Sabato, 23 marzo 2024 …
Pozzallo, Calabianca e Baia Infreschi sono le tre perle della stessa collana appuntate sui petali della “Primula palinuri” che pendula solitaria sulla scogliera di Pozzallo.
Luoghi che non si possono fare propri ma che ti sanno conquistare senza la pretesa dell’esclusività “coatta” come avviene in tanta parte della Costa Cilentana.
Le tre perle della natura sono incastonate nella scogliera situata a sud di Marina di Camerota fino a Scario di San Giovanni a Piro. Il tratto di mare antistante a quel tratto di costa, per la sua bellezza, è stato dichiarato Area Marina Protetta e, a pieno titolo, è entrata a far parte del Parco Nazionale dei Cilento Vallo di Diano e Alburni (PNCVDA) che ne tutela il rispetto e ne preserva la naturale essenza.
Le calette naturali che si sono formate nel tempo immemore sono state immortalate in un’infinità di foto che rendono giustizia della loro bellezza e non sono poche le persone che, a piedi, scendono e risalgono il tratturo che scende fino al mare per poterne godere fino in fondo le sensazioni che provocano.
Il mare, il silenzio e la natura selvaggia, che hanno fatto la fortuna turistica del basso Cilento, sono in gran parte dovuti a mare cristallino, alle spiagge incontaminate e al fatto che il PNCVDA, fin dalla prima ora della sua costituzione, ha saputo preservare dall’assalto dei professionisti della “sviluppo turistico” che ha cementato molta parte del tratto di costa da Agropoli a Sapri.
Furono l’allora presidente dell’ente parco, Vincenzo La Valva, e il direttore, Domenico Nicoletti a sviluppare il piano e mettere in atto la strategia di difesa del litorale, oltre che a predisporre il regolamento su come si poteva “sfruttare” la costa senza doverne pagare le conseguenze fino all’annullamento del “bene” ambientale.
L’ultima volta che sono stato a Pozzallo è stata nell’estate del 2023.
Vi accompagnai un gruppo di amici e parenti che vollero poter ammirare da vicino il prodigio della natura che le grandi piscine naturali di Pozzallo, Calabianca e Infreschi. Quando arrivammo in prossimità di Pozzallo, già sentimmo i “brontolii” del popolo dei vacanzieri che avevano occupato la spiaggetta con “asciugamani” stese al sole, e ombrelloni impiantati tra i sassi bianchi che danno alla caletta il suo caratteristico colore bianco riflesso dal sole.
Ogni 10’ arrivava un barcone per scaricare decide di “bagnanti” che, a fatica, trovavano posto nelle “retrovie” della spiaggia già satura …sulla scogliera, dove vegeta la “Primula palinuri”, si arrampicavano piccoli e grandi “tuffatori” per esibirsi in tuffi scomposti nelle acque sottostanti.
Ecco perché arrivarci, con Gina, nel mese di marzo del 2024 è stato un momento riparatore di quanto i nostri occhi e le nostre orecchie dovettero subire nell’estate del 2023.
Arrivati nel grato del torrente che si fa “sentiero” coperto da una fitta vegetazione in prossimità della cala di Pozzallo, cedo il passo alla mia compagna di vita vissuta. Sapendo già quanto fosse importante per Gina il riuscire a rivedere la Primula nella sua dimensione “naturale” e lontana dagli occhi indiscreti delle moltitudini, decido di cederle il passo. Mi fermo e mi metto in ascolto della sua reazione se dovesse scoprire il bouchet di fiori pendenti dal costone roccioso …
“Bartolo c’è” grida con la testa all’insù e con gli occhi fissi a scrutare il costone roccioso da dove, l’arbusto verde puntellato del giallo dei suoi petali pendenti si mostra alla vista di chi ha voluto e saputo perseverare nel cercarlo.
Quando mi affaccio sulla spiaggia lei è già alla ricerca di altre piante che non ha trovato: purtroppo, quello era l’unico cespuglio!
Ci fermiamo sulla piaggia di Pozzallo per il tempo necessario a ripagarci di quanto vissuto nel recente passato ma anche per assaporare il piacere di ritrovarci in sintonia con quel mondo che, se pur mutato nei secoli, ancora conserva l’essenza stessa nella natura che sa farsi riconoscersi quando la si incontra.