La speculazione messa in atto da qualche tempo a scopo strumentale dai rappresentanti sindacali di quale sigla in particolare sul blaterato degrado della situazione sanitaria del Vallo di Diano del tipo “Fate presto o qui sarà un deserto” per scongiurare che la situazione del Vallo di Diano affondi nella totale anarchia e ingovernabilità… “Sempre la medesima sigla, puntuale, non perde occasione per spendersi in commenti catastrofici sulla postazione 118 del SAUT di Padula, che a causa di deterioramento atavico della struttura ha subito forti infiltrazioni di acqua con danno all’impianto elettrico e ai locali tanto da richiedere la delocalizzazione degli operatori. Pubblicare unicamente a scopo denigratorio, dell’attuale Direzione distrettuale e del PO di Polla, ha raggiunto limiti davvero ridicoli, irrispettosi verso la popolazione del Vallo di Diano già costretta a subire, da venti anni ricatti politici, ingiustizie assistenziali e prevaricazioni, corruzione e abuso di potere per uso personale dei servizi ospedalieri e distrettuali per organizzazione campanilistica dell’assistenza territoriale in barba alla geografia del territorio e al disagio della popolazione soprattutto a sud del territorio”, a riferirlo è il dottore Carmelo Accetta. “Come sindacato Uil a tutela del mio iscritto e della popolazione del Vallo di Diano voglio fare alcune precisazioni – riferisce ancora Accetta del coordinamento Uil Medici – l’avvento del nuovo direttore sanitario ha immediatamente determinato un cambio di rotta nell’andamento degenerato ed immorale che si registrava negli uffici distrettuali dove ciascuno agiva secondo propria convenienza ed opportunità, discriminando tra afferenti bisognosi di servizi sanitari; sempre la stessa direzione ha messo al centro del progetto assistenziale la popolazione e non i politici. Ovviamente siffatto sistema sta azzerando la vendita di servizi assistenziali dovuti al paziente passati come favore personale, dell’operatore del distretto o di ospedale per assoggettare la persona bisognosa di assistenza. Dopo 20 anni, un direttore sanitario ha notato che la popolazione a nord del distretto era praticamente sprovvista di assistenza territoriale e ha proposto una riorganizzazione del sistema prevedendo un’ambulanza in quell’area. Nonostante la sottoscrizione di sedici sindaci su 19 il progetto è ancora fermo anzi il bando di gara previsto per i prossimi due anni continua a trascurare determinati territori. La zelante sigla sindacale come mai non è intervenuta a sostenere il progetto? Rammento che il sottoscritto aveva proposto di presentare una proposta comune, sia sul progetto di riorganizzazione che sul nuovo bando di gara del 118. Forse i politici a cui i rappresentanti sindacali sono assoggettati avevano altri progetti? Non menziono in questa circostanza il dettaglio dell’abbattimento di turni aggiuntivi e straordinario che ha disturbato non poco l’andazzo del sistema. Ecco, altro contrattempo messo in atto dal tanto criticato direttore. Circa la carenza di personale, sbandierata dalla nota sigla, penso che non sia nella facoltà del direttore sanitario l’assunzione del personale. In merito alla questione del SAUT di Padula, il direttore sanitario distrettuale, aveva comunicato a chi di dovere, documentato da fotografie, lo stato di degrado degli ambienti SAUT di Padula, nulla di fatto, stesso discorso dell’infiltrazione di acqua presso l’Hospice di Sant’Arsenio, dove in passato mi risulta che siano stati per lungo tempo recipienti raccoglitori di acqua senza che nessuno si interessasse al problema, forse per opportunità politica. La delocalizzazione tanto criticata del SAUT di Padula al IV piano del condominio si è resa necessaria: ragioni di logistica consigliavano di mantenere la posizione quanto più possibile alla sede naturale per approvvigionamento farmaci, per vicinanza alla tratta autostradale, per opportunità di parcheggio delle auto degli operatori e non da ultimo per permettere agli utenti di non spostarsi troppo dalla sede conosciuta per eventuale richiesta di assistenza al SAUT. La direzione sanitaria ha immediatamente coinvolto i sindaci dei comuni confinanti alla postazione senza avere riscontro di proposte confacenti sia dal punto di vista dell’ubicazione ma soprattutto come strutture in cui alloggiare temporaneamente per cui in mancanza di altro in accordo con gli operatori si è deciso di allocarsi temporaneamente al IV piano di quel condominio criticato per partito preso anche da persone che farebbero bene a guardarsi in casa propria prima di articolare la parola, tante sono le irregolarità che gli riguardano. Ecco questo è il deserto del Vallo di Diano dunque invito l’instancabile sigla sindacale ad affrontare la discussione nelle sedi opportune senza pubblicità gratuita e tendenziosa, confrontandosi con obiettivi utili all’assistenza e al territorio prescindendo dall’appartenenza politica”.