Quando il siciliano Leonardo Sciascia scriveva il suo romanzo più noto, “Il giorno della civetta”, le acque del lago Bullicante dormivano ancora, silenziose, sotto la superficie della terra. Era il 1960.
Nel 1972, con una nuova edizione Einaudi per la scuola, acclusa al testo della civetta comparve un’Avvertenza, ma il Lago Bullicante dormiva ancora.
La storia di questo specchio d’acqua spontaneo, emerso da una falda acquifera sotterranea del fosso della Maranella, nel V Municipio della città di Roma e conosciuto anche come Lago Sandro Pertini o Lago Ex SNIA Viscosa; tuttavia, ha inizio già nel lontano 1954 quando, a dieci anni dai bombardamenti degli Alleati su Roma, l’opificio CISA Viscosa è al suo declino.
Situata tra la via Prenestina e via di Portonaccio, l’area interessata dal lago è per il 60% della sua superficie oggi riconosciuta come monumento naturale e sede del Parco delle Energie, una proprietà comunale che ospita la Casa del parco, recupero edilizio di bioarchitettura operato dall’Istituto Nazionale di bioarchitettura di Bolzano.
Nel 1969 la fabbrica dismessa confluisce nei possedimenti della SNIA Viscosa, azienda chimica italiana produttrice di fibre tessili artificiali e, nel 1982, terreni e immobili dell’area dell’ex opificio passano alla società immobiliare Snia S.r.l., poi rivenduti alla Società Pinciana 188 S.r.l. assorbita a sua volta dalla Ponente 1978 S.r.l., di proprietà dell’imprenditore edile romano Antonio Pulcini.
Nel 1992 il lago si sveglia.
Durante lavori di costruzione finalizzati alla realizzazione di un parcheggio sotterraneo per un complesso commerciale in progetto, l’acqua di falda, localizzata ad appena 5 metri sotto la superficie del terreno, invade lo scavo.
La ditta di Pulcini pensa allora di poter ovviare alla spiacevole circostanza deviando il flusso delle acque nella rete fognaria, ma la portata del neonato Bullicante si rivela meno gestibile del previsto, allagando il sito stesso e le aree intorno. Con le verifiche del caso, si scopre che la planimetria dello scavo presentata sul progetto non corrisponde all’area effettivamente interessata dai lavori e Pulcini si vede annullata la concessione a costruire.
Da allora sono passati, ormai, 20 anni, il Lago Bullicante continua ad essere al centro delle battaglie dei cittadini di Roma e del Forum territoriale permanente Parco delle Energie, ente civico che ha preso in carico il coordinamento delle attività della Casa del Parco.
Nel 2020, proprio grazie alle azioni congiunte del Forum e dei cittadini del Pigneto-Prenestino, si è ottenuto che parte dell’area dell’Ex-SNIA fosse riconosciuta come monumento naturale, fermando così gli interventi di speculazione edilizia.
Tuttavia, metà del lago, che ospita il relitto dell’edificio del centro commerciale, resta di proprietà della Ponente 1978 S.r.l.
Da un punto di vista urbanistico l’area del Lago EX-SNIA si trova in una posizione decisamente appetibile per il comparto edile e non poche sono state, sul territorio di Roma e sin dagli anni ’50, le speculazioni dei palazzinari di volta in volta autorizzate dal sindaco di turno, rappresentanti di un potere politico troppo debole rispetto a poteri economici troppo forti.
IL GRUPPO PULCINI
Il Gruppo Pulcini è uno dei principali gruppi immobiliari di Roma, capeggiato dal patron Antonio Pulcini e amministrato da suo figlio Daniele, più volte invischiati in cause di abusi edilizi.
Il cognome Pulcini compare nello scandalo Italsanità (1991) e Mafia Capitale (2014), nella causa ENPAM (2018), nelle inchieste sugli illeciti nell’assegnazione dei lavori al Palazzo di Giustizia di Roma (2019), nella compravendita del Convento dei francescani in via della Cisterna a Trastevere (2021) ed è ufficiale, dal 2012, l’assoluzione del costruttore Antonio Pulcini per l’ecomostro “Le Terrazze del Presidente” – comprensorio di 12 palazzoni in via Acilia, nei pressi della tenuta presidenziale di Castelporziano. Le indagini sul complesso partirono nel 2008 dopo una puntata di Report intitolata “I Re di Roma”. Concessioni date e ritirate per costruzioni non condonabili e condonate.
L’amministratore delegato del Gruppo, Daniele Pulcini, salta agli onori della cronaca per il suo legame intimo con Massimo Carminati, ex NAR condannato a 14 anni e 6 mesi di reclusione nell’ambito dell’inchiesta Mondo di mezzo / Mafia Capitale e tornato in libertà dopo soli 5 anni e 7 mesi per annullamento del provvedimento 416 bis e scadenza dei termini di custodia cautelare.
