- Dottore Palladino partirei dal sottotitolo. A cosa si riferisce con “luci e ombre”?
La storia comincia narrando di questa famiglia dalla metà del ‘700, quindi è chiaro che nello spazio dei secoli, come per tutte le famiglie, succedono cose belle e cose drammatiche. Anche per quanto viene riferito ad un certo splendore che, può essere più importante in un’epoca e meno importante in un’altra. Mi sono avventurato in questa storia cominciando con un racconto al quale avevo attribuito i caratteri del romanzo, poi sono venuto in possesso dell’archivio di Casa Mainenti. I componenti attuali della famiglia, sono stati miei amici quando ero ragazzo e mi hanno messo a disposizione questa possibilità. Ho cominciato a vagare tra documenti e tuttavia, nella storia romanzata si è inserita anche una fase documentale che ovviamente, fa luce su quella che era la situazione di Vallo della Lucania, del Cilento e in parte della storia nazionale. Mi sono imbattuto, a volte, in situazioni più complesse rispetto a quella che poteva essere una storia romanzata, narrando di tutto quello che si è verificato, tutto quello che c’era di importante in questa famiglia, quali sono stati gli eventi più significativi che ne hanno condizionato il percorso in ben tre secoli. Famiglia importante, proprietaria di latifondi che si ingrandivano sempre di più nel tempo, di pari passo alla storia di un paese che percorre un’epoca in cui tutti gli abitanti erano impegnati in una situazione agricola e pendenti da questa o quell’altra famiglia. A un certo punto, si comincia ad avvertire lo smembramento di questi latifondi nel periodo in cui arrivano a Vallo della Lucania alcune famiglie provenienti dall’Agro Nocerino Sarnese, dal Vallo di Diano, le quali intraprendono delle attività industriali e commerciali impossessandosi di poderi che nascono dallo smembramento del latifondo. Parliamo di un periodo in cui Vallo è un paese dove l’agricoltura viene seguita con molta attenzione e gli ortolani sono tra i più capaci del territorio riuscendo in un’agricoltura fervida. In questa situazione i Mainenti, che hanno un potere non indifferente e godono di una vita piacevole, risultano essere in contrasto con quelle che sono le condizioni economiche e sociali del paese, anche per via delle guerre che si sono succedute, responsabili di grosse difficoltà che naturalmente non venivano avvertite in questa famiglia.
- Si evince che il periodo di riferimento focale, trattato nel suo testo, sia quello del ‘900?
L’origine della famiglia risale al ‘700, ma i fatti concreti avvengono tra la fine dell’800 e tutto l’arco del 900.
Come si è potuto attestare, molte famiglie abbienti del periodo a cui fa riferimento, riuscivano a godere nel proprio luogo residenziale del titolo nobiliare. Allora la suddivisione per classi sociali era cosa ufficiale ed è evidenza netta anche da quello che racconta.
Lo ricordo bene anche io che sono nato nel 1949. Nonostante fossimo negli anni ‘50 a Vallo della Lucania negli albori del dopoguerra, ricordo questa distinzione sociale. Alle persone benestanti venivano rivolti omaggi e saluti, addirittura con “buongiorno eccellenza”.
- Questo vale anche per la famiglia Mainenti? O venivano considerati solamente lungimiranti imprenditori?
Si univano tutte e due le cose perché l’unione matrimoniale, quasi sempre, determinava un ingrandimento delle proprietà terriere e quindi un miglioramento della condizione economica che facilitava l’acquisto di poderi, di palazzi; all’epoca era sinonimo di ricchezza. Tra l’altro i Mainenti erano proprietari di uno dei palazzi più belli di Vallo che attualmente è sede del Parco Nazionale del Cilento, ove sono presenti arredi meravigliosi.
- Senza anticipare troppo ai lettori le chiedo: quel è stato l’episodio o l’avvenimento più rilevante che abbia influito maggiormente la storia della famiglia Mainenti?
La famiglia Mainenti già nel ‘700, perlomeno dalla documentazione che ho avuto modo di consultare, aveva una condizione economica molto importante che gli permetteva di acquisire sempre nuovi cespiti. Pertanto un episodio importante che ha reso la famiglia ancora più ricca, risale all’inizio dell’Ottocento, quando è subentrata la soppressione degli ordini religiosi da parte di Giuseppe Bonaparte e quindi, tutti i beni della chiesa, di notevoli entità e parte del demanio, vennero venduti all’asta e furono acquisiti da alcuni componenti della famiglia.
