L’Alta Carnia è un territorio montano caratterizzato da plurimi elementi di criticità connessi alla marginalità dell’area, alle intrinseche difficoltà di accesso e al consequenziale decremento della popolazione residente.
Consapevole dei punti di debolezza caratterizzanti l’area, il territorio ha immaginato una strategia tesa a invertire le tendenze negative ed al contempo consolidare gli elementi di forza che qualificano e distinguono l’Alta Carnia.
La forza della strategia si esprime in diverse direttrici di sviluppo, che mirano a innescare altrettanti punti di rottura, e che sono basate essenzialmente sui seguenti punti cardine:
· peculiarità del territorio;
· potenzialità non ancora del tutto espresse;
· valorizzazione del profilo identitario dell’area.
L’area presenta, infatti, indubbi elementi di forza (a titolo esemplificativo: alta qualità del legname; siti turistici di rilievo; prodotti enogastronomici di qualità) dai quali è necessario partire per costruire un valido progetto di sviluppo con l’obiettivo generale di garantire il benessere per i residenti e al contempo di creare condizioni che rendano l’area attrattiva verso l’esterno in un’ottica non esclusivamente turistica.
L’obiettivo generale è quello di rilanciare il territorio combinando essenzialmente due linee d’intervento:
Sostegno e potenziamento delle filiere proprie dell’economia territoriale – filiera del legno ed agroalimentare – integrate ad una rinnovata concezione turistica che valorizzi il territorio, facendo da collante per altri settori produttivi.
Rafforzamento dei servizi essenziali (istruzione, salute e mobilità) per migliorare la qualità della vita della popolazione residente e legare le nuove generazioni al territorio, al contempo fornendo valido sostegno per la crescita economica dell’area.
Fine ultimo della strategia è, dunque, quello di sfruttare ancora le risorse tradizionali del territorio, rendendo competitivo ed attrattivo il tipico modello montano rispetto al nuovo contesto globale economico – sociale e tecnologico. Così facendo, si mira a fondare solide basi per un rinnovato scenario che non solo incentivi la permanenza dei residenti sul territorio ma, anzi, sprigioni una propria forza attrattiva verso l’esterno.
Il percorso di co-progettazione alla base della Bozza, prima, e del Preliminare, poi, ha evidenziato – oltre alle criticità sopra riportate – esperienze e condizioni che sono state valutate come elementi chiave per la definizione della strategia e che riassumiamo nei seguenti punti di forza:
· filiera del legno: alta qualità del legname; presenza di operatori qualificati sul territorio; esistenza di reti di reti di imprese della filiera foresta-legno e di una cooperativa che associa oltre 90 soggetti tra proprietari privati e pubblici, imprese di utilizzazione boschiva e trasformazione, professionisti; disponibilità di tecnologie innovative (sistema LiDAR) per una gestione della risorsa forestale in grado di superare il problema del frazionamento della proprietà (“condominio forestale”); offerta formativa scolastica e professionale già orientata alla “cultura del legno”;
· settore agroalimentare: prodotti dell’agricoltura carnica eccellenti dal punto di vista organolettico e salutari in quanto associati ad un ambiente incontaminato; tradizione gastronomica locale d’eccellenza; esperienza delle istituzioni locali (Comunità montana) in progetti di sviluppo e valorizzazione commerciale di colture tipiche; conoscenze e competenze a disposizione dello sviluppo agricolo (corsi scolastici, esperienza del GAL Euroleader);
· turismo e marketing territoriale: ambiente naturale attrattivo; possibilità di praticare una grande varietà di sport (sci, ciclismo, escursionismo, ecc.); significative esperienze nel settore acquisite dal GAL Euroleader; offerta formativa scolastica orientata all’attività alberghiera e della ristorazione;
· istruzione: possibilità di sfruttare la collocazione geografica e storico-culturale dell’Alta Carnia (porta verso il mondo germanofono), presenza di una rete tra gli istituti scolastici della zona con finalità di promozione e attuazione di iniziative di formazione, innovazione e sperimentazione (“rete Sbilf”).
· salute: strutturazione dei servizi sociali comunali, fortemente integrati con il sistema sanitario in quanto delegati dai Comuni alla locale azienda sociosanitaria.