Dal libro ”Ichthy’s la storia” di Luigi Rossi: “Era giunto il momento di iniziare la sua missione sottoponendosi a una esperienza di discepolato. Si trattava di una decisione impegnativa e per alcuni aspetti anche dolorosa, lo comprese incrociando lo sguardo di Maria”.
Oggi, festa del Battesimo di Gesù, la liturgia celebra l’inizio della missione di Gesù.
Nel passo del Vangelo Marco ci fa incontrare Gesù, adulto, sulle rive del Giordano in attesa di ricevere il battesimo da Giovanni Battista.
E’ in fila, benché senza peccato, con i peccatori. E’ chiamato a compiere, investito dallo Spirito Santo, un servizio mite, dolce e umile sostenendo soprattutto i più deboli, gli afflitti, gli sfiduciati. Pubblicamente in forma umana si mette al nostro livello, facendosi uno di noi in tutto eccetto che nel peccato.
Scendendo dall’alto è venuto a salvarci aderendo al progetto divino di salvezza. VederLo tra i penitenti, con gli ultimi ci meraviglia. Ma Gesù capovolge, come sempre, i nostri criteri di valutazione e, nonostante le iniziali proteste di Giovanni Battista, si immerge nelle acque del Giordano.
Mettendosi in fila con le persone bisognose di conversione e desiderose di essere purificate vuole insegnarci a riconoscere che abbiamo bisogno dell’amore e del perdono di Dio e del coraggio per ammettere le nostre colpe.
Con poche parole Marco racconta il battesimo mentre dà molto risalto all’intervento di Dio. Infatti ci fa testimoni di una scena grandiosa.
Quando Gesù esce dall’acqua si aprono i cieli, lo Spirito discende come una colomba su di Lui e si ode una Voce dall’alto. E’ la voce del Padre che lo dichiara Figlio suo, l’amato; è la dichiarazione d’amore, il compiacimento del Padre per il Figlio.
Anche noi allora in fila immergiamoci nell’acqua purificatrice per sperimentare la misericordia divina, per ascoltare anche noi quanto Dio pronuncia per Gesù. Siamo suoi figli, amati prima che lo meritiamo e se corrispondiamo al suo amore il Signore trae compiacimento.
Riflettiamo sull’importanza del primo sacramento con il quale veniamo purificati dal peccato originale e sugli effetti che produce: ci rende figli di Dio e sancisce la vera nascita di un cristiano.
Celebrando questa festa il pensiero va al nostro battesimo. Abbiamo ricevuto il battesimo da bambini quando non eravamo in grado di comprendere il rito.
In quel giorno i genitori e i padrini si sono impegnati per noi per la crescita della nostra fede, per l’inserimento responsabile e operoso nella comunità, una comunità che dà testimonianza dell’amore verso Dio e verso il prossimo rigettando ciò che può indebolire o distruggere la relazione con il nostro Padre.
on ricordiamo il nostro battesimo ma riviviamolo cercando di scoprire nel corso della nostra vita di essere davvero amati da Dio. Non è certo semplice pensare che siamo fonte di felicità per Lui con le nostre imperfezioni, e che ci ama indipendentemente dal nostro agire, per ciò che siamo.
Riflettiamo. Noi ricordiamo la data del nostro compleanno, del nostro onomastico, degli altri anniversari. Ma quanti di noi conoscono la data del proprio battesimo?
Facciamo allora una ricerca o chiediamo al nostro parroco per conoscere quella in cui siamo diventati figli di Dio! Dovremmo aggiungerla alle ricorrenze importanti della nostra vita.