E’ passato un altro anno e sono 43 da quando la chiesa di Sant’Egidio, Patrono e Protettore di Altavilla e degli altavillesi, è chiusa per i danni subiti dal terremoto del 23 novembre 1980. Fino al 2005 sono stati eseguiti importanti lavori per il consolidamento della Chiesa e, oggi, per riaprirla, come riportato da diversi tecnici locali, basterebbe ben poco. In questi decenni tante parole e tante promesse, ma la Chiesa del Patrono di Altavilla e degli altavillesi resta chiusa. La chiesa piu’ importante di Altavilla dal punto di vista storico e monumentale con i suoi beni, alcuni scomparsi ed altri sparsi nelle varie chiese e cappelle altavillesi ed il Santo confinato, ultimamente, nella sagrestia della Chiesa del Carmine. Come riportato da Rosario Messone nel suo libro pubblicato nel 2020, “ …la chiesa è antica quanto il paese. Le sue origini ufficiali risalgono quando, sotto la dominazione normanna, la edificarono a sud delle mura del Castello. Inizialmente era una semplice cappella palatina, poi elevata a Chiesa, Badia Nullius e infine declassata a Parrocchia dopo la dominazione francese…”. La chiesa dispone, ancora oggi, diversi beni e importanti opere, come statue e tele di scuola napoletana risalenti al 1700, conservate presso altri luoghi liturgici altavillesi e/o diocesani. Dispone anche di un organo, di pregevole fattura, acquistato nel 1742 a Napoli e ancora presente in Chiesa. Molto importanti sono gli scolatoi e gli altari presenti sotto il pavimento della chiesa, ben descritti dagli storici Giuseppe Galardi e Paolo Tesauro Olivieri nel secolo scorso, e che conservano i corpi di famiglie nobili altavillesi e di preti che hanno operato in tale edificio. Purtroppo tale chiesa, a causa della chiusura ultra quarantennale, è sconosciuta a diverse generazioni altavillesi. Esse non hanno mai visto il luogo in cui i propri genitori e/o i propri nonni hanno ricevuto i Santi Sacramenti; non conoscono quanto sia presente in essa e cosa sia stato fatto nei secoli in tale edificio. La stessa sorte è toccata,purtroppo alla casa Canonica, ex abitazione del Parroco Don Domenico Di Paola, defunto nel 1982, che la restaurò a proprie spese, e l’annessa sala Canonica nella quale, oltre alle attività dell’ oratorio parrocchiale si tenevano anche quelle culturali e ricreative. A nulla sono valse le aperture straordinarie del 2009, 2018 ,2020 organizzate da associazioni culturali altavillesi per sensibilizzare le istituzioni preposte ad intraprendere iniziative atte a far restituire agli altavillesi questo importante bene storico-religioso. Il 28 settembre 2010, dopo le diverse segnalazioni e comunicati, fu organizzato dalla Curia Diocesana – Ufficio Beni Culturali di Vallo della Lucania un incontro per verificare lo stato e la possibilità di iniziare un percorso che avrebbe dovuto portare alla riapertura, ad Altavilla Silentina, delle chiese di San Biagio e Sant’Egidio . Al tavolo dei lavori furono invitati il Comune di Altavilla, il Parroco e le associazioni culturali altavillesi, oltre alle Soprintendenze BSAE e BAP di Salerno. Erano presenti il Parroco Don Costantino Liberti, la Diocesi con l’arch. Raffaele Rammauro, la dr.ssa Maria Giuseppina Felici della soprintenda BSAE, l’arch. De Feo della soprintendenza BAP, il Comune di Altavilla e i rappresentanti di diverse associazioni altavillesi. Negli anni seguenti fu costituito un Tavolo Tecnico per il recupero del patrimonio ecclesiastico altavillese, presieduto da Don Costantino Liberti che con impegno e collaborazione di tutti, riuscì a far riaprire nel dicembre del 2012 la Chiesa di San Biagio. Per la Chiesa di Sant’Egidio, fu realizzato negli stessi anni, dall’Arch. A. Nese, un progetto per il completamento dei lavori e la riapertura della chiesa, importo di 99600,00 euro, e presentato alla Regione Campania. Progetto mai finanziato. Ripresentato nel 2015 dal Comune di Altavilla Silentina fu escluso, dalla partecipazione alla