l’Unione Europea conferma l’infrazione al Portogallo sulle liberalizzazioni in tema di stabilimenti balneari e demanio marittimo e spiagge che prevede il diritto di preferenza per i gestori uscenti di subentrare a sé stessi nelle concessioni.
Non è una “buona” notizia per il governo Meloni che sta decidendo il futuro delle concessioni balneari, in scadenza il 31 dicembre 2023. Infatti, la motivazione denuncia la «mancata corretta attuazione delle norme relative alle procedure di gara per l’aggiudicazione di concessioni balneari».
La Commissione mette nero su bianco che “concedendo un diritto di preferenza ai precedenti titolari in fase di rinnovo tramite bando, non è compatibile con il principio europeo della libertà di stabilimento e con la direttiva Bolkestein sulla liberalizzazione dei servizi.”
Se il governo portoghese, guidato da António Costa, non agirà di conseguenza, la Commissione potrà deferire il Portogallo alla Corte di giustizia Ue. Le sanzioni previste sono pesanti ed è difficile che il governo portoghese possa farsi carico dei costi per accontentare i gestori né far finta di niente.
In qualche modo la stessa situazione riguarda anche la Spagna ed altri Stati membri che sono refrattari ad accettare qualsiasi normativa sui beni demaniali che non rispetti i principi comunitari del libero mercato.
Tantomeno l’UE può eludere uno dei principi fondamentali dei trattati che, per molte materie, non sono sindacabili senza aprire il “vaso di Pandora” che porterebbe molte richieste corporative che sono in “sonno” di tornare alla carica: agricoltura, commercio, trasporti, turismo, industria … Sarebbe l’inizio della fine dell’Unione Europea!
Anche in Italia, che ha già ricevuto una lettera di messa in mora che contestava la proroga delle concessioni balneari fino a tutto il 2033 decisa dal 1° governo di Giuseppe Conte. Ma la sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato la proroga al 2033, e l’approvazione della legge sulla concorrenza di Mario Draghi, che ha fissato la scadenza al 31 dicembre 2023, che prevede la riassegnazione degli spazi con gare pubbliche entro la fine del 2024 ha fermato la procedura.
Sarà compito del governo guidato da Giorgia Meloni a varare entro febbraio il decreto attuativo per stabilire i criteri delle procedure selettive.
Se questo accadrà è tutto da vedere in quanto l’intera coalizione dei partiti al governo ha fatto campagna elettorale garantendo che le concessioni sarebbero state rinnovate a condizione vantaggiose (diritto di prelazione degli uscenti) senza se e sanza ma!
Intravisto il “pericolo”, le associazioni di categoria sono infuriate e determinate a vendere cara la pelle … è stato affidato al ministro degli affari europei, Raffaele Fitto, il compito di trattare con Bruxelles per trovare una soluzione “accettabile” per la Commissione e digeribile per i gestori.
Ma la rigidità che l’UE ha dimostrato con il Portogallo non lascia molti margini al Governo italiano di poter inserire qualche forma di diritto di prelazionerinnovo per i titolari delle concessioni in essere.
In ogni caso, la direttiva ha già avuto i suoi effetti! A cominciare dai canoni che i comuni incassano delle concessioni per gli stabilimenti balneari, demanio marittimo e spiagge che saranno corrisposti d’ora in avanti non saranno certamente così ridicoli come lo sono stati finora a fronte di quanto spendono i clienti desiderosi di stendersi al sole e tuffarsi nel mare che bagna le coste italiane.
C’è anche da ricordare le migliaia di alberghi, ristoranti, villaggi, privati condominii … che hanno occupato, in modo ancora più violento, e blindato l’accesso al mare chiudendo ogni via d’accesso con cancelli sui quali sono collocati cartelli intimidatori con su scritto “proprietà privata”. Anche ad essi Stato dovrebbe presentare il conto per quanto hanno goduto e continueranno a godere in futuro dell’esclusività di poter usufruire di scogli e spiagge privatizzate nei fatti.
Il tempo stringe, la bella stagione si avvicina e l’esercito dei bagnanti è già pronto a tornare sulla “stessa spiaggia e nello stesso mare” e, perché no?, farsi accogliere dagli stessi gestori con i quali si ha un consuetudine di decenni. La condizione è quella di partecipare alla gara e aggiudicarsi, con qualche sacrificio economico, la concessione balneare.