Il 3 febbraio tutte le scuole e le comunità sociali hanno celebrato la Giornata dei calzini spaiati. Si tratta di un evento volto a sensibilizzare tutte e tutti sulla diversità. Le pagine dei social si sono vestite di foto di piedi di bimbi scalzi, con l’intento di sottolineare le caratteristiche di ognuno di noi: non siamo tutti uguali, ma semplicemente diversi. Un tema molto delicato per la nostra società, che ci invita ad indossare ogni giorno calzini non uguali i. Un’azione da modus operandi , un incontro tra due realtà spesso contrastanti: l’ambiente e cultura. È tra le righe di Jacopo Melio che è racchiusa la risposta. Nel suo libro “E facile parlare di disabilità se sai davvero come farlo”, ci invita a riflettere sui nostri atteggiamenti e sulle nostre parole, dando vita ud un’opera pratica dalla quale possiamo apprendere nuovi punti di vista e imparare a comunicare in modo inclusivo e privo di etichette. Jacopo è un giornalista, scrittore e attivista per i diritti umani e civili. Il 7 dicembre 2017, il Parlamento europeo lo ha nominato “cittadino europeo”, mentre il 29 dicembre 2018 il Presidente della repubblica Sergio Mattarella gli ha conferito motu proprio l’onorificenza di “Cavaliere dell’ordine al merito”.
1. Quai sono le motivazioni che ti hanno spinto a scrivere questo Manuale?
“Mi sono reso conto che, in Italia, non esisteva un manuale snello e semplice, alla portata anche dei non addetti ai lavori, ma utile per dare una sufficiente infarinatura su come si debba parlare quando si tratta la disabilità, per evitare dannosi errori (spesso involontari e inconsapevoli) e alimentare ulteriormente l’abilismo. Così, ho deciso di scrivere le linee guida principali per provare a migliorare insieme l’inclusione sociale e culturale delle persone con disabilità.”
2. Diversità come risorsa. Cosa ne pensi di questa affermazione? Fino a che punto la comunità intera agisce secondo questo enunciato?
“Per far sì che la disabilità “sparisca” come etichetta sociale e venga finalmente vista come caratteristica universale, bisogna iniziare a vedere gli individui come una somma di abilità e non di difficoltà, investendo su di loro ritenendoli sempre e comunque una risorsa per la società. In questo, purtroppo, ancora oggi fatichiamo, basti pensare che l’accesso all’istruzione (soprattutto alle università) o al mondo del lavoro, risulta essere spesso faticoso, mancando dei giusti supporti per poter permettere a ognuno di autodeterminarsi pienamente.”
3. Che cos’è per te la disabilità ?
“La disabilità di per sé non esiste, al contrario delle malattie che sono oggettive: ma disabilità e malattia non sempre sono interconnesse. La disabilità, infatti, non è altro che una condizione momentanea, frutto dell’interazione sbagliata tra una persona e un contesto a lei sfavorevole: ecco perché se dessimo a tutte e tutti i giusti strumenti per poter fare ciò che fanno le altre persone, puntando a una condizione di piena parità sociale (ovvero, non dando a tutte e tutti gli stessi strumenti, ma dando a ognuna e ognuno gli strumenti di cui necessita), la disabilità scomparirebbe.”
4. Molti genitori di bambini bisognosi di sostegno si sentono scoraggiati e hanno paura del futuro. Cosa ti senti di dire loro?
“Di credere sempre e comunque nelle loro potenzialità. Anche io al termine delle scuole superiori ero disperato perché non solo non ero convinto della facoltà universitaria scelta, ma mi chiedevo se avrei trovato davvero un lavoro (non dico un lavoro soddisfacente, ma proprio un lavoro). Eppure, partendo da zero, senza particolari strumenti se non il mio computer e, soprattutto, senza nessun aiuto o favoritismo, mi sono piano piano costruito la strada che ho sempre sognato, un lavoro nella comunicazione e in politica, semplicemente “buttandomi” e scommettendo su ciò che più mi piaceva e pensavo di saper fare. Quando gli altri non credono in voi, siate voi a credere in quello che avete da dare, e ogni minimo passo avanti sarà una grande conquista. O quantomeno non sarà stato fermo immobile, schiacciato dalle barriere della società.”
Grazie, Jacopo!