Siamo alla quinta domenica del tempo ordinario e nel passo del Vangelo, che fa parte ancora del Discorso della Montagna, Gesù paragona i suoi discepoli ad elementi che ci rapportano con il nostro quotidiano, elementi simboli di sicurezza e forza. Infatti, mostrando grande fiducia in loro, dice che sono sale della terra e luce del mondo. Sono e non che devono diventare! Meditiamo! Cosa dobbiamo fare noi per essere sale e luce? E’ Gesù che ci risponde invitandoci ad analizzare l’esperienza che abbiamo del sale e della luce per comprendere il senso vero della nostra missione di cristiani. Il sale, un composto dalla formula chimica semplice che, ricordo, suscitava curiosità e interesse sempre nei miei alunni durante le esercitazioni in laboratorio per le sue proprietà organolettiche e per i suoi molteplici usi. Utile e prezioso per guarire ferite, necessario per conservare e custodire. Forza simbolica di purificazione e di sapienza. Passando in soluzione, sciogliendosi, dà sapore. Ognuno di noi è sale nel momento in cui la sua vita non è superficiale, né scontata, né rassegnata e soprattutto dà sapore anche alla vita altrui. Come il sale nel suo sciogliersi si dona e scompare, così anche noi dobbiamo prodigarci per i nostri fratelli e farlo con grande umiltà. C’è un pericolo, ci dice Gesù, che il sale perde il suo sapore. E’ quasi impossibile che ciò avvenga in natura, ma noi cristiani possiamo perdere sapore se non mettiamo in pratica la Parola di Dio.
La luce vince le tenebre della notte, mette in risalto quello che raggiunge, accentua i colori, sottolinea le forme. Come la luce si irradia e si diffonde partendo dal sole, così anche noi dobbiamo diffondere la luce di Dio, illuminando con la nostra disponibilità, con i nostri talenti, con il nostro sorriso, la vita dei nostri fratelli. Siamo luce se facciamo circolare amore, se ci aiutiamo reciprocamente, se siamo attenti alle esigenze del prossimo. Dobbiamo essere luce in un mondo pieno purtroppo di oscurità, dove spesso è facile perdersi, dove spesso viene a mancare anche la luce della speranza.
Impegniamoci allora, in famiglia, al lavoro, nelle nostre azioni quotidiane, ad essere, come ci definisce Gesù, sale e luce! Sforziamoci di essere portatori di bene soprattutto per coloro la cui vita è senza senso e nell’oscurità. Indichiamo loro una strada priva di soprusi, discriminazioni, ingiustizie. Al di là dei discorsi conta semplicemente la testimonianza delle nostre azioni coerenti con gli insegnamenti del Vangelo. L’umiltà e il silenzio con cui agiamo, l’impegno instancabile e soprattutto l’aiuto di Dio, garantiranno l’efficacia della nostra missione! Il compito affidatoci da Gesù è difficile ma non impossibile!
Santa domenica in famiglia! Lucia Garifalos