Dalle Alpi alla Sicilia, dall’Adriatico al Tirreno; nessuna regione è stata esclusa dalla scelta dei “borghi senz’anima” da salvare dall’abbandono, dall’usura del tempo, dalle rughe della storia …
Il Decreto Ministeriale n. 453 del 7 giugno 2022 ha assegnato in totale 761.866.602,09 per consentire la realizzazione di Progetti pilota che dovrebbero rigenerazione culturalmente, socialmente ed economicamente i borghi a rischio abbandono o abbandonati situati nelle Regione e Province autonome.
Sono ventuno i progetti “olimpionici” della linea A! Ad ognuno di essi è assegnata una “dote” di 20 milioni di euro (euro 398.421.075,00 in Tot) per mettersi al passo con i tempi e rifarsi “vivi” con la speranza trovare maggior fortuna nel terzo millennio di quanta non ne abbiano avuta nei due precedenti.
La seconda partita (linea B) riguarda 289 comuni che potranno finanziare la realizzazione di progetti locali di rigenerazione culturale e sociale di borghi storici: i 289 “confratelli minori” si divideranno quello che resta della dotazione per un totale di euro 398.421.075,00!
I progetti hanno caratteristiche simili nella forma per un atto dovuto, altrimenti si sarebbero messi fuori causa da soli; in realtà, nella pratica, non potrebbero essere più diversificate le modalità per raggiungere l’obiettivo fondamentale posto alla base dell’idea rigeneratrice di rivitalizzare i borghi.
Appare evidente che per alcune amministrazioni, soprattutto i comuni più grandi, gli investimenti vanno a completare o a colmare un vuoto in alcune parti del loro territorio. Per i più piccoli, gli amministratori hanno chiesto e ottenuto una sorta di tutoraggio dalla regione di appartenenza per gestire la fase progettuale e quella di affidamento dei lavori e della gestione in itinere; c’è chi farà da sé perché il “borgo” interessato non è altro che una “frazione” situata nel territorio comunale.
A leggere sommariamente i singoli progetti, si nota una forte diversità di approccio in base all’area geografica nella quale è situato il borgo individuato. In alcune realtà, le più piccole, è evidente lo sforzo di coinvolgere i pochi residente al fine di renderle protagonisti del loro futuro.
In altri casi, appare evidente l’approccio molto burocratico nell’affrontare l’impegno di spendere le risorse soprattutto nella fase esecutiva e lasciando al dopo le questioni legate alla gestione degli spazi creati.
In altri ancora, appare evidente che si punta soprattutto al “ripopolamento” turistico a breve e lungo termine, ma comunque limitato all’aspetto commerciale. A questo aspetto, indirettamente, è affidato il “compito” essenziale previsto dal bando di limitare l’abbandono, contenere lo spopolamento e attrarre nuove risorse umane che portino linfa vitale nelle strade rifatte e nelle case rimesse a nuovo.
È giusto segnalare due casi che saltano agli occhi … il primo è quello del progetto della città di Gorizia capitale della cultura europea nel …. Che con i 20 milioni andrà a ristrutturare il borgo (non proprio abbandonato) intorno al Castello già operativo e ben tenuto da tempo. Altro caso è quello del Molise, dove il Consiglio di Stato ha decretato che il contributo di 20 milioni di euro andasse a Castel del Giudice anziché a Pietrabbondante scelta dalla regione.
Sarà il tempo a svelare su come saranno andate le cose nei singoli borghi. Sarà la storia a giudicare chi ha saputo cogliere l’occasione e renderla aderente allo scopo “nobile” prefissato da chi ha deciso di investire nel progetto pilota che vale poco più di ¾ di un miliardo di euro provenienti dal PNRR.
Bartolo Scandizzo