Il 3 giugno 2023, a San Antonio, Texas, (US) all’età di 101 anni è deceduto uno dei più anziani veterani della seconda guerra mondiale. Il suo nome se pronunciato diversamente, sostituendo la K con l’H, ricorda quello di un noto personaggio (Marlene Dietrich 1901-1992) che senz’altro avrà allietato con le sue canzoni anche il veterano Dietrick, così come tanti altri soldati negli anni di guerra. Ma chi era Alfred e perché lo ricordiamo!?
Nato a San Antonio il 15 dicembre 1921 è cresciuto nei dintorni della base militare Fort Sam Houston e frequentò la Hawthorne Middle School e in seguito la Fox Tech High School. Si arruolò nella Guardia Nazionale dell’Esercito nel 1940, all’età di 19 anni, un anno dopo (7 dicembre 1941) gli Stati Uniti, a seguito dell’attacco a Pearl Harbour, entrarono in guerra. Alfred Dietrick era pronto per combattere contro il nazismo di Hitler e la data del suo imbarco per l’Europa si avvicinava. Giorno che arrivò nel 1942, ma prima che partisse per la guerra, volle sposare la donna che amava, Berta “Birdie” Tamez, la quale morirà all’età di 67 anni. Proprio con sua moglie si è recato più volte in Europa e in Italia ritornando nei luoghi dove ha combattuto con i sui commilitoni in forza alla 36esima Divisione di Fanteria. Al rientro negli Stati Uniti Alfred si impegnò per far erigere, a San Antonio, un monumento in onore dei veterani e per il riconoscimento per quanto avevano fatto in tempi di guerra.
Sbarcò in Tunisia e qui nei primi giorni del mese di settembre 1943 il suo Capitano gli disse che il giorno, l’ora ed il luogo del suo primo combattimento si stavano avvicinando. Alfred non si preoccupò di pensare a cosa sarebbe successo o cosa lo attendeva dall’indomani in poi, era lì come tutti per seguire gli ordini, era lì per fare il suo dovere. Al mattino dopo una fugace colazione si imbarcò sulla USS Thomas Jefferson, ma ne lui né gli altri conoscevano la destinazione. Arrivò poi l’ordine di fornirsi di munizioni, circa 150 colpi e alcune bombe a mano, Alfred però era destinato alle armi anticarro portatili, quindi il suo fedele compagno era un Bazooka e faceva coppia con il suo porta munizioni. Giunti a destinazione la Nave diede ancóra a distanza dalla spiaggia e alle due di notte Dietrick salì con altri su un mezzo da sbarco, per dar inizio alla nota Operazione Avalanche. Per far orientare i soldati gli furono date delle foto ritraente la spiaggia sulla quale si vedeva solo un piccolo edificio di colore bianco in mezzo ad un campo, quello era il punto di riferimento. All’alba iniziarono ad udire in lontananza i rombi dei motori dei carri armati tedeschi. Dietrick ed altri si affrettarono per scavare buche di difesa che facessero anche da nascondiglio per attaccare a loro volta i tedeschi.
Il 9 settembre 1943, Dietrick e la Compagnia B, 1° Battaglione, 141° reggimento di Fanteria della 36esima Divisione, entrarono nel vivo dei combattimenti dalle spiagge di Paestum fino ad Altavilla Silentina.
Durante gli scontri con i soldati tedeschi Dietrick vide un suo compagno cadere poco più avanti, gli gridò se andava tutto bene ma l’uomo non rispose, afferrò la sua carabina e corse verso quel corpo a terra che, attinto dai colpi del nemico, non dava più segni di vita. Si accorse che un tedesco, probabilmente lo stesso che aveva sparato al suo commilitone, si sporgeva dal suo nascondiglio pronto a fare di nuovo fuoco, Dietrick fu più rapido si accasciò e sparo verso quel tedesco costringendolo ad arretrare. Ma Alfred aveva con se diverse granate che lanciò in sequenza nella stessa direzione dove aveva visto il tedesco, rendendosi conto che in quell’area vi erano altri nemici. Però restò senza munizioni, ritornò indietro e nel farlo incrociò un soldato del suo stesso reggimento, al quale gli chiese le granate che aveva in dotazione perché doveva far ritorno sul luogo dove aveva scovato il nemico. Lo fece con notevole velocità, ritornò sul luogo dove il suo compagno era morto e lanciò altre granate all’indirizzo dei tedeschi. Ad un tratto qualcuno lo chiamò ad alta voce avvertendolo che dei carri armati si stavano avvicinando, allora recuperò il suo bazooka e senza esitare un attimo si diresse verso i carri tedeschi, gridò al suo aiutante di caricare l’arma e fece fuoco, lo colpì costringendolo a fermarsi. Urlò ancora al suo munizioniere di ricaricare, e urlò ancora, e ancora, ma il suo assistente non poteva ne sentirlo né inserire il proiettile nell’arma, una mitragliata dal carro lo aveva ferito a morte.
Intanto il sergente Whitaker restò senza munizioni, e gridò a Dietrick di andarsene da lì e cercare riparo, ma nel mentre arretrava fu colpito all’anca destra e fu recuperato dai barellieri. Altri carri armati tedeschi sotto il fuoco nemico furono costretti a ritirarsi, mentre l’equipaggio del carro armato colpito da Alfred si arrese e fatto prigioniero. Per l’azione eroica compiuta da Dietrick un ufficiale del suo reggimento gli disse che l’avrebbe proposto per la Silver Star Medal, ma restò solo una promessa.