MISTERO
Una capitale corrotta in una nazione infetta, situazione già coraggiosamente denunciata nel 1955 da Manlio Cancogni su L’Espresso in un’inchiesta-scandalo (Quattrocento miliardi – Manlio Cancogni) in cui veniva fatta emergere la facilità con cui le aree fabbricali erano concesse dal comune alle società immobiliari e i relativi interessi annessi.
Nel caso del Lago Bullicante – Ex-SNIA parliamo di un’area seconda solo al centro storico per consumo di suolo, altamente sviluppata sotto il punto di vista abitativo e molto ben servita da negozi e attività commerciali; parte, tra l’altro, del progetto di ampliamento della rete di trasporto metropolitano – linea C, iniziati nel lontano 2006 e ancora in corso d’opera.
Oltre a chiedersi come sia possibile che l’area non sia mai stata prima sottoposta ad indagini idrogeologiche dato che confina con l’adiacente strada denominata, da decenni, “dell’Acqua Bullicante”, ed essendo inoltre verificata l’idrografia antica del Fosso della Maranella (detto anche dell’Acqua Bullicante), ci si domanda quale mistero infittisca la storia laddove si conoscono apertamente le numerose vicende di corruzione in cui sono stati coinvolti i rappresentanti del Gruppo Pulcini ed i barcaioli politici del momento. Ritorna l’annosa e delicata questione della credibilità della politica e dei suoi associati.
RAGIONE
Non è consentito muovere accuse negli anni magistralmente fatte cadere, ragione vuole che si rispetti il principio di legalità. Tuttavia, poco ragionevole sembra la casualità, che tale non dovrebbe essere, di un Nicola Zingaretti trattenuto rispetto alla firma per l’estensione del provvedimento di tutela dell’area.
Nel novembre 2022, infatti, l’esponente del PD allora Presidente uscente della Regione Lazio, dichiarò di non avere alcuna ostilità allo sviluppo dell’area naturalistica ma di essere soltanto in attesa del riscontro di nuove verifiche “a seguito di pareri discordanti da parte dei diversi soggetti preposti”. E con la fine anticipata della consiliatura, dopo l’elezione alla Camera dei deputati, un nulla di fatto ha sigillato il suo ruolo nella vicenda.
GIUSTIZIA
“Non sufficientemente documentate”. Come per Daniele Pulcini anche per Nicola Zingaretti è via libera dai Palazzi di giustizia di Roma dopo le ipotesi accusatorie per coinvolgimenti nello scandalo Mafia Capitale.
Nelle interrogazioni d’inchiesta rilasciate dopo l’arresto, l’imprenditore della “29 giugno” Salvatore Buzzi dichiara apertamente di aver finanziato “la campagna elettorale” dell’attuale deputato della Camera per il tramite dell’ex capo di Gabinetto della Regione Maurizio Venafro e dell’imprenditore Giuseppe Cionci, ex coordinatore dei finanziamenti al comitato di Zingaretti. Mazzette non senza un ritorno. Nel filone d’inchiesta inerente, Maurizio Venafro è stato poi condannato ad un anno in appello per turbativa d’asta.
POTERE
Da osceno qual è, il vero volto del potere resta sempre nascosto, fuori dalla scena, e il Lago Bullicante e l’area monumento naturale, oggetto di cotanta discordia, restava come il pomo conteso dalle tre dee del mito.
All’insaputa degli attivisti del Forum e dei cittadini, lo scorso dicembre le ruspe della Ponente 1978 S.r.l. sono tornate in azione dopo che l’11 novembre il Comune di Roma ha rilasciato nuovamente il permesso a costruire.
Habemus Papam.
Si rimanda alla dettagliata trattazione sul caso realizzata dall’Associazione Carteinregola (Lago Ex-Snia: sono arrivate le ruspe), da tempo impegnata in attività di mobilitazione per la tutela del patrimonio cittadino comune.
VERITÀ
La verità è nel fondo di un pozzo: lei guarda in un pozzo e vede il sole o la luna; ma se si butta giù non c’è più né sole né luna, c’è la verità.
E nel fondo del lago Bullicante?
La prima cosa che si fa davanti alla verità, specialmente se questa è scomoda e poco manipolabile, ciò che anche Sciascia definiva “grado zero dell’evidenza”, è negare che essa sia ciò che è.
E la vicenda dell’Ex-Snia Viscosa è un elefante nella stanza, mentre si continua a gridare, dalla nebbia, «Al lupo! al lupo!», o meglio: «Al lago! al lago!»