Siamo tutti destinati a finire! Ma quando la morte porta persone che, in qualche modo, hanno lasciato il segno sulla tua allora tornano in mente le tante occasioni mancate per “vivere” qualche scampolo di esistenza in più con quelle che ci hanno lasciato.
Accade con i nonni, i genitori, i colleghi di lavoro e di hobby comuni, con i compagni di scuola …
Ed è proprio di questo ultimo caso che voglio parlare per rendere omaggio ad Angelo Ciniello, dottore veterinario che ha vissuto la sua vita familiare, professionale e sociale a Piaggine, il paese dove sono nato nello stesso anno e nella stessa via del compianto.
Con Angelo ho frequentato insieme l’asilo, la scuola elementare, il catechismo a Piaggine tra la fine degli anni ’50 e l’inizio dei ’60 del secolo scorso. Poi le nostre strade si sono divise: io in seminario e lui non so dove. Poi io rientrai per iscrivermi all’istituto magistrale appena istituito e lui non so dove. Diventato adulto ed “estraniatomi” andando a cercare fortuna a Varese, con Angelo ci si incontrava durante le feste patronali ed in altre rare occasioni … i nostri incontri si risolvevano sempre con i convenevoli tra persone che poco sapevano l’uno dell’altro.
Ma in Angelo c’era sempre qualcosa di particolare … mi riportava sempre ai tempi della fanciullezza, ricordava molto più di me che ormai ero estraneo al piccolo mondo “antico” che ci aveva dato i natali.
Avevo simpatia per la sua capacità di ricordare situazioni ormai “sepolte” sotto cataste di esperienze che non consentivano possibili ritorni.
Un giorno mi fece vedere una foto, in bianco e nero, della nostra classe, una delle poche ancora in circolazione, se non l’unica! In un baleno le facce che “emergevano” dai colletti bianchi posti all’altezza del collo, mi parlavano di ognuno dei miei compagni di un antico passato che, saltuariamente, da quel momento mi ha spianato la strada di un ritorno prepotente alla mia identità “graffiata” da anni di oblio.
Tornato nella terra dei padri, ho avuto modo di riconciliarmi con i luoghi che da giovane avevo abbandonato al loro destino e ho risalito molte volte le strade che, partendo dal “Ponte”, portano ancora verso le montagne dove i nostri avi hanno vissuto, lavorato, imprecato, tratto le risorse per far studiare i figli …
Inoltre, ho avuto modo di riannodare qualche filo di rapporto con vecchie conoscenze. Tra queste, c’era Angelo Ciniello. E quelle facce che facevano capolino dalla foto in questione hanno ricominciato ad avere un senso!
Il Dott. Ciniello, nella comunità di Piaggine attiva nel settore silvo-pastorale, è stato sempre considerato un bravo professionista e un attento sostenitore di quanti, giovani e meno giovani, hanno intrapreso l’attività imprenditoriale legata al settore bovino e ovino. Girava per i pascoli alle falde del Motola e del Cervati a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Ma il momento in cui ho veramente cominciato a dialogare e ad occuparmi con una certa continuità di Angelo è stato quando si è candidato a sindaco di Piaggine ed è stato eletto. Il modo dialettico con il quale si è sviluppato io confronto tra il giornalista e il sindaco è stato corretto, a volte, aspro, ma sempre leale e rispettoso l’uno dell’altro.
Alla Moglie Maria Teresa; ai figli Carmelo, Francesco, e Lorenzo; alla mamma Angelina; e a tutti quelli che hanno condiviso gioie e dolori di un’esistenza durata troppo poco va il pensiero di un compagno che non ha mai avuto il tempo di diventare suo amico, pur essendoci tutti i presupposti, e che oggi non può che rimpiangere l’occasione perduta.