A Sala Consilina, presso il Bookstore Mondadori di Antonio Lullo, sabato 4 febbraio, è stato presentato l’ultimo libro di Pasquale Tuozzo dal titolo Un cesto pieno di storie. “Il titolo nasce dal fatto che il libro in realtà è una raccolta di 18 racconti, di genere e lunghezza diversi che io ho immaginato idealmente come all’interno di un cesto nel quale piuttosto che la frutta come ciliegie, mele ci sono le storie, i racconti. E allora una persona può scegliere il racconto che le piace come se scegliesse un frutto dal cesto ideale nel quale ho collocato le mie storie quindi da qui il titolo. Sono storie che ho scritto in un tempo molto lungo, è l’opera omnia per quanto riguarda i racconti, ovvero sono tutti i racconti da quando ho manifestato la passione per la scrittura. Avendoli scritti in un arco di tempo molto lungo, lo stile era inevitabilmente diverso e allora prima di metterle insieme e formare questa raccolta e proporla agli editori, ne ho fatto una profonda revisione soprattutto dei primi, li ho rivisti tutti e li ho corretti nel tentativo di migliorarli e uniformarne lo stile dopo li ho inviati ad alcuni editori e la Casa editrice Pav di Pomezia lo ha valutato e lo ha ritenuto pubblicabile. Sono pertanto orgoglioso di presentarlo qui nella mia cittadina alla presenza di tanti amici. E ovviamente ne sono contento”. Le storie di Pasquale Tuozzo affondano le radici nel vissuto dell’autore e traggono spunto da fatti reali e concreti affrontati. “Chi scrive trova il suo humus nella realtà che lo circonda, nelle persone che conosce e nelle esperienze che vive, tante volte è raccontare un’esperienza intesa come ciò che è successo alla persona e come ha utilizzato e vissuto questa esperienza per cambiare e per evolversi. La mia terra ha rappresentato e rappresenta un humus molto fertile e importante. Sono molto legato alla mia terra, alle persone che conosco, la mia sensibilità scaturisce dal luogo in cui vivo e ho vissuto e ne sono riconoscente. Parte importante di me è qui, le mie radici sono qui, cerco anche di trasmettere dei valori tipici della mia terra e cerco di farli conoscere laddove avrò la fortuna e la possibilità di presentare il mio libro, le mi storie e le mia attività di scrittore. La speranza dello scrittore è sempre quella che ogni lettore possa identificarsi nelle storie che leggono. Il successo di un libro, di un romanzo, di una storia consiste proprio in questo ovvero nel fatto che i lettori si identifichino in ciò che leggono e nel fatto che ritrovino nelle esperienze e nelle vicende narrate frammenti della loro esistenza”. Sabato, dopo i saluti del sindaco Francesco Cavallone, è intervenuta Paola D’Angelo presidente dell’associazione Voltapagina mentre hanno dialogato con l’autore i giornalisti Mariana Cavallone e Pierino Cusati. Le letture sono state curate da Enzo D’Arco e Antonella Giordano.
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