Inesorabilmente, anziani si diventa! È la vita che ci fa navigare per mari situati ad ogni latitudine della sua evoluzione e, naturalmente, il più delle volte ci porta all’approdo nel porto più grande dove c’è posto per tutti …
In Italia, ma anche nelle altre nazioni più o meno è lo stesso, chi ha più di 65 anni oggi rappresenta più del 23% della popolazione, si tratta di quasi il 24% della popolazione totale della penisola. Entro il 2050 si prevede che gli anziani sorpasseranno il numero dei giovani con meno di 25 anni raggiungendo il 34% del totale dei “viventi” in Italia.
Ormai si viaggia decisamente verso un cambio di prospettiva demografica!
Questa “prospettiva” in molte realtà del nostro paese, quelle situate nelle aree interne a ridosso delle Alpi e sui crinali dell’Appennino, è già realtà e le problematiche connesse sono all’ordine del giorno.
Infatti, il costante aumento del numero di anziani comporta un simmetrico incremento di richiesta di servizi nel settore sanitario, trasporto e assistenza.
In una infinità di piccoli borghi è in atto da tempo l’evoluzione strutturale dei comportamenti e dei bisogni che, non necessariamente legati al campo medico, si estendono a diversi ambiti come il benessere, aggiornamento del progetto di una vita attiva. Si tratta di persone che hanno raggiunto la tranquillità economica, dispongono di risorse finanziarie e, in molti casi, si impegnano anche in attività fisiche di volontariato, viaggi e sviluppato una vita sociale.
Inoltre, bisogna tener conto del fatto che i figli o i parenti più prossimi molto spesso vivono lontano e difficilmente possono occuparsi e preoccuparsi di loro.
Pertanto, è necessario che la comunità di cui fanno parte gli over 65 si facciano carico delle problematiche elencate e introducano azioni che siano in grado di prevenire l’insorgenza di problemi pratici che, col tempo, porterebbero anche al loro decadimento fisico e psicologico della loro maggioranza.
Infine, vale la pena ricordare che nelle piccole realtà anche i parroci sono scomparsi o sono, loro stessi, bisognosi di servizi alla persona che sono alla base per renderli operativi nello svolgimento del loro magistero.
Ecco perché è necessario formare figure professionali e predisporre strutture facili da raggiungere in ambito sanitario, organizzare un supporto sul piano pratico operativo per la vita di tutti i giorni, assicurare una guida che indirizzi gli anziani per assolvere alle incombenze burocratiche e amministrative e sia anche in grado di fornire anche assistenza psicologica.
Si tratta di costruire anche una “rete” attiva sui territori che affianchi gli anziani nella quotidianità: fare la spesa, cucinare e gestire la casa, fare le pulizie domestiche … tutte azioni che metterebbero al primo posto il benessere e garantirebbero serenità. Il tutto, oggi, è più facile perché si può contare sulla tecnologia e sullo sviluppo digitale.
Purtroppo, sindaci e amministratori continuano ad “investire” tempo e a chiedere risorse per ristrutturare chiese e conventi, che rimarranno chiusi; aprire musei della civiltà contadina, dove non entra mai nessuno; ripavimentare piazze e strade dove si affacciano case ed edifici scolastici che restano desolatamente vuoti; costruire campi di calcio e piscine che poi diventano un costo per la loro manutenzione senza un potenziale futuro; organizzare sagre e feste patronali che attirano migliaia di persone, ma che fanno sentire i paesi ancora più vuoti il giorno dopo aver consumato l’evento …
Anziani non si nasce ma si diventa … ma come si vive il tempo che resta dipende molto da come si è in grado di organizzarlo! E nei piccoli borghi, dove l’individuo è ancora un soggetto portatore di interesse, economico e sociale, è ancora possibile farlo da protagonisti.