursione a piedi e attraverso un sentiero arriviamo in un posto panoramico con lingue di mare che si insinuano tra le montagne con le cime che pungono il cielo. Qui uno storico treno, costruito dai galeotti all’inizio del 20° secolo che correva sui binari per una lunghezza di 25 Km. Oggi il percorso turistico è di soli 7 Km ma rende bene l’idea di cosa è stato nel passato remoto l’ambiente di vita in cui vivevano i prigionieri.
Il 1 febbraio di nuovo in pullman della compagnia Tiempo Libre, per una nuova escursione ai laghi di Logos. Nel tragitto ci accompagna un bel sole, il panorama di montagne ancora innevate e grandi estensioni pianeggianti dove la vegetazione della tundra la fa da padrona. Sosta in prossimità di un albergo con una grande pista dove, in inverno, la squadra nazionale argentina di sci da fondo si allena. Sulla strada del ritorno il gruppo si fermerà per gustare un piatto tipico il “Cordero Flueguino” Nel Centro Invernale Tierra Mayiorma c’è anche un grande allevamento di cani da slitta, gli huski che si godono l’estate. Il viaggio riprende per raggiungere il lago Fagnano. Sostiamo per un caffè in una fattoria fuori dal mondo tra cani e cavalli. I proprietari sono boscaioli oltre che ristoratori una grande cucina essenziale: bistecche già pronte da mettere sulla brace già ardente all’ingresso. Al rientro ad Ushuaia in hotel ci aspetta un po’ di riposo e a seguire una cenetta in hotel nel ristorante con vista sul porto dove attraccò e si stabilì il missionario Thomas Bridge (all’arcipelago è porta il suo nome) nel 1884 fondando un piccolo insediamento abitativo e servizi che attirò subito i cercatori d’oro.
2 febbraio
Levataccia per esplorare il canale Beagle a bordo di un catamarano che si chiama Edoardo. Il tempo è un po’ piovoso ma questo non ci ferma. Alle 8.30 siamo già sulla barca per assaporare il piacere dell’attesa. La gente arriva e prende posto e poi finalmente in mare lungo il canale. La prima isola che costeggiano si presenta ai nostri occhi come una montagna dalla quale spuntano solo becchi di uccelli, piume e ali. Sono i cormorani imperiali che si godono la loro isola. Attraversiamo un arcipelago con tanti isolotti che una volta erano abitati dagli Sciamani. L’arcipelago Bridges ci offre ancora immagini di famiglie di cormorani mentre la terra ferma, a destra cilena e a sinistra argentina, ci accompagna in questo viaggio. Sugli isolotti che si susseguono notiamo i leoni marini indifferenti ai nostri sguardi stranieri in cerca di emozioni. i leoni marini, così imponenti, convivono con stormi di cormorani. A dritta immobile, ecco l’isolotto col vecchio Faro costruito nel 1919. È il faro della Fine del Mondo a soli 150 km da Capo Horn.
Nel nostro andare per mare incontriamo l’isola più grande che ha una particolare conformazione simile a quella dei calanchi formatisi a causa dell’azione incessante di neve e il ghiaccio, qui volano felici stormi di albatros. Ci avviciniamo al punto più stretto tra costa argentina e costa cilena, solo un km le separa. È una sensazione di immensità a portata di mano e al nostro passaggio gli albatros si scansano. Intanto ci avviciniamo all’Isola dei Pinguini, uno dei quattro punti nell’emisfero australe dove vivono per sei mesi all’anno perché in inverno emigrano verso il nord. Il catamarano si poggia sulla spiaggia, a pochi passi dai pinguini che indifferenti fanno il loro corso: chi cammina, chi si pulisce il piumaggio, chi in acqua nuota … Tutti gli ospiti del catamarano si riversano fuori bordo con macchine fotografiche e telefonini per captare le immagini più belle di queste piccole e strane creature che popolano la parte estrema nell’emisfero australe. Una esperienza magnifica soprattutto perché con discrezione, in punta di piedi, siamo entrati nel loro mondo per conoscerli più da vicino ma senza fare rumore. Riprendiamo la via del ritorno dopo aver consumato interamente il tempo in cui il sipario si è aperto su un palcoscenico naturale senza eguali. Zigzagando tra piccoli isolotti e facendo slalom tra video e foto scattate la barca naviga verso la terra ferma.
Ognuno resta a “guardare” ciò che è stato fissando gli schizzi di mare che flagellano la paratie del naviglio e punteggiano i vetri di gocce che lentamente colano verso il basso per ricongiungersi al loro mondo.