La notizia c’è ed è clamorosa! Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica dell’Italia, ha “rinominato, l’Avv. Marcello Feola commissario del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Il decreto è stato firmato martedì scorso e stabilisce che Feola resterà in carica per sessanta giorni, e, comunque “non oltre la nomina del ragioniere Giuseppe Coccorullo a presidente dell’Ente” Contestualmente viene chiarito che la nomina del commissario potrà essere prorogata nel caso in cui, allo scadere del periodo indicato “non risulti concluso il procedimento preordinato all’insediamento del presidente del Parco”.
Per ultimare la procedura avviata per la nomina di Coccorullo. L’intero fascicolo deve ancora passare al vaglio delle commissioni parlamentari che dovranno accertare che tutto sia in regola con la legge in materia di Parchi e con la legge Severino. Procedura che è sempre stata rispettata anche nelle altre occasioni.
La particolarità di questa situazione sta nel fatto che Marcello Feola, nominato commissario a gennaio, era stato disarcionato da una sentenza del Tar regionale della Campania, che aveva accolto il ricorso fatto dal presidente della regione, Vincenzo De Luca, viene riproposto nello stesso ruolo fino alla formalizzazione della nomina di Pino Coccorullo.
È evidente che sulla funzionalità del Parco si scatenata una “guerra” burocratica tra De Luca e Fratin che la sta combattendo per conto di Edmondo Cirielli, vice ministro degli esteri e “deus ex machina” partito di Fratelli d’Italia nella provincia di Salerno.
L’area compresa nel Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni (PNCVDA) è grande come una regione ma è stata “prigioniera” di una provincia, quella di Salerno, fino alla soppressione delle provincie.
Quando alla guida della provincia di Salerno c’era proprio Cirielli, la regione del PNCVDA era stata sempre una zona impenetrabile dal punto di vista gestionale da parte dell’allora Alleanza Nazionale.
Ecco perché oggi, in una regione in mano a Vicenzo De Luca, non appare plausibile a chi ha conquistato il governo nazionale, lasciare ancora campo libero agli avversari di sempre.
La prima scelta di Cirielli era caduta sull’Avvocato Feola, già assessore al lavori pubblici alla provincia con Cirielli ma anche consulente dell’ente parco all’inizio degli anni 2000, proprio perché era l’uomo giusto per smantellare la rete di relazioni che la sinistra era riuscita a tessere con gli amministratori degli oltre comuni dell’area a sud di Salerno.
Recentemente, il ministro ha avviato la procedura per la nomina del presidente proponendo al presidente della regione Campania la terna di nomi per fargli esprimere la sua preferenza: lo stesso Feola, Luisa Maiuri e Pino Coccorullo. De Luca ha scelto Coccorullo. Invece della nomina e il conseguente avvio della procedura prevista dalla legge, ecco che Fratin ha firmato un nuovo decreto di commissariamento e riaffidato il Parco a Marcello Feola.
Coccorullo fa buon viso a cattivo gioco e resta in attesa di entrare a palazzo Mainenti di Vallo della Lucania, sede dell’ente, al termine della complessa procedure che prevede, tra l’altro, anche la presentazione del “programma operativo” che intende mettere in campo durante il suo mandato.
Siccome, l’iter di nomina di Coccorullo deve necessariamente cominciare con la nomina formale da parte del Ministro dell’”Ambiente e della sicurezza energetica” al nuovo presidente non resta che attendere …
Ma tutti sappiamo che il Gilberto Pichetto Fratin ha ben altri problemi di cui occuparsi vista l’importanza primaria dell’Italia: approvvigionarsi di risorse energetiche in quantità sufficienti a mandare avanti il sistema industriale;
garantire l’arrivo nelle case degli italiani energia sufficiente a riscaldarsi o a refrigerarsi; sovrintendere a tutto ciò che riguarda la transizione verso un’Italia più ecologicamente compatibile.
Ecco perché potrebbe accadere che, se questa volta il Tar non farà obiezione alla nomina di Feola, l’Avv. di Campora potrebbe gestire l’ente in piena autonomia e con la benedizione del ministero a cui ogni ente parco nazionale deve sempre rendere conto.
D’altro canto sarebbe veramente incomprensibile se i collaboratori del ministro, Edmondo Cirielli e lo stesso Marcello Feola non avessero fatto bene i “conti”.
Intanto, il conto di tutta questa battaglia a pagarlo è il prestigio dell’ente parco che è già ai minimi termini tra chi lo abita e cerca, per scelta o per necessità, di continuare a vivere la propria vita.