La memoria ci consente di “diventare senza smettere di essere e di essere senza smettere di diventare”, così diceva Italo Calvino dell’importanza della memoria.
Memoria storica, individuale e collettiva, tema caro alla studiosa e professoressa campana Sara Carbone, membro dell’Associazione di Storia Contemporanea, fondata e presieduta dal Professor Marco Severini, con sede a Senigallia (Ancona), anche quest’anno e per la decima volta consecutiva ospite al Salone Internazionale del Libro di Torino.
Presente presso lo stand della Regione Marche, l’Associazione di Storia Contemporanea, in partenariato con il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Macerata, ha presentato al Salone di Torino due lavori della dottoressa Carbone: La dissolvenza della memoria, inchiesta-reportage pubblicata in due edizioni, la prima nel 2020 (Mazzanti, Venezia) e la seconda nel 2022 (Edizioni Poligrafica Fusco, Salerno) e il saggio Da “contadine richiamate” a “ethnic brokers”: donne verso gli Usa negli anni della Great Migration, presente nel volume Percorsi femminili nella contemporaneità, a cura di Lidia Pupilli, socia fondatrice e direttrice scientifica dell’Associazione.
Ricercatrice instancabile dei fili più sottili che intessono la trama della grande Storia delle migrazioni, Sara Carbone è, però, anche un’artigiana digitale e insieme al laboratorio creativo Paesaggi di Parole ha dato vita, nel 2021, all’opera Labirinti. Omaggio a Italo Calvino.
I fatti della storia e quelli della letteratura non sono mai disgiunti e lo sono ancor meno quando hanno a che fare con la frontiera, quel luogo di passaggio in cui Italo Calvino trovava il mondo non scritto da cui nascevano i suoi “antenati” e Sara Carbone trova il suo nuovo mondo, quello dei migranti protagonisti delle sue indagini.
Labirinti omaggia così, proprio come se si camminasse su un confine o lungo dei vertici posti a delimitare più mondi, il “rampante” scrittore che nulla ricordava della sua città di nascita e si definì sempre e solo italiano e sanremese, per l’esattezza, inserendo la sua storia personale e letteraria in una mappa-cubo che richiede una lettura multilivello.
Di sei facce del cubo, cinque sono dedicate ad ognuna delle Lezioni Americane e la sesta faccia, “dimezzata” perché incompiuta come la sesta lezione, si apre al racconto delle tappe più importanti della vita dell’autore.
La struttura “inesistente” è in realtà un dedalo di colori e linee che ricreano su tela quella complessità del reale di cui Calvino stesso riteneva che «il labirinto fosse la metafora gnoseologica più adatta» – spiega la professoressa Carbone – «ma per quanto complesso e spersonalizzante, il mondo contemporaneo, per Calvino, rappresentava una sfida. La sfida del labirinto.»
Paesaggi di parole, vero e proprio laboratorio culturale inteso a evidenziare “le relazioni insospettate e le connessioni nascoste” tra i significanti e oltre essi, è di sicuro una eccezionalità nel campo della grafica cognitiva e si presta benissimo al lavoro della professoressa Carbone che non dimentica l’importanza dei dettagli nelle Lezioni calviniane, facendo emergere, nelle intersezioni mai compiute dei percorsi del suo labirinto, la centralità di alcune parole e i relativi campi semantici o le connessioni con altri autori, amati da Calvino e da lui presi ad esempio.
Non manca neppure la storia raccontata dai numeri, con le date di redazione e pubblicazione delle opere principali dello scrittore e, in particolare, della “trilogia degli antenati” che dagli spigoli del cubo si diramano poi come fa la successione degli eventi narrativi di una storia e di una vita.
Già presentato al Salone del Libro e dell’Editoria di Napoli Città Libro e alla Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria di Roma “Più libri più liberi” e tradotto in lingua inglese, Labirinti. Omaggio a Italo Calvino verrà presentato dall’autrice il prossimo 27 maggio presso il municipio del Comune di Stella Cilento, paese che ha interessato di recente alcune ricerche della dottoressa Carbone. Un Calvino da guardare per guardare oltre Calvino, proprio dove lui andava a cercare.
Francesca Schiavo Rappo