La Strategia d’Area “Madonie resilienti: Laboratorio di futuro” si propone di invertire la tendenza allo spopolamento con un deciso intervento per migliorare i servizi essenziali di istruzione, salute e mobilità in grado di migliorare la qualità della vita delle Comunità locali e restituire “senso” ai diritti costituzionali di uguaglianza e coesione europea.
Infatti, la Rete Scolastica delle Madonie, costituita dagli Istituti scolastici in collaborazione con la nuova Unione dei Comuni è impegnata a costruire un Piano di Offerta Formativa Territoriale decisamente orientato verso il miglioramento delle competenze in matematica e scienze, il potenziamento delle capacità linguistiche e l’apprendimento di nuovi linguaggi audiovisivi e multimediali, nel quadro di uno sviluppo delle reti digitali che connettono il sistema territoriale alla complessità del mondo contemporaneo.
Nel ruolo di Civic Center il sistema scolastico rafforza le sue connessioni con il territorio e gli stakeholders della Comunità territoriale nella direzione di superare il perverso dualismo tra “sapere” e “saper fare”, anche attraverso la qualificazione dell’alternanza scuola-lavoro. Al contempo,contribuisce alla costruzione di una nuova cultura energetica coinvolgendo le giovani generazioni sia nella realizzazione di “mappe di comunità” sia nelle sperimentazioni delle “officine energetiche”, laboratori territoriali operativi (fablabs) orientati al cosiddetto “Artigianato digitale”.
La crescita di consapevolezza della ricchezza di valori della propria identità territoriale può consentire alle giovani generazioni di immaginare un futuro “qui” e sfuggire al destino dell’emigrazione come esito obbligato dei tradizionali processi di istruzione/formazione.
Inoltre, le Comunità “madonite” intendono rafforzare la rete territoriale dell’Assistenza Domiciliare Integrata al servizio dei bisogni della popolazione anziana in maniera tale da riqualificare le prestazioni sanitarie con servizi di telemedicina che riducono l’esigenza di ospedalizzazione e i costi del welfare.
Al contempo, si ritiene di dover supportare il processo di riqualificazione delle strutture residenziali per i servizi agli anziani in relazione ai nuovi e più stringenti requisiti richiesti nell’attuale fase di riorganizzazione del sistema sociosanitario regionale.
Le attuali strutture residenziali già registrano una saturazione del carico di utenti in considerazione del fatto che il territorio “madonita” risulta “attrattivo” per la qualità dei servizi assistenziali: quasi un terzo degli utenti, infatti, proviene da famiglie residenti in bacini extra territoriali.
Ecco perché La Strategia d’Area intende fare leva su questo asset di attrazione territoriale per promuovere un’offerta promuovendo le “Madonie casa della salute”.
In tale contesto l’offerta di servizi integrati alla persona previsti dai Piani di zona dei 3 Distretti Sociosanitari verrà ampliata attraverso il sostegno al privato sociale e l’offerta di voucher per l’accesso a servizi di assistenza rivolta a soggetti diversamente abili.
Nel campo dei servizi di mobilità la Strategia d’Area fa leva sul miglioramento delle condizioni di accesso al Trasporto Pubblico Locale e alla razionalizzazione dei servizi di collegamento con le Autolinee regionali
lungo l’Autostrada A19 Palermo-Catania.
Inoltre, un ruolo decisivo nel processo di rigenerazione del territorio dell’Area Interna viene assegnato ad interventi di riqualificazione dei tratti della viabilità provinciale che consentono i collegamenti interni al
sistema intercomunale e l’accessibilità ai corridoi della rete europea TEN-T.
In riferimento agli ambiti di intervento dei progetti di sviluppo locale, la Strategia d’Area assegna un ruolo centrale alle filiere locali di energia rinnovabile proponendo di sperimentare un nuovo modello energetico
in grado di raggiungere nell’arco di 10 anni l’obiettivo sfidante del 100% di copertura del fabbisogno elettrico delle Comunità locali del territorio attraverso Fonti Energetiche Rinnovabili (che oggi arrivano a
circa il 52%).
La Strategia d’Area fa leva sulla progettazione partecipata del Piano del Cibo delle Madonie per affrontare la sfida sui temi della sicurezza e della sovranità alimentare e contribuire al cambio di paradigma dello
sviluppo locale, spostando l’attenzione dal settore agricolo al sistema agroalimentare locale socialmente condiviso con la “coralità delle comunità” interessate al cibo, alla biodiversità e alla salute come valori e beni comuni di riproduzione della vita e dell’identità territoriale.
In tale contesto, si intendono promuovere nuovi modelli di produzione e consumo di cibo genuino a “residuo zero”, caratterizzato da un forte legame con il territorio e da elevate proprietà, realizzato nel rispetto dell’ambiente con riscontri oggettivi di valore aggiunto nel rispetto di principi etici e di equità sociale.
Al fine di invertire questa tendenza che sta gradualmente trascinando consumatori e produttori ad abbandonare le produzioni di qualità, le Comunità locali intendono sperimentare la definizione di un
disciplinare di produzione e molitura del grano che preveda anche la certificazione genetica di appartenenza ad una varietà di “grani antichi siciliani”, oltre all’uso di tecniche di agricoltura biologica, molitura non degradativa e corretto stoccaggio.
La Strategia dell’area interna Madonie propone anche un ripensamento del valore degli antichi usi civici come “Terre delle Comunità” dove sperimentare nuovi usi per la produzione di beni comuni e servizi ecosistemici non solo agricoli, che possono favorire l’insediamento sul territorio di giovani “contadini del terzo millennio” che partecipano ai movimenti della transizione neo-rurale e contribuire ad invertire la tendenza all’abbandono della terra da parte delle giovani generazioni.
Da questa inversione di tendenza ci si aspettano altre e significative ricadute sui processi di popolamento come già avviene con i giovani produttori che valorizzano le produzioni tipiche con presidi Slow Food, fattorie didattiche ed agriturismi; quei professionisti che stanno dimostrando come si può fare “eccellenza” con i servizi di cura delle persone e quei “creativi” che hanno dato vita ad uno dei festival musicali più interessanti della Sicilia (Ypsigrock) capace di attrarre sulle Madonie centinaia di migliaia di appassionati; sono “Quelli del Parco delle Madonie” che si sono inventati un gruppo partecipato da oltre 21.000 persone per raccontare la “bellezza” del territorio e le iniziative di turismo naturalistico, sportivo, culturale e religioso lungo i sentieri e le gole dei fiumi, i boschi e i santuari; sono i giovani laureati che hanno deciso di insediarsi sulle Madonie per sperimentare nuove pratiche di agricoltura rigenerativa e di innovazione sociale, che fanno del “ritorno alla Terra” un modo di guardare al futuro in connessione con reti europee/internazionali.