Dopo i primi combattimenti nell’area di paestum, Alfred, la Compagni B e tutto il 141° Reggimento della 36esima Divisione ricevettero l’ordine di non lasciare che i carri armati tedeschi [che si stavano preparando per un attacco, N.d.A.] si avvicinassero al grosso della truppa, seguirono altri combattimenti, anche con la fanteria tedesca. Durante la notte fu ordinato a tutti coloro che si trovavano in prima linea, compreso Alfred, di crearsi un riparo alla meglio, anche perché erano senza artiglieria e quindi non potevano fronteggiare eventuali incursioni dei carri tedeschi. Dietrick si accovacciò in una buca prodotta da un proiettile di artiglieria nemica, qui al buio i pensieri andavano alla sua famiglia a San Antonio, in Texas. Ad un tratto dei rumori lo allertarono, puntò l’arma, ma vide che era solo un cavallo che tranquillamente transitava da quel luogo. Trascorse la notte e al mattino i soldati statunitensi ebbero il tempo per riorganizzarsi, poiché i tedeschi si erano ritirati sulle colline. I soldati statunitensi, quindi, si prepararono per dirigersi anche loro verso le colline (Monte Soprano, Monte Sottano, Capaccio capoluogo, ecc. N.d.A.]. Per Alfred Dietrick e la sua Compagnia arrivò un nuovo ordine: il Comandante voleva che si prendesse prigioniero un tedesco per interrogarlo. Dietrick e alcuni altri si diressero verso un burrone, percorsi circa 800 metri si trovarono in un campo coltivato a tabacco, qui c’era un soldato tedesco che dormiva tranquillamente, con le armi spianate lo svegliarono e lo catturarono. Fu solo fortuna ricorda Dietrick, ma fatto ritorno al posto di comando Alfred apprese con suo stupore da un ufficiale che l’operazione andava ripetuta, ovvero catturare altri tedeschi, ma ovvio che anche per l’ufficiale che a sua volta aveva ricevuto quest’ordine, questo tipo di missione era altamente pericolosa e non voleva perdere più uomini. Disse allora che qualora qualcuno chiedesse a Dietrick e alla sua squadra se avevano catturato altri tedeschi, loro avrebbero dovuto dire di non averne più trovati, fingendo di essersi spinti nelle linee nemiche.
Il gruppo di audaci soldati insieme ad Alfred raggiunsero Altavilla Silentina [qui, ricorda chi intervistava Dietrick ci furono violenti scontri e dal video si nota un’espressione diversa sul volto di Alfred, ricordando quei giorni di battaglia su Quota 424]. I primi civili che incontrarono furono felici di vedere soldati americani, nonché di ricevere gomme da masticare, sigarette e caramelle. C’era [pare] anche il sergente William Henry “Bill” Mauldin (1921-2003) che ritraeva su carta i suoi commilitoni mentre distribuivano sigarette e tavolette di cioccolato ai civili altavillesi.
Un paese che passava di volta in volta dalle mani dei tedeschi a quelle degli americani e gli abitanti dovevano continuamente cambiare [riscrivere] i cartelli di benvenuto. Alfred in uno scontro con i tedeschi subì danni ad un ginocchio e necessitò di cure, ma rottosi i legamenti non potè continuare con le sue azioni eroiche e quindi fu trasferito presso la 229th Ordnance Transport Company, un’unità che si occupava del trasporto di carri armati e della manutenzione di questi. Alfred però non avrebbe esitato, nonostante ferito, di ritornare a combattere in prima linea se glielo avessero ordinato. Restò in questa unità da marzo 1944 all’8 maggio 1945. Fatto ritorno a San Antonio, in Texas, Dietrick beneficiò del G.I. Bill – Servicemen’s Readjustment Act del 1944 [atto promulgato dal Congresso USA e convertito in legge da Franklin D. Roosvelt il 22 giugno ’44, che consentiva ai veterani di guerra di ricevere dei fondi per continuare gli studi e mantenersi economicamente se disoccupati].
Durante la sua vita Alfred Dietrick è stato intervistato una decina di volte, tutte interviste importanti ma non profonde come quella che tenne al Texas Military Forces Museum, Camp Mabry di Austin, dalla quale è stata estratta, sommariamente, la storia qui riportata. Dove egli stesso non nasconde l’emozione di aver perso compagni e quanto violenti siano stati i combattimenti ad Altavilla Silentina e nei dintorni, dal 9 al 16 settembre 1943. Un’esperienza memorabile quella dell’Operazione Avalanche ebbe a dire Alfred, servendo il suo paese e combattendo il nazismo, del quale diceva di non avere mai compreso perché, il popolo tedesco, fu vittima della balorda e violenta filosofia di Hitler. Dietrick durante la sua vita ha fatto ritorno in Italia cinque volte, visitando e rivisitando i luoghi dove ha combattuto e dove si sono consumati fatti ed episodi tragici che interessarono l’esercito statunitense. Ritornato ad Altavilla Silentina volle farsi fotografare nello stesso posto e nella stessa posizione come nella foto lo ritraeva nel settembre 1943, sulle scale del Castello Normanno, lì dove si incrociò con la nota storia di Charles E. Kelly e con molte altre storie di soldati che attraversato l’oceano vennero in Italia per dovere, per sacrificio e per la libertà.
Con Alfred Dietrick se ne va quindi uno dei più longevi veterani della seconda guerra mondiale, se ne va nell’anno in cui si commemora l’80 anniversario dello sbarco Alleato sulle coste del salernitano. Il 21 giugno 2023, Alfred, sarà ricordato con una celebrazione religiosa presso la Chiesa di San Luca a San Antonio, nel Texas e con una cerimonia con gli onori militari presso la sua tomba nel cimiero nazionale di Fort Sam Houston.