Come da previsioni della vigilia, la Banca centrale europea, proseguendo sulla strada della stretta monetaria anti inflazione, ha alzato i tassi di ulteriori 50 punti portando il tasso sui rifinanziamenti principali al 3%, quello sui depositi al 2,50%, e quello sui prestiti marginali al 3,25%. Inoltre, a sorpresa, ha già dato indicazioni per un nuovo rialzo sempre di 50 punti nella riunione di marzo.
La presidente Christine Lagarde, nella conferenza stampa dopo l’annuncio sui tassi, ha avuto modo di chiarire: “Il Consiglio direttivo manterrà la rotta nel continuare ad aumentare i tassi di interesse in misura significativa a un ritmo costante e a mantenerli su livelli sufficientemente restrittivi da assicurare un ritorno tempestivo dell’inflazione al suo obiettivo del 2% nel medio termine”.
Un comunicato diffuso al termine della riunione dall’Eurotower ha poi precisato che, dopo il nuovo rialzo di 50 punti a marzo, verrà nuovamente valutata la situazione contingente: “Alla luce delle spinte inflazionistiche di fondo, il Consiglio direttivo della Bce intende innalzare i tassi di interesse di altri 50 punti base nella prossima riunione di politica monetaria a marzo, per poi valutare la successiva evoluzione della sua politica monetaria. Mantenere i tassi di interesse su livelli restrittivi, farà diminuire nel corso del tempo l’inflazione frenando la domanda e metterà inoltre al riparo dal rischio di un persistente incremento delle aspettative di inflazione. In ogni caso, anche in futuro le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di riferimento saranno guidate dai dati e rifletteranno un approccio in base al quale tali decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione”.
A differenza della Fed e della BoE che si stanno ammorbidendo (hanno alzato i tassi di soli 25 punti), la Bce reagisce all’inflazione con maggiore fermezza. In realtà c’è da considerare che nei primi due casi sembra che la traiettoria dei tassi sia vicina al picco e che la Bce è arrivata al 2,5% con il quinto rialzo di fila, massimi dal 2008, ma resta sotto il 4,5-4,75% della Banca centrale americana e il 4% della BoE.
I mercati hanno reagito a questa situazione positivamente ed era tutt’altro che scontato: le Borse europee hanno iniziato a correre. Secondo Fitch “i tassi di interesse concluderanno questo ciclo 100 punti base sopra a dove stanno oggi”. Buono l’andamento anche dei titoli di Stato, con il Btp che frena fin sotto il 4% di rendimento e lo spread che si stringe di oltre 10 punti base sotto 190 punti. Il motivo di questa evoluzione, secondo Bloomberg, è da ricercare nel fatto che, se da una parte i mercati prezzano altri 100 punti di rialzi dall’altra hanno tagliato le previsioni di picco del ciclo restrittivo con un tasso sotto al 3,5%.
A questo punto appare del tutto evidente che il mercato si era posizionato per una Bce da falco e, nonostante le dichiarazioni esplicitamente aggressive della banca centrale e l’intenzione di effettuare un altro rialzo da 50 punti base a marzo, gli investitori non credono nel perdurare a lungo di questa situazione. In molti intravedono in Lagarde un “falco in fase di addolcimento” arrivando ad ipotizzare che quello di marzo sarà l’ultimo rialzo. In conferenza stampa Lagarde ha detto che con il +50 punti di marzo la Bce avrà centrato gli obiettivi indicati a dicembre, in aggiunta al fatto che ora vede i rischi legati all’inflazione più bilanciati mentre a dicembre erano orientati al rialzo.