La liturgia odierna ci invita a riflettere sulla Sacra Famiglia. Nel passo del Vangelo di Luca la vediamo
all’interno del Tempio a Gerusalemme durante la cerimonia prescritta per tutti i figli maschi primogeniti in
concomitanza della purificazione della madre.
Quanta tenerezza suscita in noi la Sacra Famiglia, immersa nella realtà storica del tempo e permeata
dell’amore divino! Durante il rito di purificazione incontriamo Simeone e la profetessa Anna che hanno
trascorso la loro vita attendendo l’incontro con il Signore. Simeone, preso in braccio Gesù, esplode in un
inno di lode e di benedizione a Dio riconoscendo nel Bambino Colui che è la luce con la quale Dio ha scelto
di rivelarsi alle genti, Colui che riscatterà il suo popolo. Anna, vedova e anziana, dedita per tutta la vita alla
preghiera, riconosce nel Bambino il Messia, l’avvento della salvezza.
Adempiuto il rito, Giuseppe e Maria fanno ritorno a Nazaret dove “Gesù cresceva e si fortificava pieno di
sapienza, e la grazia di Dio era su di Lui”! Così finisce il racconto dell’Evangelista nel passo odierno del
Vangelo.
Degli anni trascorsi da Gesù a Nazaret, gli anni della infanzia e della adolescenza, non sono riportate notizie
nei Vangeli sinottici.
Ricordo che un giorno, in cui le stavo raccontando la storia di Gesù, la mia nipotina mi domandò: “Nonna,
che bambino era Gesù? Aveva giocattoli? Andava a scuola come me?” Risposi facendo lavorare un po’ la
mia immaginazione e rifacendomi a ciò che ricordavo delle lezioni di catechismo.
Sicuramente Gesù era un bambino buono e ubbidiente, aiutava il padre nel suo lavoro di falegname,
imparava a pregare, a leggere e a scrivere, studiava la Torah, e, come tutti i bambini, giocava con i coetanei.
Era protetto e amato da chi aveva accolto la volontà di Dio accettando il compito di essere suoi genitori.
Guardando negli occhi la mia nipotina mi accorsi che avevo risposto alla sua domanda.
La famiglia di Gesù. Una famiglia normale, semplice, pronta a mettersi in cammino sempre, soprattutto nei
momenti di difficoltà e di pericolo, una famiglia in cui era saldo il sentimento di amore, una famiglia che
viveva le attese, le speranze, le paure, le gioie proprio come una famiglia comune.
Contempliamo la Sacra Famiglia; specchiamoci in essa, leggiamo oggi sul “foglietto” che nelle nostre chiese
ci aiuta la domenica a seguire la Santa Messa; prendiamola a modello di vita e preghiamo perché,
seguendone l’esempio, possiamo affrontare con fede le insidie che si presentano nelle nostre famiglie.
Ricordiamo
che la famiglia è il luogo dove sboccia la vita, dove si impara ad amare, dove si impara ad affrontare e
superare problemi vissuti insieme. Nella famiglia, nel calore che protegge e fa crescere, riscopriamo gli
ideali veri che valgono, da soli e per sempre, nella vita.
Con quanto dolore costatiamo oggi sempre più spesso i fenomeni disgregatori che la famiglia è costretta a
vivere: tensioni interne, violenze, incertezze, difficoltà economiche. Registriamo separazioni, divorzi,
nascite di bambini poi abbandonati. Possiamo affermare allora che la famiglia, prima via per realizzare una
società libera e giusta, vera scuola del domani, è in crisi?
Papa Francesco ci ricorda che non esiste la famiglia perfetta ma che “prima di tutto le famiglie non sono un
problema ma un’opportunità che dobbiamo curare, proteggere e accompagnare. E’ un modo di dire che
sono una benedizione”.
E noi siamo pronti a proteggere la nostra, ad amarla, ad andare avanti e metterci in cammino per incontrare
Gesù soprattutto quando non è facile e quando la strada non è quella che ci aspettavamo di percorrere?
Santa domenica in famiglia.
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