Lo sviluppo desiderato del Vallo di Diano, “Città Montana della Biodiversità e dell’innovazione”, si muove intorno al concetto di “giovani come capitale”, di estrema rilevanza per il progresso socioeconomico del Vallo perché sono portatori di idee innovative, di creatività, di nuove e ricche competenze. Nell’ottica della Strategia Nazionale Aree Interne, la valorizzazione di questo “capitale” è quanto mai strategica per arrestare lo spopolamento del territorio e impedire che ‘emigri’. La strategia vuole creare le precondizioni perché nuove idee emergano e possano continuativamente rinnovarsi: in che modo? Concedendo spazi in quantità e in qualità, alla popolazione più giovane, favorendo il continuo aggiornamento dei soggetti imprenditoriali che devono accogliere l’innovazione, in modo da limitare le problematiche legate all’information technology divide; creando le condizioni per garantire che i processi di trasformazione e innovazione sociale muovano in armonia con il tessuto sociale, potenziando con il tutoraggio esperto di partners scientifici, già in fase di istruzione secondaria superiore, la formazione relativa al ‘fare’ impresa, al fine di incrementare tutto il know-how necessario, accompagnando, nel contempo, i giovani nel creare iniziative imprenditoriali più complesse sotto il profilo produttivo ed organizzativo, in settori innovativi. Si vuole, in sostanza, attivare un processo virtuoso di osmosi tra l’imprenditoria locale e la scuola dove si acquisiscono le competenze tecnico-sperimentali necessarie a promuovere l’innovazione di processo e di prodotto di cui l’economia del Vallo ha bisogno per competere. Naturalmente in un territorio dove la biodiversità (intesa in senso olistico), l’ambiente e la cultura hanno un ruolo strategico fare impresa innovativa significa dare vita ad un modello di sviluppo che ha alle base le componenti ambientali, rurali, culturali, al centro tutto il know how territoriale fatto degli attori locali e dei saperi del posto e al vertice in un continuo scambio i centri di ricerca e di eccellenza che aiutano gli incubatori di impresa a diventare realtà imprenditoriali. Lo schema di seguito rappresentato sintetizza il modello di sviluppo. Alla base il FAB LAB, inteso come insieme di tutti gli Istituti scolastici di Istruzione Superiore che attraverso i laboratori innovativi formano nuove figure professionali orientate alla domanda territoriale e sperimentano soluzioni innovative; i giovani così formati non dovranno lasciare il territorio ma “migreranno“ con le loro 13 competenze in due grandi incubatori: l’incubatore Culturale definito MAKE in VALLO, una struttura innovativa dove già operano le imprese culturali del territorio che ospiteranno gli studenti sia con l’alternanza scuola lavoro, sia con veri e propri tirocini formativi fino a farli diventare essi stessi auto-imprese. Il Vallo di Diano vuole lavorare all’innovazione del concetto di “attrattore culturale” intendendo per esso “luogo attrattore” di persone che vogliono produrre nuova cultura e innovazione, rinverdendo un ruolo che in passato aveva la Certosa, motore di cultura di valenza nazionale che, sin dall’epoca della sua costruzione, formava schiere di artisti ed artigiani. Il secondo incubatore è denominato Agri-hub e accoglierà i giovani che hanno uno specifico profilo nel campo dell’agricoltura e dell’innovazione tecnologica. L’agri–hub è una struttura definita dalla rete delle imprese agricole del settore primario che sviluppa l’intera filiera dalla ricerca, alla produzione fino alla commercializzazione. I giovani saranno inseriti in questo ambiente e daranno, a secondo del loro profilo un contributo di idee. Sperimenteranno tutte le fasi della filiera e si specializzeranno scegliendone una in particolare. I due incubatori, nella fase di avvio, saranno supportati da centri di ricerca e innovazione.
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