Le aspettative sono alte, non solo da parte dei fedeli. Un territorio storicamente emarginato e periferico, che vive con preoccupazione il costante spopolamento delle comunità, dovuto non solo al calo demografico, quanto alla costante emigrazione di giovani laureati, di tecnici, di operai specializzati, di professionisti capaci, tutti alla ricerca di un futuro e di una prospettiva lavorativa che il Cilento non riesce a garantire. Almeno non a tutti.
Una società sempre più chiusa nel privilegio e nell’immobilismo
di chi sta bene e non è disposto ad allargare la base del benessere, impedendo l’emancipazione e l’affermazione dei più talentuosi.
La Chiesa Cattolica nei decenni passati ha favorito la formazione culturale di intere generazioni, contribuendo a creare le condizioni di una mobilità sociale ed all’affermazione di una classe dirigente illuminata, ponendo le basi della società moderna.
Soprattutto avendo cura di non lasciare indietro nessuno, parlando a tutti gli strati della società.
Svolgendo a volte un ruolo di supplenza rispetto alla politica ed all’imprenditoria, creando istituzioni scolastiche, strutture ospedaliere, regalando servizi culturali e ricreativi indispensabili per la crescita morale e sociale della popolazione.
Le sfide che attendono il nuovo Vescovo sono impegnative, in quanto stiamo vivendo una delle peggiori crisi dal dopoguerra ad oggi.
Uno scenario preoccupante per la mancanza di stimoli da parte della borghesia, sazia ed appagata.
Per l’eccesso di individualismo e di egoismo che ha minato la capacità di aggregazione: nell’associazionismo, nei partiti ed addirittura nella Chiesa stessa.
Nuove piaghe come la ludopatia, si sommano a quelle storiche come l’alcolismo ed all’uso di sostanze stupefacenti che, unitamente alla vanità dell’apparire sui social, diventati veicolo di modelli negativi da imitare, hanno creato una miscela esplosiva.
La Chiesa è chiamata di nuovo a fare la sua parte, utilizzando anche un linguaggio diverso, uscendo per strada, entrando nelle famiglie e nei bisogni, intercettando i disagi crescenti.
Non importa se qualche volta dovrà trascurare la forma e la bellezza di una liturgia tradizionale.
Oggi è fondamentale creare degli esempi, innalzare l’asticella dei comportamenti, stimolare una migliore selezione delle classi dirigenti, dei vertici istituzionali, nelle rappresentanze politiche.
Monsignor Calvosa ispira fiducia. Il suo sorriso ed il suo calore sono il miglior biglietto da visita, espressione di una schiettezza e della capacità di entrare nel cuore della gente.
Unitamente alla determinazione ed alla volontà ferrea di incidere sulla crescita morale e quindi sul futuro di questa terra.
Non un testimone, ma un protagonista.
Buon lavoro Eccellenza!