Un gruppo reggae lo ha definito “il posto giusto”. Per un artista è un rifugio. I tonnaroti trovano qui i ricordi di un passato glorioso. Per chi viene solo d’estate è il piccolo borgo sul mare, dove rilassarsi, per i pochi che restano in inverno è un luogo di contemplazione. C’è un centro di ricerca, che studia il mare. E il legame, con questo piccolo approdo sul Mediterraneo, non conosce confini. Torretta Granitola, è un piccolo borgo sul mare, tra Mazara del Vallo e Castelvetrano, nella punta occidentale della Sicilia, appartiene al Comune di Campobello di Mazara. A Torretta, ufficialmente, risiedono 120 persone circa. D’inverno restano un’ottantina di anime temerarie. Come ogni posto di mare della Sicilia in estate la popolazione si moltiplica, arrivando a circa 3 mila villeggianti. Ma a differenza di altri luoghi di villeggiatura Torretta non è inflazionato, ha mantenuto un certo equilibrio, non viene preso d’assalto, e soprattutto non è stato distrutto dalla speculazione edilizia che tanti danni ha causato nei paesini lungo le coste. Tra il faro e le vecchie torrette (da qui il nome del borgo), la Tonnara e una scogliera da set cinematografico. Il tutto di fronte una distesa blu chiamata Mediterraneo. Crocevia di popoli e culture, che si mescolano e hanno dato vita a un luogo così piccolo ma intenso di storie. Un posto tranquillo, animato dai giovani del reggae e da appassionati ed emozionanti artisti del mare. Storie tramandate da anziani pescatori e malinconici tonnaroti. Storie leggendarie che, tra fascino e nostalgia, legano a Torretta anche chi non ci vive. Come Gianluca Serra, che da anni sta a Bruxelles, e che ha raccolto in diversi libri e nel sito Capogranitola.it, curato con il fratello Marco, fatti, documenti, foto, e testimonianze che sarebbero andate dimenticate. Lo scopo? “Condividere emozioni e suggestioni che sono per noi la eco di un luogo sospeso tra lo spazio e il tempo”. Gianluca scomoda Pascal per descrivere Torretta: “Ci sono luoghi reali, eppure capaci di un’esistenza distaccata, sospesa. Un’esistenza che trascende le ordinarie coordinate umane dello spazio e del tempo. Lì abita ciò che noi inconsapevolmente siamo: una nostalgia, la semplice nostalgia, in fondo, di un approdo sicuro nella traversata dell’esistenza perchè, in fondo, “nous sommes embarqués””. E’ qui, è il presente. Il futuro di Torretta invece chi ha deciso di viverci, anche d’inverno. Di sfidare la solitudine a suon di reggae. E di riportare vita al borgo.
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