Forse dovremmo riavvolgere il nastro della storia e dare ragione, a malincuore, ai neoborbonici!
È probabile che sia vero ciò che dicono nel Lombardo – Veneto … Che se stessero molto meglio loro, potrebbero stare bene anche quelli che vivono nella Magna Grecia.
Potrebbe essere altrettanto vero che il sole, il mare e la fantasia siano sufficienti a non farci invidiare le scuola a tempo pieno, gli asili nido, la possibilità di farci curare in ospedali efficienti, il diritto di essere amministrati da una macchina burocratica al servizio dei cittadini…
Potremmo anche credere alla favoletta che tutto può accadere grazie all’autonomia differenziata che, al contrario ci vogliono fare digerire questa scelta con lo stesso entusiasmo con il quale aderimmo al progetto di Cavour e Vittorio Emanuele II di riunire l’Italia sotto un’unica bandiera senza badare ai “mille” problemi ai quali saremmo andati incontro!
Né può essere credibile la Lega Nord, poi diventata Lega per l’Italia, che vuole convincere gli Italiani, gli altri diversi da loro, ad assecondare l’epilogo di un processo iniziato da oltre 30 anni. Un trentennio nel quale stando al potere dello stato a governato salvaguardando solo gli interessi delle regioni del “nord”.
Allo stesso tempo, sarebbe fraudolento che gli stessi parlamentari eletti nei collegi meridionali tra le fila della Lega “nazionale”, votassero il provvedimento che ci porterebbe al punto di partenza come nel “gioco” dell’oca.
Pertanto, vorremmo consigliare a chi si volesse prestare a concedere fiducia ad un provvedimento tanto bizzarro e contraddittorio, di pensarci bene: meglio “maleaccompagnati” che soli.
l’Italia nata con il Risorgimento, ingannata martoriata dal fascismo e dal nazismo, riabilitata dalla Resistenza e rinata dopo il referendum costituzionale che istituì la Repubblica… Non merita questo oltraggio costruito da un manipolo di separatisti e avallata da consapevoli alleati di governo.
La “lega” non ha e non avrà mai i numeri per far approvare la proposta di legge che ci riporterebbe indietro di due secoli. Ciò potrà accadere se gli altri partiti della maggioranza, in sfregio alla loro natura e a chi li ha votati, barattassero la stabilità istituzionale dell’Italia con i vantaggi di stare al governo del paese per disintegrarlo.
Se così sarà, si ritroveranno a gestire il deserto sociale che avranno concorso a creare: gli esempi non mancano nel recente e remoto passato.
Allora, sarà il caso che, invece di un “taglia e cuci” destinato a sfilacciarsi nel breve periodo, si procedesse immediatamente a convocare un referendum per capire chi vuole restare in un’Italia unita o avventurarsi in una secessione fuori dalla storia.
Saranno gli elettori delle varie regioni a decidere da che parte stare: nell’Italia o ghettizzarsi in uno staterello del Lombardo – Veneto magari federandosi con la Svizzera. Dignitosamente, l’Italia democratica fedele alla Costituzione repubblicana rimarrebbe saldamente nell’Unione Europea e, seppur con un peso specifico ridimenzionato, potrebbe scaricare la zavorra separatista al suo destino di gente senza onore.
Sarebbe un bel triplo salto mortale all’indietro nel tempo con avvitamento carpiato che farebbe rivoltare nella tomba i milioni di uomini e donne che due secoli sono caduti e riposano in pace senza troppo recriminare su cosa poteva essere e non è “stato”.
Poco importa se le generazioni di Italiani nate nel dopoguerra e vissuto in pace dentro e fuori del confini nazionali, dovranno ricredersi e rimpiangere di aver contribuito con le vite dei propri figli per completare il percorso di unificazione della nazione.
Sappiamo bene che le proposte sul tappeto non sono dettate da ideali ma di pura moneta. Ma questo è ancora più avvilente …