Una magica esperienza per gli alunni della classe IV G dell’istituto professionale di Stato per i servizi di enogastronomia e ospitalità alberghiera. Attraverso l’arte è possibile esprimere sé stessi e le proprie emozioni, offrendo l’opportunità di relazionarsi all’interno del gruppo in modo diverso. Il linguaggio dell’arte ci insegna a unire tutte le nostre risorse, andare oltre il pensiero e trasformarle in forme e colori. È così che la dottoressa Rossella Coviello, laureata in psicologia, a conclusione del percorso di specializzazione del tirocinio formativo attivo per le attività di sostegno, ha deciso di portare l’arte nella scuola dei grandi in una dimensione grafo-pittorica. Così docenti e alunni si sono lasciati coinvolgere, abbandonando penne e matite per impugnare pennelli e tempere cimentandosi nella riproduzione del “Prato Fiorito “di Hervè Tullet. Un’opera pensata per favorire la didattica collaborativa realizzata dal gruppo su un lungo lenzuolo bianco che si concretizza dietro dei segnali e indicazioni specifiche. Spettatrice d’eccezione la dirigente scolastica Prof.ssa Rita Brenca che ha accolto con entusiasmo il project work. “Dopo un’attenta valutazione ed osservazione, in collaborazione con la mia tutor prof.ssa Liliana Paolino, abbiamo deciso di sviluppare un’attività laboratoriale che potesse dare l’opportunità agli alunni di vivere un momento di creatività ed energia collettiva. Nella prima fase è stato presentato brevemente l’artista ed alcuni suoi innovativi laboratori. Successivamente, i ragazzi si sono dedicati alla realizzazione di un opera d’arte fuori dagli schemi: cerchi, punti e spirali, le fondamenta del Prato Fiorito di Tullet”- spiega la dottoressa Coviello, “Ringrazio di cuore la dirigente scolastica e la mia tutor”. Un momento vissuto intensamente e con gioia anche dai professori che hanno partecipato con i loro alunni, collezionando e condividendo emozioni positive da portare nel cassetto dei ricordi del loro percorso scolastico.
“Il trucco è quello di non avere alcuna regola. In un certo senso credo che i miei libri sono storie incomplete e il lettore deve trovare la sua creatività per colmare lacune. E’ necessario aggiungere qualcosa alla storia da soli. Se non lo fai, il libro non funziona. Ciò richiede energia, ma chi mette questo piccolo sforzo sarà orgoglioso di se stesso”- H. Tullet