Gli altri due sono Armando che fa l’architetto come lei, e Fermando prosegue l’attività di distribuzione di prodotti alimentari. Silvia torna in Italia frequentemente (oltre 40 volte finora)e in futuro le piacerebbe alternare la sua residenza: 6 mesi in Italia e altrettanti in Argentina. L’amore per l’Italia matura dal fatto che i suoi genitori tengono alta l’attenzione per la terra di origine. Lei stessa conosce un collega italiano, che vive in Argentina con i suoi genitori emigrati dalla provincia di Isernia che sposerà. Dal matrimonio nascono due figli, Luciano vende elettrodomestici di alta gamma e Maria Fernanda, architetto. Silvia svolge la sua professione di architetto in associazione con altri colleghi e con un pool di imprese nel settore edile per fare squadra e realizzare strutture abitative di qualità da mettere sul mercato privato. Silvia rivela anche una particolarità che in Argentina nel settore della compravendita immobiliare i pagamenti sono fatti in dollari Usa. Lo stato controlla solo la legittimità della provenienza delle risorse. I costi vanno dai 2000 fino a 4000 dollari al mq per residenze di alta gamma. Silvia è riuscita a raggiungere una buona posizione economica, sociale e lavorativa in quanto già suo padre Armando, arrivato in Argentina nel 1950, è riuscito a risalire la scala sociale in modo abbastanza veloce grazie al fatto che, appena sceso dalla nave, ha puntato tutto nella ricerca di un lavoro che valorizzasse le sue competenze tecniche acquisite nel lavoro svolto con suo zio nel settore meccanico. Le ha poi consolidate nel corso del servizio militare prestato nella sede dell’aereonautica militare a Padova nell’immediato dopoguerra. A conferma del legame che la famiglia di Silvia per la terra dei padri, proprio in questo periodo la figlia, Maria Fernanda, è in Italia per valutare l’acquisto di una casa. È stata Teresa Mastrandrea, originaria di Piaggine, ma nata a Capaccio in località Ponte Barizzo, a mettermi in contatto con Silvia. Mi aspetto di incontrare una sua parente, ma solo quando incontro Silvia davanti alla bellissima basilica di Lujan per combinare l’appuntamento a casa sua, scopro invece, che il suo papà è salernitano. Le ore passate a casa sua sono state un vero momento di confronto a tutto campo perché intorno al tavolo da pranzo si è riunito un microcosmo composto da persone con origini italiane con incroci di esperienze di vite che a volerlo fare appositamente non sarebbe riuscito cosi bene. Ed è proprio a casa di silvia che si apre una discussione su Papa Francesco. L’argomento è introdotto da me provocatoriamente perché già i altre occasioni ho percepito una certa avversione verso l’ex arcivescovo di Buenos Aires. Infatti, una delle sorprese più difficili da digerire durante questo viaggio è scoprire che Papa Francesco, nato, cresciuto e ordinato sacerdote nel paese che si trova alla “fine del mondo” tra i suoi concittadini è divisivo. Il motivo è la politica locale che ha visto alternarsi al potere negli ultimi anni governi retti da presidenti di sinistra e di destra. Tutti riconoscono a Francisco quello che anche nell’esercizio del suo magistero da sacerdote, vescovo e arcivescovo a sempre operato in favore dei poveri cedendo loro ogni bene materiale e rinunciando ad ogni gratifica che pure il ruolo gli assegna. Cosa che fa anche nell’esercizio del supremo magistero di vicario di Cristo in terra. Ma nel suo paese non riesce a scrollarsi di dosso l’etichetta di “Peronista”, cioè di essere vicino al movimento politico “giustizialista” che ebbe origine negli anni ’40 con Peron che diresse insieme ad Evita sua moglie. Gli viene imputato il fatto che ha ricevuto in Vaticano sia Cristina Fernandez Kirchner, moglie dell’ex presidente Nestor e poi sua successore alla carica di presidente della repubblica Argentina. Oltre alla ex presidente, Bergoglio avrebbe ricevuto anche diversi suoi collaboratori accusati di malversazione di risorse pubbliche e ruberie varie. Ovviamente il Papa ha ricevuto anche l’attuale presidente Mauricio Macrì, eletto alla presidenza da una maggioranza di destra come tanti altri presidenti di stati del mondo che si recano in Vaticano. Nella casa di Silvia la maggioranza delle opinioni imputano a Francesco il fatto di non intervenire in favore di una pacificazione sociale che renda possibile una ripartenza all’Argentina. Questo vorrebbe dire convincere il popolo ad accettare i necessari sacrifici per consentire al paese di avviarsi verso una crescita graduale che, col tempo, porterebbe vantaggi a tutti senza però intaccare i “privilegi” di chi già ha! In fondo, questi sono i veri motivi per cui Papa Bergoglio non ha ancora rimesso piede nella sua terra da quando il conclave lo ha elevato al soglio San di Pietro.
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