Negli ultimi tempi, si parla sempre di più di salute orale, complici anche i social che hanno portato la bellezza del sorriso in cima alla lista delle priorità estetiche. Nonostante ciò, come vedremo meglio tra poco, sono ancora numerosi gli italiani che non si rivolgono periodicamente a professionisti qualificati per occuparsi di questo aspetto del proprio benessere.
Andare dal dentista infatti è importantissimo non solo per monitorare e risolvere problematiche potenzialmente gravi come quelle legate al dente del giudizio (al riguardo è molto interessante l’articolo di excellencedentalnetwork.com, sito tra i più autorevoli in materia) ma anche per tenere costantemente sotto controllo lo stato dell’igiene orale.
A questo punto, è naturale chiedersi quanti siano gli italiani che non vanno dal dentista e, soprattutto, il motivo di questa mancanza di attenzione a un aspetto nodale della salute. Scopriamolo assieme nelle prossime righe!
Italiani: i numeri (troppo alti) di quelli che non vanno dal dentista
I numeri degli italiani che non vanno dal dentista si possono definire, a ragione, allarmanti. Circa il 60% degli abitanti del Bel Paese, infatti, non ha l’abitudine di consultare, con la giusta periodicità, il professionista sopra menzionato. Nella maggior parte dei casi, il fattore è la scarsa disponibilità economica.
Bisogna tenere conto, a tal proposito, che circa il 95% delle cure odontoiatriche disponibili sul territorio nazionale sono erogate da realtà private.
Il Covid che, in generale, ha avuto un impatto notevole sull’erogazione di prestazioni sanitarie, ha rappresentato un vero e proprio spartiacque. Se si confronta, infatti, la spesa in cure dentali in Italia nel 2022, è possibile notare il suo essere inferiore del 14% circa rispetto a quella del 2018.
A mettere in evidenza questi dati, tutto tranne che rassicuranti, è stato, lo scorso mese di marzo, Enrico Gherlone, consigliere del Ministro della Salute nonché membro del Consiglio Superiore di Sanità.
Le informazioni sopra citate sono state messe in primo piano in occasione della giornata mondiale dedicata alla promozione della salute orale, andata in scena a Roma e organizzata dall’Associazione Italiana Odontoiatri.
Quanto si spende in Italia per le cure dentali?
Secondo un recente rapporto del Censis, gli italiani spendono, per le cure dentali, circa 9,5 miliardi di euro. Come già detto, si tratta, nella maggior parte dei casi, di soldi che escono dalle tasche del singolo cittadino, in quanto il Servizio Sanitario Nazionale copre solo il 5% delle cure dentali accessibili in Italia.
In che modo gli esperti stanno pensando di far fronte a questo quadro a dir poco problematico? Le strade che si sta valutando di seguire sono diverse. Si pensa, per esempio, a dei progetti di collaborazione tra istituzioni governative e professionisti del mondo odontoiatrico, con lo scopo principale di offrire percorsi di prevenzione ai più piccoli, in particolare ai bambini di età compresa tra i 5 e i 10 anni (il 36% della popolazione infantile in Italia presenta un quadro con carie non trattate).
Un altro obiettivo che si cerca di perseguire sempre di più riguarda l’ampliamento dell’offerta di protesi dentali offerte a soggetti con salute orale vulnerabile e a pazienti di età superiore ai 65 anni.
Incentivare il ricorso alle cure dentali è cruciale anche per un altro motivo. Quale di preciso? Spesso non se ne parla con la giusta enfasi, ma i dentisti sono professionisti che ricoprono un ruolo prezioso pure quando si parla della prevenzione dei tumori che colpiscono il cavo orale.
Degna di nota in merito è un’iniziativa formativa recente di Aio, che fornirà ai professionisti che aderiranno strumentazioni innovative che, grazie a tecnologie come l’autofluorescenza come parametro intrinseco di cellule, permetteranno di effettuare una diagnosi precoce delle sopra citate neoplasie.
Grazie all’individuazione precoce delle formazioni cancerose, è possibile ridurre la mortalità del 90% circa.