“FUTURE IN THE PAST – La rinascita del rione Fossi di Accadia”. Il progetto di rigenerazione del borgo “Rione Fossi”, nel comune di Accadia in provincia di Foggia, promuove un sistema integrato di investimenti sul patrimonio culturale, naturalistico e abitativo, allo scopo di definire e implementare una nuova matrice di sviluppo con l’attivazione di nuove economie, funzionali a dinamiche di ripopolamento rivolte da un lato a operatori economici, artisti del contemporaneo, nuovi occupati nelle attività economiche pensate per accrescere l’attrattività del Borgo in modo duraturo, e dall’altro ai turisti e ai fruitori delle stesse attività che saranno avviate. I diversi interventi prevedono: il recupero e la valorizzazione del patrimonio culturale; il recupero di unità residenziali pubbliche; incentivi per le nuove localizzazioni di imprese creative o legate al turismo esperienziale; azioni di valorizzazione turistica e culturale, con la musealizzazione del “parco dei ruderi” e degli ipogei, un concorso internazionale di arte contemporanea, residenze d’artista, blues festival.
Storia
Il popolamento del territorio di Accadia è molto antico, e questo è testimoniato soprattutto dal ritrovamento di caverne e di fossi lungo la pendice orientale della collina su cui, attualmente, sorge l’abitato (rione Fossi). Queste furono adibite a rifugio di piccole comunità umane sin dall’epoca preistorica.
Periodo romano e alto medioevo
Durante l’Impero Romano l’area fu interessata dai commerci che si sviluppavano lungo la trafficata rete viaria dell’Appennino, tra Roma e l’Apulia. Ne è testimonianza il ritrovamento dei resti di una taverna romana. L’area, durante tale periodo, fu anche soggetta ad un intenso sfruttamento agricolo.
Dopo le invasioni barbariche, Accadia rientrò nella sfera di influenza del castello di Sant’Agata, che in seguito divenne un gastaldato longobardo. La progressiva cristianizzazione della zona vide molte comunità religiose stabilirsi nella zona. Esse determinarono lo sviluppo dell’allevamento e di un florido artigianato.
La buona posizione naturale e strategica indusse i bizantini a cingere di mura il luogo già di per sé sicuro e a creare un castello ben difeso, che sarebbe rimasto in piedi sino al 1462.
Al tempo della conquista normanna dell’Italia meridionale, l’organizzazione sociale di Accadia era molto semplice e le dimensioni dell’abitato modeste. Solo in epoca angioina, infatti, il borgo venne infeudato. Accadia fu infatti possesso di Bertrando dal Balzo, quindi di Giovanni Scotto, ed ancora della famiglia Zuncolo, per passare infine al barone di Trevico Adam de Burges. Accadia era abitata da contadini che coltivavano piccoli appezzamenti di terreno di proprietà del duca locale. La cittadina fu gravemente danneggiata dal terremoto del 1456.
“Future in the Past”
Il Progetto “Future in the Past” è incentrato sulla valorizzazione del Rione Fossi di Accadìa (FG) nell’Area interna dei Monti Dauni, un piccolo gioiello di urbanistica e di storia, interamente di proprietà pubblica e completamente disabitato.
Il Progetto prevede la rigenerazione del Borgo “Rione Fossi” e punta a promuovere un sistema integrato di investimenti sul patrimonio culturale, naturalistico e abitativo.
Lo scopo di implementare una nuova matrice di sviluppo, con l’attivazione di nuove economie funzionali al ripopolamento e il coinvolgimento (inter)attivo di operatori economici, artisti del contemporaneo, nuove professioni, turisti. Gli interventi prevedono l’integrale recupero del patrimonio naturale e culturale, e delle unità residenziali pubbliche; incentivi integrati per le imprese creative; la musealizzazione contemporanea del “Parco dei Ruderi” e della vasta rete sotterranea di ipogei; la creazione di un sistema permanente di residenzialità artistica e creativa; la valorizzazione degli antichi mestieri.
La scelta finale è ricaduta sul progetto presentato dal Comune di Accadia, in quanto area più periferica del Sub-Appennino Dauno, con il tasso di spopolamento più elevato in assoluto (-70% tra il 1991 e il 2020) e la candidatura del Rione Fossi che rappresenta un unicum nel panorama regionale, in quanto compendio abitativo storico interamente di proprietà pubblica.
Ecco come saranno investiti i 20 milioni di euro:
– 14 milioni di euro – in interventi infrastrutturali di valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico di riferimento, anche considerando l’area vasta dei Monti Dauni oltre al centro abitato e al Rione Fossi di Accadia;
– 4 milioni di euro – in incentivi per nuove localizzazioni di imprese e per l’attivazione di nuove attività economiche a impatto sociale e turistico-culturale;
– 2 milioni di euro – attività di promozione e di animazione culturale per attrarre nuovi segmenti di pubblico.