gara, in quanto non era stato allegato alla documentazione un documento ritenuto importante. Nel 2020, anno in cui ricorreva il 1300° anniversario dalla morte di Sant’Egidio Abate, il Comune di Altavilla, insieme ai Comuni italiani in cui Sant’Egidio è Patrono e alla Comunità di Sant’Egidio, partecipando a due incontri avvenuti a Roma nel 2018, di cui il primo presso la Camera dei Deputati, firmò un protocollo d’intesa per collaborare al fine di costituire una rete di condivisione sociale, culturale e religiosa per la rete dei comuni italiani nei quali Sant’Egidio è il Santo Patrono. Ebbene di questo evento, a differenza di qualche altro comune, come ad esempio Latronico che conferì la cittadinanza onoraria, per “un riconoscimento all’impegno della Comunità”, ad Andrea Riccardi e Marco Impagliazzo, si ricordano solo le passerelle dei nostri rappresentanti ai vari incontri e nessuna iniziativa altavillese verso l’obiettivo sottoscritto. Riporto il comunicato del Comune di Altavilla Silentina pubblicato sulla propria pagina Facebook il 26 novembre 2018: “ Il Sindaco Antonio Marra ha preso parte all’incontro tenutosi oggi a Roma, presso la sede della Comunità di Sant’Egidio, per mettere in rete diversi Comuni al fine di organizzare un grande evento, civile e religioso, in vista della ricorrenza (1° Settembre 2020) dei 1300 anni dal giorno in cui S. Egidio Abate ha elevato la sua anima a Dio. Per l’occasione si celebrerà l’avvenimento in maniera solenne, in unione con tutti i Comuni d’Italia nei quali il grande Santo è venerato come Patrono. Quale occasione migliore per augurarci che finalmente si possa tornare a celebrare questa giornata, così importante per la comunità altavillese, nella Chiesa a Lui dedicata. Noi ci crediamo fermamente e stiamo lavorando in sinergia con la Parrocchia e il Tavolo Tecnico per il Recupero del Patrimonio affinché ciò avvenga.” Come sempre, ancora una volta, solo parole! Il 20 settembre 2020 la Chiesa fu riaperta per la presentazione del libro di Rosario Messone “La Chiesa di Sant’Egidio in Altavilla Silentina – Storia della Badia Nullius dimenticata”. In esso sono elencati tutti i beni posseduti dalla Chiesa , quelli inventariati nel corso dei secoli e nella chiusura del 1980 che vide la migrazione dei beni nelle chiese di S.Antonino, del Carmine e al Convento San Francesco. Nel suo intervento Rosario disse ai presenti, ovvero ai cittadini ed alle autorità religiose e comunali: “Si auspica che le statue lignee, i quadri,… ritornino a dare splendore all’antica Badia…” Quello che è stato sempre evidenziato da tutti gli interessati, per anni, è che i lavori piu’ impegnativi dal punto di vista economico, come il rifacimento del tetto e l’intervento di consolidamento dello stabile, sono stati eseguiti nei decenni passati con finanziamenti del Provveditorato alle Opere Pubbliche e della Regione Campania, quest’ultimo avvenuto nel 2005 . Per riaprire tale Chiesa basterebbe un finanziamento non proprio impegnativo, importo precedentemente riportato e da rivalutare ai costi odierni, teso ad ultimare l’impianto elettrico, fonico e anti intrusione nonché chiudere una traccia eseguita sul pavimento per tali impianti. E’ cosi’ difficile richiedere e/o reperire tale finanziamento o quantomeno, visto che i lavori di consolidamento sono stati ultimati nel 2005, reperire il minimo necessario per riaprirla? Questo è anche un appello che mi auguro venga recepito dai destinatari, inviato, tramite mail, al nuovo Vescovo della Diocesi di Vallo della Lucania, Eccellenza Reverendissima Vincenzo Calvosa e al Ministro della Cultura , Dr. Gennaro Sangiuliano, affinchè si possano attivare adempimenti ed iniziative per restituire ai cittadini altavillesi la Chiesa di Sant’Egidio, Patrono e Protettore di Altavilla Silentina, nella quale si identificano la storia, le radici, i ricordi e i valori di una intera comunità.
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