– Mentre, come accennava in precedenza, per la storia nazionale?
Innanzi tutto erano fervidi borbonici. Pertanto con la caduta dei Borboni e quindi con l’insediamento dei Savoia, i Mainenti cominciano ad avere delle perplessità su come conservare i propri privilegi, ma per loro fortuna la situazione si assesta e riescono a mantenere alto il livello della loro famiglia. L’altro momento fa riferimento alla nascita della Repubblica, specialmente con la crescita dei partiti come il partito comunista – con la lotta di classe – che crea dei contrasti non indifferenti alle famiglie possidenti. Diviene infatti difficilissimo mantenere il rapporto della proprietà terriera tant’è vero che, alcuni terreni di diverse famiglie importanti di Vallo della Lucania, vengono occupati dai comunisti in segno di protesta. Nonostante tutto, i Mainenti riescono comunque a mantenersi, malgrado i conflitti sociali e politici che si hanno con lo smembrarsi prima del Regno Borbonico, poi con quello dei Savoia. Riescono ad arrivare alla fine del secolo conservando la loro importanza economica e sociale.
- Interessante questo passaggio che conferma lo spaccato rappresentativo del fenomeno della lotta di classe nei territori cilentani.
Sì, negli anni ‘50 il partito comunista acquista importanza in tutti i paesi dove, naturalmente, fa leva sui lavoratori che in parte, erano stati oppressi. All’epoca, la divisione dei prodotti dei terreni coltivati dai braccianti, non arrivava nemmeno al 50% e molto spesso – il contadino – prendeva addirittura un terzo. Una condizione veramente pessima. Si crea una forte conflittualità, pur mantenendosi per un certo lasso di tempo su uno stabile equilibrio, dal momento in cui i proprietari terrieri riescono ancora a mantenere la loro condizione economica e anche sociale. La situazione cambia quando si presentano le prime difficoltà nel mantenere i grossi latifondi che intanto, cominciano a smembrarsi e man mano a favorire la nascita di una nuova classe sociale – quella media – riducendo tuttavia il dislivello. Questa però è una cosa che in un paese come Vallo della Lucania, dove l’evoluzione ha sempre avuto un ritmo lento, viene mantenuta per tutti gli anni ’50 e ’60. Dobbiamo far riferimento alla fine del secolo per constatare una certa condizione di parità.
- Mi incuriosisce sapere la sua opinione in merito, anche se mi dirigo parzialmente in off topic. Il Partito Comunista Italiano ebbe una notevole crescita, fino a diventare il partito comunista più influente d’Occidente. Da quello che racconta sembrerebbe che, questo tipo di “attivismo” sui territori abbia avuto davvero un ruolo importante. Vero?
Il partito comunista ha avuto un momento importante proprio perché, in maniera significativa, in tutti questi paesi la lotta era necessaria. Le condizioni di disparità sociali erano di numero notevole, come il concetto del sindacato che ha avuto un momento felice quando doveva proteggere effettivamente i lavoratori. Con il passare del tempo il partito comunista, per quella che è la mia visione, ha perso efficacia perché non è stata più necessaria quel tipo di lotta continua, quella difesa del salario che era la cosa fondamentale. Un partito che ha cercato di sconvolgere le leggi sociali di un’epoca che è venuto meno quando non c’è stata più la necessità di difendere coloro che godevano già di una condizione migliore.
- Sabato 11 marzo il suo nuovo libro “Il Tempo Dei Mainenti – luci e ombre di una importante famiglia del Cilento” edito da Edito da “Editoriale Scientifica”, verrà presentato presso l’Aula Consiliare via Monsignor Nicodemo a Vallo della Lucania. Cosa è previsto?
Ci sarà l’introduzione del Dott. Egidio Marchetti con il quale mi confronto spesso perché conosce molto bene la storia di Vallo della Lucania. È discendente di una famiglia nobile che in effetti, aveva anche rapporti di parentela con la famiglia Mainenti. Sarà presente il Prof. Avv. Marcello Feola con il quale ho ottimi rapporti di amicizia, in passato ha preso parte ad un’altra mia presentazione di un libro di racconti su Vallo della Lucania; Don Luigi Rossi già Preside della Facoltà Scienze Umanistiche dell’Università di Salerno e il Prof. Antonio La Gloria, mio amico e amico anche dei Mainenti con il quale, condividevamo questa frequentazione a Palazzo Manenti quando eravamo giovani.